Due mostre, due libri e un galà di danza: non solo mare sulle coste toscane
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Marina di Pietrasanta, sabato 10 luglio. Il Parco della Versiliana ospita, come ogni anno, una serie di eventi che spaziano da quelli di impronta più culturale a quelli nazional-popolari. La serata inaugurale di questa lunga Stagione estiva è riuscita a coniugare al meglio queste due anime con un galà di danza in cui hanno brillato l’étoile russa Maria Kochetkova e Sebastian Kloborg – (già ballerino del Royal Danish Ballet e coreografo). Ma procediamo con ordine.
Dopo la presentazione della nuova Stagione (con vari esponenti del mondo della politica locale e regionale), sono state inaugurate due mostre che saranno fruibili (tra l’altro, è bene sottolinearlo, gratuitamente) per tutta l’estate presso la Villa della Versiliana – per chi non fosse del luogo, sulla destra all’entrata del parco.
Iniziamo dalle sculture di Gioni David Parra – variazioni ritmiche sul tema marmo con echi del bianco su bianco e delle ‘armonie e contrappunti’ di Fausto Melotti (si veda Matter Spirit I, 2020, acrilico bianco su tela con inserti in marmo bianco e foglia oro). L’elemento coloristico si fa significativo nella foglia oro o nella scelta del materiale che, negli azzurri (pensiamo a Bladelight Concert III, 2021, granito Azul Bahia e foglia oro), meglio si avvicina a quelle ‘lame di luce’ che l’artista rivendica come propria cifra stilistica – allontanandosi dalla tradizione monumentale dei marmisti di area toscana.
La mostra si srotola su più sale e piani permettendo anche di godere dei riverberi storico-scenografici della Villa di fine Ottocento, dove ha soggiornato anche Gabriele D’Annunzio. Il confronto tra marmi e tessuti (specialmente i damascati, come in Stone Texture I, 2020, granito nero e figlia oro su damascato nero applicato su tavola) e gli ovali a cornice (si veda Sculpture’s Frame I, 2021, acrilico nero su tela incorniciata con inserto in granito nero e figlia oro) si iscrivono in quell’effetto scenografico che, viste anche le competenze di Parra, si sposano a una personale visione stilistica.
Al piano terra, la piccola mostra fotografica di Piero Marsili Libelli, intitolata Immagini dell’altro mondo. Come nel progetto Behind The Wall in cui David Appleby raccontava il dietro le quinte – compresi i momenti di stanchezza, perplessità o convivialità – delle riprese di The Wall di Alan Parker (film ispirato al celebre concept album dei Pink Floyd), Marsili Libelli immortala in uno scatto tra il rubato e la posa frontale da album di famiglia, gli uomini e le donne che idearono e vissero – a volte fino alle estreme conseguenze – le suggestioni del Beat 72, centro di ricerca underground intorno al quale hanno ‘pivotato’ da Carmelo Bene a Leo de Berardinis e Perla Peragallo, da Federico Tiezzi e Sandro Lombardo a Giorgio Barberio Corsetti e Mario Martone (dove il 72 non si riferisce all’anno in cui fu fondato, e che era il 1966, bensì al numero civico in cui si trovava il seminterrato in via Giuseppe Gioacchino Belli, a Roma). Accanto a loro, i critici che seppero valorizzare quel movimento, da Franco Quadri ad Achille Benito Oliva passando per Nico Garrone.
Beat 72 è stato però lontanissimo dall’estetica e dall’impronta commercial-edonistica del Piper e vicino alle sperimentazioni anche trasversali a linguaggi e discipline della Beat Generation californiana – spaziando dalla poesia alla musica fino alle prime performance. Dopo la metà degli anni 70, lo spazio è diventato un centro della post-avanguardia teatrale italiana (come da definizione di Giuseppe Bartolucci, anch’egli frequentatore dello spazio romano) e le sperimentazioni, uniche e irripetibili, si si sono trasformate in pura esperienza facendo esplodere il testo in frammentazioni performative multimediali.
Entrambe le mostre sono corredate da volumi (in vendita) e a Immagini dell’altro mondo sarà dedicato un incontro al Caffè della Versiliana il prossimo 6 agosto – per approfondire sia le tematiche più teatrali che contraddistinsero il periodo delle cantine romane sia il lavoro fotografico e documentaristico dell’autore degli scatti, Piero Marsili Libelli.
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In serata, presso il Teatro Grande, il Gran Galà del DAP Festival, serata conclusiva della V edizione di Danza in Arte a Pietrasanta, e d’apertura per il Festival della Versiliana.
Iniziamo (anche se la scaletta era diversa) da MM Contemporary Dance Company del coreografo Michele Merola, in quanto alcuni quadri rimandavano a Gershwin Suite (da noi recensito nel 2019, https://teatro.persinsala.it/gershwin-suite-schubert-frames/54666/). Trascinante l’inizio, con quei movimenti ritmici che rimandano sia agli strumenti jazz sia a quella frenesia tipica degli anni 20 che trasformò vertiginosamente lo skyline di New York con la sua selva di grattacieli pronti ad accogliere le masse di migranti che avrebbero costruito la metropoli di acciaio e vetro. Meno convincenti alcuni quadri centrali, per una mancanza di rispondenza tra significante e significato. Altrettanto trascinante il finale, come sempre.
