«Never forgive, never forget and never again»*
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Ciò che per quasi un anno era palese dai dati dell’Istituto Superiore della Sanità (1) – ossia che i vaccinati (bi o tri e persino quater) si ammalano anche loro, a volte gravemente e, soprattutto, possono contagiare gli altri – è stato finalmente ‘rivelato’ in una seduta della Commissione del Parlamento Europeo. Dove la responsabile commerciale della Pfizer, Janine Small, ha candidamente affermato, ridendosela pure: «Mi chiede se sapevamo se il vaccino interrompesse o no la trasmissione, prima di immetterlo sul mercato? Ma no! Sa, dovevamo davvero muoverci alla velocità della scienza!» (o della concorrenza, visto che lo Sputnik V era già in commercio?).
Facciamo un passo indietro. Nel 1661 veniva pubblicato il primo testo di chimica della storia, Il chimico scettico, in cui Robert Boyle affermava circa la presenza di una ‘quintessenza’ nell’aria indispensabile alla respirazione (ossia l’ossigeno), che la sua era: “un’opinione non campata in aria, che però non basta semplicemente affermare, e si deve invece spiegare e dimostrare”. Ergo: un vaccino dovrebbe appellarsi tale solo dopo una serie di trial con gruppi di controllo, in doppio cieco, che ne conferma l’efficacia nell’impedire la trasmissione di un virus – e non perché il Centers for Disease Control and Prevention statunitense (come denunciano i colleghi de La Verità) l’8 settembre 2021 decide di modificare sul suo sito la definizione stessa di vaccino. Per l’esattezza, da: “Prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia” a: “Una preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”. Il paradosso è che dalla quercetina all’echinacea a un qualsiasi integratore alimentare contenente le vitamine B, C, D o lo zinco, eccetera, potrebbero ora appellarsi vaccini negli States!
Questa ‘truffa legalizzata’ nei confronti delle popolazioni occidentali è stata sottoscritta senza tema di smentita dai Governi europei ma anche dagli Us e dal Canada. Pensiamo all’affermazione di Emmanuel Macron: «I non vaccinati, ho voglia di fotterli. Andremo avanti a farlo, fino alla fine. Questa è la strategia» (t.d.g. (2). Justin Trudeau, Primo Ministro canadese, ha dichiarato con piglio intrinsecamente antidemocratico: «Ci sono persone che si oppongono ferocemente al vaccino, che non credono nella scienza, che sono spesso misogene, spesso razziste. È un piccolo gruppo ma ha spazio. E con loro occorre fare una scelta, come leader e come Paese: tolleriamo certa gente?» (t.d.g. (3). Il refrain preferito dei cosiddetti fact checkers è stata la celebre frase del 22 luglio 2021 dell’ex Premier Mario Draghi: «L’appello a non vaccinarsi è l’appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali e muori. Oppure, fai morire: non ti vaccini, contagi, lui o lei muore», che gli ha permesso di imporre il green pass su tutta una serie di attività sociali, sportive e ludiche dal 6 agosto 2021 e, poi, l’obbligo vaccinale per gli over 50 e il GP rafforzato (ossia da vaccino e non solo da tampone) sempre per gli over 50 se volevano continuare a lavorare (persino da casa, ove non avrebbero comunque contagiato nessuno) – senza che il sindacato muovesse un dito. E però, il Premier italiano (fautore delle misure ancor più draconiane in vigore da febbraio 2022) era stato, in un certo senso, già smentito dal Presidente statunitense Joe Biden che, in quello che si potrebbe definire il discorso alla nazione del 21 dicembre 2021, affermava: «Le persone vaccinate che contraggono il Covid possono ammalarsi, ma sono protette dalla malattia grave e dalla morte». E perciò negli Usa si sapeva già che il vaccino non era immunizzante – e il green pass è stata una misura coercitiva che non ha fermato la circolazione virale. Non solo, dai dati dell’ISS sappiamo che anche l’affermazione su gravità e morte non corrisponde alla realtà dei fatti.
