Teatrar cenando
di Simona Maria Frigerio
Anghiari è un affascinante borgo medievale che deve la sua fama soprattutto alla famosa battaglia omonima combattuta tra le truppe fiorentine, alleate del Papato, e l’esercito del Duca di Milano; oltre che per le sfortunate sperimentazioni di Leonardo pittore, chiamato a immortalare la “pazzia bestialissima” della guerra (come la definiva da Vinci stesso) nella Sala del Consiglio di Palazzo Vecchio, a Firenze – ma il cui processo di essiccazione causò talmente tanti danni all’opera, che ne restano solo i disegni preparatori e alcune copie di pittori coevi.
Il centro di Anghiari merita sicuramente una visita e, soprattutto la notte, circondata da mura e leggermente sopraelevata rispetto alla pianura circostante, la città assume i contorni di un antico castello da favola. Qui, per oltre un quarto di secolo, si è rinnovato il rito laico di Tovaglia a quadri, che invitava i commensali a cenare per le strette vie medievali, mentre alcuni attori amatoriali, affacciandosi alle finestre delle case, uscendo dai portoni, praticando la strada inframmezzavano il desinare con una serie di sketch che, ogni anno, si focalizzavano su un argomento di attualità.
Dall’edizione 2021 la manifestazione (che dura una decina di giorni) si è spostata al vicino Castello di Sorci, solitamente location per matrimoni ma che conserva, nel cortile, spazi adatti anche per una rappresentazione.
Registriamo che l’iniziativa, da sempre, ha un grosso successo e, infatti, è risultata sold out ancor prima che iniziasse. Positiva, quindi, l’accoglienza del pubblico sottolineata dalla sensazione piacevole, tra commensali, di essere tornati alla socialità e alla normalità dopo oltre due anni di restrizioni: come nel Dopoguerra, si è riso tutti insieme, intorno a tavole imbandite – tra conoscenti e sconosciuti.
Non tutto, però, ha funzionato per quanto riguarda la cena in sé. I bringoli sono stati serviti, a molti, eccessivamente al dente. Meglio del sugo ‘finto’, sarebbe stato proporli con un ragù ‘vero’. La chianina era tutt’altro che magra e i cantuccini, come ha sagacemente affermato una vicina di tavola, ‘anemici’ e secchi. In breve, l’arte culinaria può regalare di meglio.
Per quanto riguarda lo spettacolo amatoriale, va sottolineata la pregnanza con le tematiche oggi in discussione – dall’inflazione a causa della penuria di gas (ma nessun accenno alle cause, ossia al coinvolgimento dell’Italia nella guerra o agli otto anni di guerra in-civile in Donbass) al surriscaldamento globale – al quale si dovrebbe far fronte con il ritorno dalle fabbriche alle campagne. Interessante leitmotiv che possiamo affermare abbia trovato applicazione concreta, ad esempio, nelle comunità anarchiche zapatiste del Chiapas che praticano con successo l’autosufficienza alimentare e portano avanti un’idea di scuola e sanità pubbliche basate sulle tradizioni e i bisogni autoctoni. Purtroppo pensare di trasformare New York o Città del Messico ma persino Roma in una comunità rurale, mentre nel mondo la popolazione sta per toccare gli 8 miliardi, appare più che un’utopia una distopia.
Battuta infelice sul reddito di cittadinanza, che non serve al ragazzino per andare a Ibiza senza aver bisogno di lavorare ma è (seppur nella sua esiguità: mediamente 520 euro mensili) l’unica fonte di reddito per persone con grave disagio psichico, problematiche di tossicodipendenza e alcolismo, gravi malattie e disabilità, vecchi, locatari di monolocali/tuguri a 1.000 euro al mese, disoccupati o sotto-occupati di questo nostro mondo capitalistico dove tra stage, volontariati fasulli, servizi in-civili, borse lavoro e paghe letteralmente da fame stanno aumentando i working poor (dalla pandemia, poi, basta guardare i dati della Caritas per capire che la battuta è oltraggiosa).
Finale conciliatorio con una nuova generazione che vorrebbe tornare alla zappa ma unita al libro. Come insegnavano i fratelli Cervi, oltre 70 anni fa.
venerdì, 26 agosto 2022
In copertina: La corte del Castello di Sorci con i commensali (foto di Simona Maria Frigerio).