La mia città senza più idee
di Simona Maria Frigerio
In questi ultimi dieci anni una tra le perle della Toscana, con una serie di scelte politiche sbagliate, ha cancellato, perso o smantellato tutto ciò che rendeva Lucca un gioiello culturale e non solamente una città-vetrina per lo shopping turistico mordi e fuggi o la visita museale frettolosa a piazza Anfiteatro, la Casa natale di Puccini (che da questa città, puritana e conservatrice, fuggì) e la Torre delle Ore.
Il primo Festival a lasciare Lucca è stato I Teatri del Sacro, un fiore all’occhiello del mondo teatrale italiano con opere, autori, regie e compagnie che, a Lucca, difficilmente sarebbero state ospitate da un Teatro del Giglio ufficialmente di ‘tradizione’ e, in realtà, con un’offerta da botteghino acquistata dal ‘catalogo’ di Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, Rete Teatrale Regionale che, da anni, non brilla in scommesse artistiche e promozione di Compagnie che non siano mainstream – sebbene finanziata con fondi pubblici.
Poi c’è stato l’annuncio ufficiale del Sindaco Tambellini, a ridosso delle ultime elezioni, che l’ex Cavallerizza finalmente restaurata sarebbe diventata il palcoscenico della danza e del teatro contemporanei (http://www.artalks.net/torna-spam/). Presenti alla serata inaugurale, non abbiamo mai più visto la struttura ospitare altro che qualche mostra estemporanea (dal PhotoLux a Cartasia).
Anche Le Stanze del Sogno, l’esposizione suggestiva allestita dalla Compagnia del Carretto sulle Mura di Lucca ha dovuto chiudere i battenti a causa del disinteresse del Comune. Così come si teme che non riaprirà il LU.C.C.A. Center of Contemporary Art (dopo l’abbandono del Direttore, Maurizio Vanni, e del suo staff), unica sede espositiva per mostre fotografiche e pittoriche che hanno girato l’intero Paese – da Lachapelle (2012) a Capa (2014), da Doisneau ed Erwitt (entrambe 2017) a Bresson (2018). Ma che ha altresì ospitato, ad esempio, la retrospettiva su Depero nel 2019 e di cui ricordiamo l’ultima mostra, a cavallo della pandemia e delle chiusure museali, intitolata La realtà svelata. Il Surrealismo e la metafisica del sogno
Non sta bene nemmeno la Compagnia stabile di Lucca, ossia il Carretto – pluripremiata e famosa in tutto il mondo – se il debutto, nel teatro che dovrebbe ospitarla, della sua nuova produzione, Caligola. Underdog/Upset
è stato fatto coincidere con la finale degli Europei e il Giglio ha buttato alle ortiche un piccolo capolavoro quando avrebbe potuto programmare lo spettacolo nel pomeriggio, come del resto accade sempre la domenica, invece che in prima serata in concorrenza col calcio. Una trentina di spettatori in un teatro all’italiana. No comment.
Del resto il Teatro del Giglio, con problemi di bilancio anche a causa di produzioni liriche che ci si dovrebbe chiedere se abbiano ancora un senso (o se basti un solo teatro di produzione operistica a regione), sembra non riuscire a smarcarsi dalle Cartoline Pucciniane e da una visione del melodramma ormai datata. Dall’altro lato, orchestra e coro del Festival Pucciniano, lo scorso 30 luglio, hanno organizzato un sit-in fuori dal teatro, chiedendo di tornare a lavorare nello stesso, al Goldoni di Livorno, al Verdi di Pisa e presso la Fondazione Festival Pucciniano – sulla scia della never ending story del fallimento della Città Lirica.
Lucca negli ultimi dieci anni sembra avesse puntato tutto solo sui grandi eventi mordi e fuggi. La quattro giorni del Lucca Comics, che ha ormai perso la dimensione dell’incontro tra artisti e cultori del fumetto in favore di tensostrutture votate alla vendita o alla promozione di gadget e videogiochi; e il Lucca Summer, con alcune date secche concentrate tra fine giugno e fine luglio che blindano il centro cittadino (e non è dato sapere perché non si utilizzi lo stadio) per gruppi in gran parte da gerontocomio del pop/rock. Con la pandemia, però, il meccanismo si è inceppato del tutto e mentre il Lucca Comics ha tentato la via del digitale (che, ovviamente, non apporta nulla nelle casse erariali comunali – e di questo andrebbero informati il Ministro alla Cultura Franceschini e quello del Turismo, Garavaglia), il Summer non ha riaperto i battenti (sebbene manifestazioni similari, come Tener-A-Mente, il Festival del Vittoriale a Gardone Riviera, sia riuscito a proporre, quest’estate, un ricco bouquet di band e musicisti).
Se, come immaginiamo, nei prossimi mesi si paventeranno nuovi tagli alla cultura (la Cenerentola della politica lucchese) – con la scusa della crisi post-pandemia e, del resto, il fallimento della Perini è già di per sé un pessimo segnale in quel di Lucca – occorrerà tener presente che per altre opere di cui non è dato sapere l’utilità – come la piazza coperta (https://www.loschermo.it/un-enorme-spreco-di-denaro-pubblico-per-unopera-inutile-e-devastante-la-dura-lettera-degli-amici-del-porto-della-formica-di-san-concordio/) – si sono sprecati fondi che, invece di costruire cattedrali nel deserto, avrebbero potuto stendere ponti culturali tra artisti e spettatori in una città sempre più asfittica.
Venerdì, 24 settembre 2021
In copertina: La ex Cavallerizza di Lucca by night. Foto di Simona Maria Frigerio (tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione).