Mentre nel nostro Paese si parla di quarta dose, l’Europa si smarca
di Luciano Uggè
Dalla banca dati EudraVigilance apprendiamo che, al momento, ci sarebbero oltre 23.500 segnalazioni di decessi causati da uno dei cinque vaccini approvati in Unione Europea e oltre 1.650mila segnalazioni di eventi avversi. Ovviamente, solo di una parte sarà comprovata la correlazione decesso/vaccino al termine di tutte le indagini medico/scientifiche e, nel caso, giudiziarie. E anche per quanto riguarda le reazioni all’inoculazione solo una parte delle stesse potrà definirsi grave e, tra queste ultime, si dovrà soppesare attentamente il collegamento. Ma, date le cifre – che si riferiscono solamente alla popolazione europea – si può già affermare che i succitati vaccini non sono sicuri al 100% e, visto che non bloccano la trasmissione, non sono nemmeno vaccini immunizzanti.
Detto questo, apprendiamo dalla stampa che Walter Ricciardi, tra i consulenti del Ministro Speranza, si ostina a dire: «La vaccinazione con tre dosi non protegge completamente dall’infezione, ma protegge dagli effetti gravi del Covid, dall’ospedalizzazione e soprattutto dalla morte. Il nuovo richiamo permette ai fragili e agli over 80 di rafforzare le difese. In autunno, poi, sarà necessaria una nuova dose per tutti». Ricciardi, quindi, non sembra tenere conto nemmeno dei dati dell’Istituto Superiore della Sanità (aggiornamento del 6 aprile) dai quali emerge che tra il 18/02/2022 e il 20/03/2022 sono state ospedalizzate 10.150 persone trivaccinate, 478 sono state ricoverate in terapia intensiva e (tra quelle diagnosticate tra l’11/02/2022 e il 13/03/2022) 1.561 sono decedute. Di queste, 1.151 erano (ovviamente trivaccinati) ultraottantenni – dato che conferma quanto afferma, ad esempio, un altro esperto seguito dalla stampa italiana, ossia Andrea Crisanti, il quale puntualizza che i decessi da Covid-19 riguardano principalmente i ‘fragili’ sebbene vaccinati. Ora, l’unico dato che latita è sapere quanti di coloro che muoiono sono con e quanti sono per il Covid. Se una persona è un malato terminale di cancro e prende una normale influenza – anche in forma leggera – può morire, ma a quale causa imputeremo la sua morte? L’altro dato che manca è quante persone sono ricoverate per altre patologie e si positivizzano durante il ricovero entrando nel computo dei malati di Covid-19 ospedalizzati – il che è fuorviante, come affermato dagli Istituti della Sanità di molti altri Paesi anche europei.
Nel frattempo, mentre l’Italia – nonostante la fine dello stato d’emergenza – si ostina con l’obbligo vaccinale per gli over 50, dalla Germania arriva un secco rifiuto a tale prassi. Il Parlamento tedesco ha bocciato la proposta di legge che avrebbe imposto la vaccinazione agli over 60. Lo hanno già riportato molti media italiani adducendo, però, che tale risultato sia dovuto al fatto che i partiti hanno lasciato libertà di scelta ai parlamentari (probabilmente, in Italia, siamo talmente abituati ai voti di fiducia da esserci dimenticati che i parlamentari sono esseri senzienti e che rispondono anche ai cittadini che li hanno votati e non solamente a logiche partitiche). La maggior parte dei nostri media non pone alcuna attenzione alla netta presa di posizione di un’associazione di magistrati che ha avvertito – a mezzo lettera aperta – tutti i membri del Parlamento “che se avessero votato per questo obbligo sarebbe potuto essere delineato il reato di tentato omicidio doloso”. La pesante accusa è stata ventilata prendendo atto degli effetti avversi e dei decessi registrati dagli stessi magistrati dopo la somministrazione vaccinale.
Passiamo a un post che sta girando nella rete e che cita un Report della UK Health Security Agency (UKHSA) che, a pagina 23, riporta questo dato: “N antibody levels appear to be lower in individuals who acquire infection following 2 doses of vaccination”. Nella settimana 42, il Rapporto di Sorveglianza del Regno Unito relativamente ai vaccini Covid-19 ammette, quindi, che “i livelli di anticorpi N sembrano essere più bassi nelle persone che sono infettate dopo due dosi di vaccinazione” (https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1027511/Vaccine-surveillance-report-week-42.pdf).
Il dottor Gentilini ci aveva già spiegato cosa significasse tutto ciò e vi riportiamo la sua dichiarazione: «Il caso poi dell’Inghilterra, che fornisce dati aggiornati e puntuali (a differenza di ISTAT, AIFA e ISS), è assai interessante (si vedano in proposito: il Rapporto relativo alla settimana 42, e altri documenti come: Coronavirus (COVID-19) Infection Survey, UK: Characteristics related to having an Omicron compatible result in those who test positive for COVID-19 (84.8 kB xlsx). Tutto pare indicare che negli individui che contraggono l’infezione dopo 2 dosi di vaccinazione, i livelli anticorpi N (ovvero contro il Nucleocapside, parte del virus cruciale nella risposta del sistema immunitario della popolazione non vaccinata) siano più bassi. Ciò potrebbe significare che i vaccini Covid-19 interferiscono con la capacità del sistema immunitario di produrre anticorpi contro altri epitopi propri del virus SARS-CoV-2 in seguito all’infezione. Pertanto, se si verificassero modificazioni della proteina Spike del vecchio virus di Wuhan SARS-CoV-2, sul quale sono modellati i ‘vaccini’ in uso, tali da aggirare la difesa anticorpale contro questa parte del virus stesso, i vaccinati sarebbero più vulnerabili e forse non protetti per via della loro incapacità di produrre l’anticorpo N, anche se sono già stati infettati e guariti dal Covid-19. I non vaccinati godrebbero invece di un’immunità molto migliore, nonostante le modifiche di S, grazie alla loro capacità di produrre, a seguito dell’infezione, sia anticorpi S che N. Che l’immunità indotta da vaccini sia transitoria e, dopo un certo lasso di tempo, possa portare addirittura al paradossale risultato di favorire l’infezione, che dovrebbe contrastare, pare confermato anche dagli studi danesi qui consultabili: https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.20.21267966v2 e https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.27.21268278v1».
E chiudiamo con un’ulteriore informazione. Anche l’Austria (come già la Repubblica Ceca) ha fatto marcia indietro rispetto all’obbligo vaccinale e non ha nemmeno applicato le multe che sarebbero state decisamente salate (fino a 3.600 Euro). Il risultato, poi, del breve periodo in cui è stato imposto l’obbligo non sarebbe stato all’altezza delle aspettative (da fonti stampa apprendiamo di un misero 1% della popolazione che avrebbe ubbidito all’imposizione di legge).
venerdì, 15 aprile 2022
In copertina: Foto di Torsten Simon da Pixabay.