Oggi la Resistenza è opporsi all’obbligo vaccinale
di Luciano Uggè
Una piazza pacifica, gremita, festante. 10 mila persone (anche se i TG le ridurranno vergognosamente a 1.000 per rispetto del diritto all’informazione) mai conosciute che si incontrano, dialogano, scoprono di non essere sole. Una sensazione di condividere nuovamente un ideale che, prima ancora che alla sinistra, dovrebbe appartenere a chiunque si dica democratico: l’autodeterminazione sul proprio corpo e il rispetto delle scelte terapeutiche.
In un momento in cui è ormai ufficiale il fatto che i vaccini non sono immunizzanti ma terapeutici, imporre un obbligo oltre che inutile è palesemente anticostituzionale. In piazza a ribadirlo, medici, giornalisti, avvocati, studenti, politici, professori e insegnanti, sportivi, membri delle forze dell’ordine e perfino un sindacalista.
Il ‘collega’ Michele Bocci quando titola su Repubblica: L’identikit (termine che rimanda a criminali di vario genere) del No Vax: licenza di scuola media, disoccupato e con disagio abitativo, forse avrebbe dovuto essere in piazza, a Milano, per scoprire quanti professionisti, anche laureati, e con casa di proprietà (elemento, questo, sicuramente basilare per non essere considerato un ‘punk a bestia’), rivendicano il diritto di dire no a un vaccino terapeutico. E siccome la diffamazione abbonda nella patria dei muri di gomma dove, invece di dialogare, si infanga il cosiddetto ‘nemico’ e si spera di aumentare le vendite di giornali sempre meno super partes, rinfocolando odi creati ad arte, la frase successiva: “La ricerca del Dipartimento di epidemiologia del Lazio. Ricchi e istruiti non seguono le teorie anti somministrazione” risulta un’autentica fake news visto il livello di professionalità dei manifestanti milanesi. Ma non basta, una tale affermazione, non solamente è sinonimo di bieco classismo (e fa specie che sia pubblicata dal quotidiano fondato da Eugenio Scalfari) ma è dimentica della storia: le rivoluzioni sono state, spesso, iniziate e difese da semplici marinai o da donne in cerca di pane – che si vedevano offrire ‘brioche’.
A salire sul palco, dopo una serie interventi centrati anche sul diritto al lavoro e sulla denuncia che chi non si vaccina rischia di perdere perfino il reddito di cittadinanza (ringraziamo di questa mossa sicuramente a favore dei più deboli soprattutto il centro-sinistra al Governo), il Premio Nobel Luc Montagnier che ha invitato il Governo a sospendere immediatamente la somministrazione di “questi vaccini” (in circolazione in Occidente, ormai solo quelli a mRNA) in quanto potenzialmente pericolosi.
L’inno nazionale, le bandiere italiane sventolate con convinzione, applausi, l’invito a non rispondere all’odio di Stato con la violenza, ma invitando al dialogo e riaffermando i principi sui quali è nata la nostra Costituzione e sui quali dovrebbe fondarsi la nostra democrazia. I giornalisti presenti, che hanno soffiato sul fuoco dell’intolleranza, che non trovano pane per i loro denti.
La Resistenza oggi non si fa continuando a rivangare vecchi fascismi, ma confrontandosi con un Governo e un Premier non eletto che – grazie a un perenne Stato d’emergenza, ormai palesemente illegittimo – legiferano su un obbligo terapeutico con un DPCM, che non deve nemmeno essere approvato dal Parlamento, dimenticando e facendo dimenticare agli italiani i principi sui quali si fonda il nostro Paese, post 25 Aprile 1945, e minando la nostra convivenza e unità sociale.
Speciale – domenica, 16 gennaio 2022
In copertina e nel pezzo: foto e video di Simona Maria Frigerio