Ritroviamo anche lo Spellbound Contemporary Ballet – di Mauro Astolfi – che si denota, come sempre, per quelle “luci soffuse e la semioscurità… che non sempre, però, rendono giustizia alla spazialità e alla complessità delle composizioni della danza a terra (dove Astolfi eccelle)” – autocitandoci da https://www.inthenet.eu/2018/07/23/spellbound-contemporary-ballet-sotto-il-cielo-stellato-di-firenze/ possiamo ancora una volta plaudire alla fluidità e alla padronanza del corpo dei tre danzatori in scena ma lo stile coreografico, bisogna ammettere, sta diventando stilema.
Fresco e frizzante il passo a due di Tamara Fragale e Isaies Santamaria, dove si è notata una perfetta sintonia tra i danzatori, buone capacità tecniche ed espressive, oltre a padronanza del gesto.
E infine il passo a due contemporaneo Minor Major, interpretato da Sebastian Kloborge Maria Kochetkova. In questo breve lavoro emerge come la preparazione classica dei ballerini sia indispensabile per approcciarsi alla danza – classica, contemporanea, jazz o altro, poco conta. Conta quella padronanza del corpo che permette non solamente di eseguire qualunque movimento, sulle punte o meno, ma di saper coniugare significante a significato. Nessun gesto – nel teatro, ma ancor più nella danza – può essere fine a se stesso, bensì sempre inserito in un processo ideativo, in un discorso narrativo, o quale forma espressiva di istanze concettuali e/o emozionali. Come uno scrittore prima di sperimentare i voli linguistici di una Gertrude Stein, dovrebbe padroneggiare grammatica e sintassi, così Maria Kochetkova dimostra – che porga semplicemente la mano o si esibisca in un grand battement jeté – come un gesto d’offerta o una gamba lanciata verso l’alto non siano passaggi vuoti o prove di bravura, bensì significanti di un discorso sempre coeso ed emotivamente convincente. Chapeau.
Chiudiamo con le uniche note negative. Il Gran Galà è stato intervallato da troppe presentazioni che hanno rallentato e frammentato l’esibizione. Sarebbero bastate poche parole all’inizio per fornire la scaletta degli assoli, passi a due ed ensemble – così da evitare l’effetto un po’ circense della successione dei ‘numeri’. In secondo luogo, non è accettabile far entrare gli spettatori durante le esecuzioni (soprattutto viste le continue pause di cui sopra). Nello specifico, quattro giovani spettatrici che non solamente si sono scaraventate rumorosamente sulle sedie, durante il secondo quadro del primo passo a due, ma hanno poi cominciato (e continuato) a usare il cellulare infastidendo gli altri spettatori con la luce dei loro mobile. Dopo quasi un anno e mezzo di restrizioni, ci si chiede se certi giovani non siano andati in lockdown cerebrale e non riescano più a guardare o a sostenere esperienze dal vivo – non mediate da uno schermo che li allontana e separa non solamente dagli altri esseri umani ma anche dalla bellezza di una performance come quella agita sul palco della Versiliana. Una mancanza di rispetto (fin dal ritardo) non solamente per gli altri spettatori ma soprattutto per gli artisti in scena.
Le mostre continuano:
Villa La Versiliana
Marina di Pietrasanta (LU)
da sabato 10 luglio a domenica 29 agosto 2021
orari: tutti i giorni dalle ore 17.30 alle 23.30
(ingresso libero a entrambe le mostre)
Gioni David Parra presenta:
Le Seduzioni Timbriche della Scultura
a cura di Luciano Caprile
da sabato 10 luglio a martedì 31 agosto 2021
Piero Marsili Libelli presenta:
Immagini dell’altro mondo
Il teatro del Beat 72 e delle cantine Romane in un inedito reportage fotografico
a cura di Andrea Mancini
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Grande – La Versiliana
viale Morin, 16 – Marina di Pietrasanta (LU)
sabato 10 luglio 2021, ore 21.30
Gran Galà del DAP Festival
serata conclusiva della V edizione di Danza in Arte a Pietrasanta
direttrice artistica Adria Ferrali
si sono esibiti:
MM Contemporary Dance Company di Michele Merola
New Dance Drama
Spellbound Contemporary Ballet di Mauro Astolfi
ospiti d’onore: Maria Kochetkova e Sebastian Kloborg
Per approfondire le tematiche della mostra Immagini dell’altro mondo:
Incontri al Caffè
La Versiliana
viale Morin, 16 – Marina di Pietrasanta (LU)
venerdì 6 agosto 2021, ore 18.30
partecipano: Ulisse Benedetti, Bruno Mazzali, Valentino Orfeo, Mauro Barabani, Maria Bosio, Paolo de Manincor, Andrea Mancini e Piero Marsili Libelli
conduce David De Filippi
Venerdì, 16 luglio 2021
In copertina: i due volumi dedicati alle mostre in svolgimento.