Un post-macchiaiolo sensibile alle istanze d’Oltralpe
di Luciano Uggè
Una ricca mostra di pittura con oltre 140 opere esposte divise in otto sezioni, al Museo della Città di Livorno che riapre – si spera definitivamente – le porte al pubblico riportando la cultura al centro dell’interesse cittadino.
La retrospettiva dedicata a Mario Puccini, curata da Nadia Marchioni, affiancata da un comitato scientifico composto da Vincenzo Farinella, Gianni Schiavon e Carlo Sisi – che hanno, insieme ai giovani collaboratori del museo, gestito altresì la collocazione della mole di opere presenti in mostra – è un tuffo nel colore; ideata in occasione del centenario (nel 2020, ma rimandata a causa del Covid) della morte del pittore livornese.
I dipinti di Puccini, spesso privi della data dell’esecuzione, scandiscono la vita e i momenti più o meno felici dell’uomo, oltre che dell’artista, e le influenze che hanno contribuito alla sua formazione pittorica – nata nell’ambiente fiorentino, con il maestro Fattori quale guida, per poi allargarsi anche ad altre esperienze, di pittori italiani ed europei.
Una serie di ritratti, di artisti italiani coevi, introducono alla mostra. Giovanni Fattori, in primis, con Ritratto di contadina (olio su tavola, 1880 circa); Silvestro Lega con Busto di contadina (olio su tavola, 1872/73) – che trasmette la sensazione di un delicato momento di pausa nella dura vita quotidiana; e un interessante Plinio Nomellini con Ritratto di signora (olio su tela, 1885 circa) dai toni bruni e dall’espressività trasognata.
A fianco, alcune opere di Mario Puccini, quale Lupo di mare (olio su tela, senza data), per esempio, che risente dell’influenza dei macchiaioli fiorentini riuscendo, sebbene solo in parte, a eguagliarla in cromatismo e profondità espressiva. Il confronto tra le sue opere e quelle di Fattori si evidenzia in Strada di Paese (olio su tavola, 1904 circa), in cui quest’ultimo maneggia con morbidezza i colori che tendono ad amalgamarsi e compenetrarsi rispetto al tratto più incisivo e caricato del Puccini di Angolo di giardino (olio su tavola, s.d.).
Il mare e le navi, o le barche, nei dipinti successivi, sono soggetti privilegiati (come pure degli impressionisti e dei post-impressionisti francesi) e che evidenziano la differenza di pennellata sempre tra i due artisti. Più uniforme e che induce a una sensazione di calma in Fattori, vedasi Nel porto (olio su tavola, 1890-1895) – ma anche Guglielmo Micheli, In porto (olio su tavola, 1900 circa) – rispetto a quella più incisiva di Puccini in Darsena (olio su cartone, s.d.), la cui impronta ne trasmette tutta la matericità. Da segnalare, sempre sullo stesso tema, il dipinto di Llewelyn Lloyd, Scafi in disarmo (olio su tavola, 1911) per la sua incisività proto-iperrealista.
Di epoca precedente, sempre in mostra, per quanto riguarda Fattori, da notare Buoi al pascolo (olio su tela, 1886 circa) e I buoi (olio su tela, 1890 circa), opere dedicate alla natura dalla tipica matrice coloristica macchiaiola e ‘segantiniana’; e del Puccini, il posteriore Bovi nell’uliveto (olio su tavola, 1913 circa) che denota una struttura prospettica in diagonale con forme geometrizzanti à la Cézanne, in grado di comunicare una sensazione di opprimente minaccia ben lontana dalla calma bucolica dei lavori del Fattori.
Non poteva, in questa esposizione, mancare un riferimento al Caffè Bardi – luogo di ritrovo e incontri tra artisti quali Benvenuto Benvenuti (in mostra, Ricordo del Caffè Bardi, inchiostro su carta, 1912) e Amedeo Modigliani (con Ritratto di Aristide Sommati, matita su carta intestata Caffè Bardi, 1909 circa). Interessante anche L’offerta del caffè (acquerello su cartoncino, 1914) di Gastone Razzaguta, dal gusto nouveau – unitamente a due grandi tele di Puccini, entrambe titolate Il lazzaretto (olio su tela, 1911 circa), ove il colore giallo oro la fa da padrone (come nei coevi di Klimt).
Ma sono le opere en plein air che vagamente lo fanno associare al Van Gogh del Midi – più che altro per i temi scelti quali Il fienaiolo (olio su tela, s.d.) – dove si nota anche l’orizzonte alto proprio del maestro olandese. Ed Eclisse di sole (olio su tavola, s.d.), in cui il cromatismo del soggetto è però trattato in maniera divisionista, a pennellate brevi e consistenti.
Una serie di opere del Puccini, quali Il ponte alla Sassaia (olio su tavola, s.d., scelto anche come manifesto dell’esposizione), provengono dalla Collezione Rangoni e ci mostrano il côté più cittadino del pittore con i riflessi tipicamente impressionisti e l’inquadratura del ponte tagliata già post.
Da notare anche Il mercato di montoni a Digné (olio su cartone, s.d.), dove la matrice macchiaiola di fa forzatamente espressiva e presaga di future feconde evoluzioni per il Novecento pittorico. Vi è inoltre una sala dedicata ai disegni a carboncino su cartone, ove spicca per la pacatezza e complessità della composizione, L’ortolano (carboncino su cartone, s.d.).
Lasciamo ai visitatori il piacere della scoperta dell’intera raccolta in mostra che, oltre a essere pregevole recupero di un pittore locale, si fa viaggio nel tempo e nello spazio. Da apprezzare altresì la possibilità del confronto con altri artisti contemporanei del Puccini, che sono stati esponenti delle varie correnti pittoriche succedutesi in Italia nel torno di tempo tra il 1880 e la Prima guerra mondiale.
La mostra continua:
Mario Puccini. Van Gogh involontario
a cura di Nadia Marchioni
Museo della Città di Livorno
Polo Culturale Bottini dell’Olio
piazza del Luogo Pio – Livorno
da venerdì 2 luglio a domenica 19 settembre 2021
orari: da martedì a venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 20.00; sabato e domenica, dalle ore 10.00 alle ore 22.00
(gli orari della mostra potranno subire modifiche anche per eventuali disposizioni normative connesse all’emergenza sanitaria Covid-19)
Venerdì, 9 luglio 2021
In copertina: Particolare del Manifesto della mostra.