Si avvicinano le Presidenziali in uno tra i Paesi più corrotti e conservatori dell’America Latina
di Luciano Uggè
Dopo le elezioni parlamentari del 13 marzo scorso, che hanno sancito la vittoria, per la prima volta nella storia del Paese, di un partito di sinistra, Pacto Histórico – il più votato sia al Senato – dove ha superato il Partido Conservador – sia alla Camera – giunto davanti al Partido Liberal; si avvicina il primo turno delle presidenziali, che si terrà il 29 maggio.
Gustavo Petro, risultato vincente nelle primarie per il candidato Presidente, leader di Pacto Histórico, avrà di fronte il candidato della destra (Equipo por Colombia) – l’ex sindaco di Medellín, Federico Gutiérrez – e il rappresentante di Centro Esperanza – anch’egli precedentemente sindaco di Medellín, Sergio Fajardo.
Qualche informazione in più sui tre candidati
Gustavo Petro, che ha ottenuto quattro milioni e mezzo di voti nelle primarie, è un ex guerrigliero del movimento M-19 (che, però, non avrebbe mai partecipato ad azioni dirette e si è occupato soprattutto dei colloqui con lo Stato quando il movimento ha abbandonato la lotta armata). L’M-19 è stato un movimento rivoluzionario che aspirava alla democratizzazione del Paese, di ispirazione nazionalista (ricordiamo che in America Latina il nazionalismo, spesso, si sposa con le istanze dei popoli indigeni e si schiera contro l’intromissione statunitense) e di sinistra. Fra le azioni storiche di M-19, la presa di ostaggi all’interno del Palazzo di Giustizia, nel 1985. In quell’occasione furono uccise circa un centinaio di persone ma è stato provato che i proiettili che colpirono i giudici provenivano dai fucili dell’esercito e non dei guerriglieri. Gustavo Petro fu tra coloro che ebbe il coraggio di sostenere che l’esercito avesse ucciso i giudici della Corte Suprema per screditare il movimento e, nel contempo, visti i legami di alcuni suoi alti funzionari col Cartello di Medellín, per bloccare la discussione sull’estradizione dei narcotrafficanti.
Con due milioni di voti alle primarie (svoltesi in concomitanza con le legislative), la destra vede candidarsi alle presidenziali l’ex sindaco di Medellín, l’ingegnere Federico Gutierrez, che sta già tessendo alleanze con altri partiti, quali quello Liberale, in vista del voto del 29 maggio. Di lui si può ricordare l’invito al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nel 2019, per la cerimonia di abbattimento del Monaco, “il fortino di lusso costruito da Pablo Escobar nella capitale colombiana”, che è stato convertito in Parco alla Memoria delle vittime del Certello. Gutierrez ha recentemente dichiarato alla stampa e agli elettori: “Io rappresento tutto il contrario di Petro”, ossia la continuità con l’attuale Presidente Duque. Quest’ultimo ha visto il suo partito, il Centro Democrático, scendere dal primo al quarto posto nelle elezioni legislative, mentre – a livello personale – il 75% degli elettori colombiani ha detto di non essere soddisfatto del suo operato. Ricordiamo che le politiche neo-liberiste di Duque avevano prodotto enormi manifestazioni popolari prima dello scoppio della pandemia, represse con violenza dalle forze dell’ordine.
Il vero sconfitto delle primarie è stato il centro che ha perso consensi e che, con la scelta del matematico Sergio Fajardo – che ha raccolto solo 700mila voti – non è stato in grado di optare per una figura maggiormente rappresentativa ma, probabilmente, finirà per essere l’ago della bilancia – se si andrà al ballottaggio. Fajardo, accademico e ricercatore, è stato il primo sindaco di un partito indipendente della città di Medellín – dal 2004 al 2007. Già candidato alle elezioni presidenziali del 2018, allora annunciò che la senatrice Claudia López sarebbe stata incaricata della vicepresidenza. Se ciò fosse avvenuto, sarebbe stata la prima volta nella storia della Colombia che una donna appartenente al movimento LGBTI avrebbe ricoperto tale ruolo. Dopo la sconfitta del 2018, Fajardo aveva deciso che non si sarebbe più ripresentato; eppure lo ritroveremo in corsa con la sua ‘terza via’, di ispirazione laburista – o né di destra né di sinistra, come dichiarerebbe lui stesso. I suoi oppositori, però, lo accusano di essere, in realtà, un neoliberale che si presenta sotto le ‘mentite spoglie’ della “moderazione e del pragmatismo”.
Agli elettori l’ardua sentenza.
venerdì, 20 maggio 2022
In copertina: La bandiera colombiana, foto di Ugo Leonardo da Pixabay.