Arte dal cuore di Soho, NYC
by/di Pamela Goldman (traduzione in italiano al fondo pagina)
“My work. It’s difficult to know how to begin writing about this. When I start to work, it is intuitive. That is, I start without any prior plan or set idea as to what I’m ‘trying to do’. I just begin. Of course I have my predilections. I am interested in architecture and color. My impulse is also to work geometrically and has been for about thirty years. My involvement with color is primary, and so to combine these three interests has resulted in the work I’ve been involved with for over fifty years. When I first started painting, in 1970, my work was all about ‘process’. My canvases were stapled to the floor and I applied the acrylic paint by pouring it directly onto the canvas. I then used squeegies and sponges to distribute it. The works were very large, in the vicinity of 70” x 100”. The images were abstract, ‘allover’, active, layered and somewhat moody. Once I brought ‘divisions’ into the composition by actually ‘segmenting’ the surface into sections, I could then ‘play-off’ one section against another in a color and surface dialogue and build up visual tension. In 1998 my work ‘took a new turn’ and I started making compositions using circles. The format was now square, not rectilinear. As it became ‘hard-edge’, all forms had a ‘border’ and could play against all other forms very concretely. The work was sensual and active. The colors at times dramatic as well as harmonious. Once I started teaching, and in fact taught color for about 40 years, my interest and learning about the subject broadened. My concerns have always been to keep the surface active, rhythmic but at the same time optimizing visual tension. Currently I am working in both a square as well as a horizontal ‘rectilinear’ format, continuing with my predilection for geometrical shapes interacting with one another. I look forward to discovering what my efforts will create” – Julie A. Gross, New York City, May 14, 2022
This exhibit was compiled by Pamela Goldman, Curator and Founder of Museum Mile Contemporary, a non-profit institution.
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Traduzione in italiano
di Simona Maria Frigerio
“Il mio lavoro. È difficile sapere come iniziare a scriverne. Quando mi metto all’opera è in base a un’intuizione. In pratica, non ho un piano prestabilito o un’idea precisa di ciò che ‘tenterò di fare’. Inizio. Naturalmente ho delle preferenze. Mi interessano le architetture e il colore. Impulsivamente lavoro sulle geometrie e questo accade già da trent’anni. Il mio coinvolgimento con il colore è primario, e la combinazione di questi tre interessi è sfociata nel mio impegno per mezzo secolo. Quando ho iniziato a dipingere, nel 1970, il mio lavoro si concentrava sul ‘processo’. Le mie tele erano sparse per terra e io vi applicavo i colori acrilici versandoli direttamente. Poi ho iniziato a usare spruzzatori e spugne per distribuirli. Le tele erano grandi, pressappoco 70×100. Le immagini erano astratte, ‘attive’, stratificate e in certo modo malinconiche. Quando ho introdotto ‘divisioni’ nelle composizioni ‘segmentando’ le superfici in sezioni, ho finalmente potuto ‘mettere in competizione’ una sezione con l’altra a livello coloristico, facendo dialogare le superfici e costruendo una tensione visiva. Nel 1998 il mio lavoro ‘ha preso una nuova svolta’ e ho iniziato a creare composizioni utilizzando la figura circolare. Il formato era squadrato, non rettilineo. Avendo ‘margini netti’, tutte le forme possedevano un ‘bordo’ e potevano contrapporsi a tutte le altre molto concretamente. Il risultato era sensuale e attivo. I colori, a volte, drammatici sebbene armoniosi. Quando ho iniziato a insegnare, e di fatto ho insegnato coloristica per circa 40 anni, il mio interesse e le mie conoscenze della materia si sono ampliati. La mia preoccupazione è sempre stata quella di mantenere la superficie attiva, ritmica ma, allo stesso tempo, ottimizzare la tensione visuale. Attualmente sto lavorando a un formato contemporaneamente squadrato e orizzontalmente ‘rettilineo’, in continuità con la mia predilezione per le forme geometriche che interagiscono le une con le altre. Sono in attesa di scoprire dove mi porteranno i miei tentativi” – Julie A. Gross, New York City, 14 maggio 2022
Mostra virtuale a cura di Pamela Goldman, Curatore e Fondatore del Museum Mile Contemporary, istituzione no-profit.
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Friday, May 27, 2022 / venerdì, 27 maggio 2022
On the cover and in the article: all images courtesy by the artist ©Julie A. Gross (all rights reserved. Reproduction prohibited). / In copertina e nell’articolo: tutte le immagini courtesy l’artista, ©Julie A. Gross (tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione).