I mille borghi toscani tra storia e buoni vini
di Luciano Uggè
A circa mezz’ora dalla città di Prato – capitale toscana del tessile – in cima a un colle del Montalbano (che nulla ha a che fare col celebre commissario), sorge un piccolo agglomerato urbano – Artimino – di origine etrusca e prosperità medievale, che conserva tuttora parte delle sue antiche mura.
Dell’epoca etrusca particolarmente interessanti alcune necropoli, i cui reperti sono ospitati nel Museo Archeologico di Artimino; e quella che doveva essere una zona sacra, adiacente alla Paggeria medicea, in corrispondenza o intorno al crinale che collega l’abitato con la Villa. Il crinale, percorribile anche a piedi, offre ampie vedute panoramiche tagliando la valle in maniera sorprendente. Usiamo questo termine perché, venendo da Prato, la Villa – oggi hotel/ristorante – appare quasi irraggiungibile e, al contrario, dista una breve passeggiata lungo l’ampio crinale.
Tornando verso il borgo, si notano i resti delle mura e di alcune torri appartenenti a un castello risalente all’anno Mille circa. All’interno si notano le cantine del vino prodotto localmente e diversi bar, trattorie e ristoranti con ampi dehors – molto godibili nella bella stagione.
Al di fuori, si possono ammirare la Pieve di San Leonardo (la cui presenza è documentata fin dal 998 d. C.) e, nei pressi del crinale di Montalbano, la chiesa di epoca romanica di San Martino in Campo – eretta originariamente come ospizio.
Tornando alla Villa Medicea, va notato che la stessa, denominata La Ferdinanda, è stata edificata nel 1596 per il Granduca Ferdinando I de’ Medici, su disegno di Bernando Buontalenti – una residenza di caccia, completata in soli quattro anni. Austera e squadrata o lineare e vagamente palladiana, ha ospitato persino Galileo Galilei per dare ripetizioni di matematica a Cosimo de Medici. Curiosamente, l’hotel/ ristorante, oggi adibito a ricevimenti di nozze, tiene a sottolineare che, nelle sue cucine – ex Cantine Granducali – è ancora “esposto un antico girarrosto costruito su disegno di Leonardo Da Vinci, che era solito frequentare queste zone nella sua giovinezza”.
Un tuffo nella storia a solo a mezz’ora da Prato. Noi l’abbiamo visitata in pieno inverno ma la consigliamo come piacevole gita primaverile o di inizio estate per godersi anche il bel panorama circostante, seduti a uno dei piccoli bar o ai ristoranti, con tavolini all’aperto, che la punteggiano.
venerdì, 3 giugno 2022
In copertina e nel pezzo: Foto di Simona M. Frigerio (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione).