“La piattaforma europea per il monitoraggio delle conversazioni sui vaccini su web e social network”
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Non bastavano i tycoon dei social a decidere di cosa dobbiamo discutere sulla rete (quella un tempo libera, sempre meno libera con la scusa di proteggerci dalla pedopornografia, dalla pedofilia, e poi dalle fake news fino all’informazione non garantita perché firmata da chi non ha un tesserino dell’Ordine dei giornalisti). Adesso ci si mette pure l’Europa a controllarci – ovviamente perché noi non si commetta l’errore di sollevare dubbi sui vaccini (e se non ci credete, come sempre, vi rimandiamo alla fonte ufficiale https://www.epicentro.iss.it/ben/2021/2/conversazioni-vaccini-web-social-network).
Piccolo inciso. Le fake news non sono appannaggio solo dei social network; ma se questi ultimi possono essere paragonati alle discussioni da bar – perché tali intendono essere: ossia, mezzi di socializzazione a distanza – chi si ricorda ad esempio la massiccia campagna dell’informazione ufficiale che a fine agosto proclamava – a causa dell’abbattimento delle misure restrittive per il Covid e della Brexit – la fame del popolo inglese? Memoria corta? 25 agosto 2021, ADNKronos titolava: “Brexit e Covid, scaffali vuoti in Gb: McDonald’s senza milkshake” (soprattutto ci immaginiamo la disperazione dei sudditi della Corona senza milkshake); ben prima, il 22 luglio 2021, l’organo di informazione ufficiale, l’ANSA, scriveva: “Covid: lavoratori in isolamento, scaffali vuoti in negozi Gb”; ancora il 9 novembre 2021, repubblica.it annunciava: “Patatine Walkers a 6,8 sterline a sacchetto su internet: scaffali vuoti, Gran Bretagna in astinenza”. Molto preoccupati, nei mesi scorsi abbiamo contattato una nostra collega a Londra da ormai diversi anni che, di fronte alle nostre domande, ci ha risposto: «Qui a Londra vedo la gente mangiare ovunque, i supermercati abbondano di cibo come sempre e non capisco cosa stiate raccontando in Italia». Non dubitiamo che le imprescindibili patatine Walker’s (scusate la pubblicità ma è per chiarire il concetto) deficitino, se lo scrivono i nostri colleghi, ma dubitiamo che gli inglesi siano alla fame.
Questa, però, è l’informazione ufficiale e crediamo che chi si affidi solo alla stessa oggi pensi che nel Regno Unito si sia come negli Stati Uniti descritti da V per Vendetta (ci piace autocitarci: https://www.inthenet.eu/2021/11/05/ricorda-per-sempre-il-5-novembre/).
Mettiamo i piedi nel piatto
La premessa dell’EUJAV, in ogni caso, è ottima: “La European Joint Action on Vaccination (EUJAV) è un progetto europeo, finanziato dallo European Union’s Health Programme, che mira a promuovere una stretta collaborazione a livello europeo per combattere le malattie prevenibili con i vaccini (1)”. Quello che preoccupa è però il mezzo e il modo di farlo.
In questi mesi abbiamo visto un progressivo sgretolarsi delle promesse connesse ai vaccini (non vi ammorberemo avendone già scritto https://www.inthenet.eu/2021/11/26/le-ultime-parole-famose-2/) che da efficaci contro il contagio, la trasmissione e in grado di non farci ammalare, tanto meno gravemente (e, ovviamente, morire), si sono rivelati via via in grado solamente di prevenire – sui grandi numeri – l’affollamento delle terapie intensive e degli ospedali. Mentre il virus gira più che mai tra la popolazione, tutti si ammalano e contagiano e da dose singola siamo passati a due dosi, poi al booster – che, ripetiamo, non è quello per migliorare gli effetti della crema antirughe – solo per i ‘fragili’ (leggasi persone con patologie multiple cronicizzate dalla ricca medicina occidentale) e i vecchi, quindi per tutta la popolazione – e al vaccino persino per i bambini da 0 a 5 anni, che hanno rischio mortalità Covid-19 pari a 0%. E infine, si è passati da un’efficacia per 9, poi per 12 mesi (visto che non si faceva in tempo a dare la terza dose al personale sanitario e si rischiava il completo blocco del comparto), con una brusca discesa a soli 6 e, da dicembre, a 5 e poi 4 mesi (entro la primavera potremmo immaginarci una pillola al giorno come quella anticoncezionale?).
In questo quadro di (in)certezze, cosa pensa di fare la nostra democratica Europa? Oltre ad alcuni fini più ‘scientifici’ che vanno riconosciuti (come “sviluppare dei meccanismi di divulgazione di best practice e di conoscenza scientifica negli Stati membri”), l’EUJAV è destinato a: “monitorare la fiducia nei confronti dei vaccini su web e social media” con la “mappatura della conversazione online sui vaccini” … per “intercettare precocemente la diffusione di fake news, con l’obiettivo di controllare e contrastare la loro diffusione”.