Questi gli ultimi dati. Tra il 19/08/2022 e il 18/09/2022 sono morte 142 persone vaccinate con quarta dose, 444 con tre dosi, 4 con doppia dose da meno di 120 giorni, 64 bivaccinati da oltre 120 giorni, 13 vaccinati con ciclo incompleto e 161 non vaccinati (tutti tendenzialmente ultraottantenni, non sappiamo con quante patologie pregresse). Il dato che si conferma ormai da mesi è il seguente: sui bivaccinati da oltre 120 giorni (al 3 settembre 2022), ossia su 9.808.513 persone, 64 è lo 0,00065%; su 37.311.573 trivaccinati, 444 decessi corrispondono allo 0,0011%; e su 2.754.142 inoculati quattro volte, 142 morti corrispondono allo 0,0051%. I tri e quadrivaccinati (ma questi ultimi forse sono le persone più anziane e con maggiori patologie e sarebbe meglio non tenerle in considerazione) muoiono e, in percentuale, più dei bivaccinati da oltre 120 giorni (quelli che, secondo la narrazione ufficiale, non dovrebbero nemmeno più avere una copertura rispetto al Covid e, difatti, hanno perso il green pass non avendo fatto la terza dose entro i sei mesi). Se i tri e quadrivaccinati muoiono è perché si ammalano. E si ammalano perché si contagiano (e sono contagiosi)? Sembra indubitabile. Ma quanti muiono di Covid e quanti, vista l’età avanzata, con Covid, ossia di ben altre patologie? Anche perché da subito le informazioni mediche che arrivavano dal Sudafrica provavano che la Omicron è un’influenza che interessa le alte vie aeree e anche per questo motivo si può dubitare che i cosiddetti vaccini abbiano una reale efficacia nel prevenire la malattia grave – dato che è il Covid a essere in se stesso meno virulento. Il castello di carte è crollato e sotto le macerie restano i popoli occidentali che si sono fidati al punto da permettere che altri cittadini perdessero il lavoro e i diritti sociali. E in Italia, in particolare, da aver forse sperperato per sempre fondi per la sanità che avremmo potuto utilizzare per l’assistenza territoriale, le cure precoci, una ricerca non ideologica, monoclonali e antivirali, eccetera.
Principi come democrazia, eguaglianza, autodeterminazione, libertà di cura, libera impresa, diritto ad avere di che mantenersi sono stati spazzati via. Il pensiero unico ha dominato (come sta facendo, tuttora, rispetto al diritto del popolo del Donbass di autodeterminarsi).
Perché continuare a parlarne? Per tre ragioni
La prima perché si stanno inoculando quarte dosi di un vaccino chiaramente non immunizzante e che fornisce una falsa sicurezza, perniciosa per le persone più anziane e/o con patologie pregresse, oltre a dosi di bivalente ancor meno sperimentate. Nel medio/lungo periodo non abbiamo informazioni circa possibili conseguenze sulla salute di un vaccino sperimentale, che non ha le carte in regola per essere appellato vaccino e, inoltre, i cui effetti avversi anche gravi dovrebbero, a questo punto, fermare la mano, in primis, dei medici vaccinatori. Non dimentichiamo che all’hub vaccinale di Cagliari, a metà ottobre, sono stati segnalati diversi casi di malore post-inoculazione del siero anti-Covid-19 (come denunciava, tra l’altro, ByoBlu) e che il sindacato Fials ha richiesto alla Asl la presenza di un medico rianimatore nell’hub. Ma a questi medici non pare assurdo che persone sane debbano rischiare di finire in rianimazione per l’inoculo di un ‘vaccino’ non immunizzante? Non sarebbe il caso di fermarsi e pensare a cosa stanno inoculando?
La seconda perché “la Commissione europea si è finora assicurata fino a 4,2 miliardi di dosi di vaccini anti COVID-19 e sono in corso negoziati per ulteriori dosi” (5). Con una popolazione di circa 440 milioni di abitanti perché acquistare l’equivalente di 10 dosi ad abitante? La UE ha sempre saputo che il cosiddetto vaccino copre per un tempo limitato? E adesso che sappiamo che non è nemmeno un vaccino e forse nemmeno tanto efficace a contrastare i sintomi della malattia (che, tra l’altro, possono essere curati come per altri tipi di influenze con antinfiammatori, vitamine, eventualmente un antibiotico se si sospetta una concomitante infezione batterica, eccetera), perché non si sospende tutto per vizio di forma? La Commissione credeva di acquistare un vaccino, si è ritrovata – forse – una possibile cura preventiva. Ma quanto ci è costata e ci costerà la stessa?
Infine vi è la questione della Corte Costituzionale. Tra circa un mese, il 29 o il 30 novembre prossimo, dovrà pronunciarsi circa l’obbligo vaccinale – che discrimina alcune categorie di cittadini – come gli over 50 e coloro che lavorano in campo sanitario o nelle Rsa. Dopo aver appurato che il vaccino non è tale, cosa si inventerà la politica per salvare se stessa?
* Mark Dolan su GB News
(1) https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_12-ottobre-2022.pdf
(2) «Eh bien là, les non-vaccinés, j’ai très envie de les emmerder. Et donc on va continuer de le faire, jusqu’au bout. C’est ça, la stratégie».
(3) «Mais il y a aussi des gens qui sont farouchement opposés à la vaccination, qui ne croient pas en la science, qui sont souvent misogynes, souvent racistes. C’est un petit groupe mais qui prend de la place. Et là, il faut faire un choix, en tant que leader, en tant que pays : est-ce qu’on tolère ces gens-là?»
(4) «Vaccinated people who get COVID may get ill, but they’re protected from severe illness and death».
(5) https://ec.europa.eu/info/live-work-travel-eu/coronavirus-response/safe-covid-19-vaccines-europeans_it
venerdì, 28 ottobre 2022
In copertina: Foto di Wilfried Pohnke da Pixabay.