“L’attesa del piacere è essa stessa il piacere”
di Simona Maria Frigerio
Gotthold Ephraim Lessing permettendo, dissentiamo (dal sottotitolo).
Nel caso di The Primitals, in scena al Teatro di Rifredi di Firenze, l’attesa – dalla conferenza stampa del 2019 – è stata tutta un “che barba, che noia”, in stile Mondaini/Vianello; mentre lo spettacolo si è rivelato un caleidoscopio scoppiettante di trovate ed emozioni con un crescendo culminato in una magnifica Bohemian Rhapsody a cappella.
Il premio Turing, Edsger Wybe Dijkstra, diceva: “La semplicità è una grande virtù, ma occorre un duro lavoro per raggiungerla nonché gusto per apprezzarla. E come se non bastasse: la complessità vende meglio”. Mai frase si è sposata più appropriatamente al teatro che, troppo spesso, ammorba i nostri teatri… Tutte quelle classificazioni ministeriali per mordere un pezzetto della torta del Fus, quelle definizioni accademiche che ci fanno sentire compiaciuti e compiacenti, quelle elucubrazioni critiche per sembrare eruditi, quel fiume di retorica nello sforzo di arrampicarsi sugli specchi per giustificare due ore di noia e barba. Ma quella noia e barba riceve premi, fa tournée negli ex Stabili, si gloria di recensioni sperticate. Mentre, verrebbe da cantare con Guccini:
Godetevi il successo, godete finché dura /
Che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura.
Poi si vede uno spettacolo come questo. Adatto a spettatori dagli 8 ai 90 anni (e oltre), che pare semplice ma non è semplicistico; che fa divertire ma anche riflettere (pensiamo a come sono recapitate in scena le armi o alle canzoni scelte a fare da sottolineatura o contrappunto all’azione); dove il canto a cappella è una polifonica in concerto; luci, rumori e missaggio sono precisi come il famoso orologio svizzero; la narrazione scivola via necessitando giusto di una manciata di parole in italiano; gli ammiccamenti alla pop culture (Guerre stellari, ad esempio) divertono ma non annacquano; la scelta delle canzoni, il ritmo generale e quello proprio di ogni singola scena sono azzeccati; i costumi e il trucco, perfetti. In breve, tutto concorre a creare una produzione teatrale che funziona davvero – e la platea in piedi festante lo dimostra. Gli interpreti, mimi, cantanti, comici, ballerini davvero all’altezza di un musical come non ne vedevamo dai tempi di Priscilla – la regina del deserto, applaudita a Milano ormai una decade fa.
Dopo due anni di attesa non solamente è bello far parte di nuovo di quel mondo – secondo politica e sindacati, inessenziale – che si chiama teatro, ma è bello esserci per un momento di pura gioia, di cui tutti sentiamo la necessità dopo 22 mesi della nuova guerra al terrore imbastita da un Occidente che non sa più vivere senza paura.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro di Rifredi
via Vittorio Emanuele II, 303 – Firenze
domenica 5 dicembre 2021, ore 16.30
The Primitals
regia Joe O´Curneen
con Íñigo García, Pedro Herrero, Adrián García e Manu Pilas
direzione musicale Santi Ibarretxe
produzione Yllana
Premio del pubblico come miglior musical al Festival di Avignone 2019
(prima nazionale)
venerdì, 7 gennaio 2022
In copertina: Un’immagine dello spettacolo (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa del Teatro di Rifredi)