Quindi, verrebbero additate come fake news, frasi scritte su FB il 17 giugno ma ancora in rete, ad esempio, il 5 dicembre a firma Roberto Burioni, come questa?: “I vaccini funzionano. Evitano il contagio, se ci si contagia evitano la malattia e impediscono la trasmissione del virus. Per farla breve, salvano la vita. E i non vaccinati sono una mina vagante che rappresenta un pericolo non solo per loro stessi, ma anche per gli altri”. Se la prima parte si è dimostrata assolutamente fallace alla prova dei fatti (ogni teoria può esserlo e va riconosciuto, basterebbe usare i condizionali del tipo ‘funzionerebbero, eviterebbero, eccetera’), la seconda parte della frase è in contraddizione con la prima. Se io sono vaccinata contro la poliomielite e il vaiolo, non li prenderò, indipendentemente che una persona li abbia. Altrimenti, perché vaccinarmi? I non vaccinati, se i vaccini fossero efficaci, sarebbero un pericolo solo per loro stessi. Questa è logica, non teoria.
Il nocciolo della questione
In questo sistema di controllo, guarda caso l’Italia è capofila dato che: “L’ISS, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha sviluppato, per il WP8 dell’EU-JAV, una piattaforma online per la raccolta e la visualizzazione in tempo reale di dati da alcuni social network, motori di ricerca, pagine web, con lo scopo di tracciare la conversazione online sulle vaccinazioni, mappare le comunità coinvolte, identificare temi emergenti, intercettare i contenuti più condivisi e le richieste informative degli utenti”. E non chiediamoci perché un Ospedale dovrebbe sprecare personale su un controllo dei social, in un momento come questo, in cui non solamente esisterebbe un’emergenza sanitaria ma i buchi nelle casse erariali degli Enti locali (Regioni comprese) stanno mettendo a rischio il comparto sanità, con attese per qualsiasi visita o esame specialistico che si stanno allungando a dismisura (compresi gli screening mammografici).
Chi è monitorato? Twitter, Reddit, Wikipedia, Google Trends. Le lingue monitorate: italiano, spagnolo e francese (strano non si sia iniziato dall’inglese). Le parole chiave, di questo progetto finanziato con i soldi delle nostre tasse: #vaccini e #iononmivaccino. Ma non solo: “l’Influencer analysis permette di individuare gli utenti più influenti e più attivi nella conversazione sui vaccini su Twitter, con lo scopo di monitorare i ‘nodi’ cruciali delle comunità coinvolte, sia nelle comunità favorevoli ai vaccini, sia nella comunità dei no vax” e a questo punto ci sorge il dubbio che se un sistema individua un influencer, ne sia garantita la privacy.
La ciliegina sulla torta
In realtà la ‘torta’ vaccini fa ‘gola’ alle case farmaceutiche da anni. E anche in questo caso, non ci ripeteremo (https://www.inthenet.eu/2020/06/22/salviamo-la-costituzione/). Nessuno vuole dire che i vaccini non siano più che utili, indispensabili, in forme gravi come il vaiolo, la poliomielite o il tetano, l’epatite o la meningite. Ma i primi dubbi sono nati con l’avvento dei vaccini per malattie esantematiche che noi tutti, over 30, abbiamo fatto da bambini. Meglio il vaccino del morbillo? Forse, ma è del genitore e poi dell’individuo la scelta, non di uno Stato dei san(t)i.
In questo quadro nasce il progetto EUJAV, attivo dalla fine del 2019. Il suo fine, come esposto a chiare lettere (dato che noi facciamo informazione e non propaganda) è:
intercettazione precoce degli argomenti di interesse;
intercettazione precoce di paure;
intercettazione precoce delle fake news;
sorveglianza degli utenti più coinvolti nella diffusione di disinformazione;
identificazione degli utenti in grado di diffondere più efficientemente messaggi di promozione delle vaccinazioni;
misurazione in tempo reale della portata e dell’efficacia di eventuali campagne di comunicazione.
Non aggiungiamo nulla sul linguaggio utilizzato: parole come ‘sorveglianza’ ci lasciano basiti.
In fondo al documento si fa presente “conflitti di interesse dichiarati: nessuno”; poi si rimanda per i finanziamenti al Grant n. 801495 della Consumer, Health, Agriculture and Food Executive Agency (CHAFEA) – un PDF scaricabile (tr-2018-08-1417-x84.pdf) dal quale emerge che tale lavoro di raccolta dati ha un finanziamento pari al 60% dei costi eligibili, ovvero di 53.500 euro che vengono dati all’ISS e a terze parti (ossia l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù) che concorrono, con l’ISS, a portare avanti detto progetto.
Un progetto europeo di controllo delle nostre idee (giuste o sbagliate che siano) solo parzialmente finanziato dall’Europa e in cui è coinvolto un Ospedale pediatrico. Scusateci, ma tale complessità sfugge al nostro modesto portato.
Venerdì, 14 gennaio 2022
In copertina: Foto di Hebi B. da Pixabay.