Alessandro Carbonare Clarinet Trio allo Scompiglio di Vorno
di Luciano Uggè
Alla Tenuta dello Scompiglio va in scena il trio composto da Alessandro Carbonare, Perla Cormani e Luca Cipriano in una carrellata nell’universo del clarinetto.
Una serata molto particolare, quella del concerto proposto dal Clarinet Trio, impegnato a reinterpretare temi musicali che spaziano dal salisburghese sino a Charlie Parker – quest’ultimo, un breve fuori programma. Il clarinetto nelle sue varie possibilità strumentali è l’attore principale della serata. Mozart tra i primi a scoprirne le infinite sfumature, ci ha lasciato varie composizioni, tra le quali la K 622 (poco prima della morte prematura), laddove si intravedevano alcune tra le possibili strade che il jazz avrebbe successivamente esplorato. Il Divertimento n. 1 K439b per tre corni di bassetto, eseguito allo Scompiglio, sorprende per la fluidità durante tutti i movimenti della composizione; e per l’introduzione a temi e armonie musicali che, pur lontani nel tempo, ci sembrano così vicini alla contemporaneità da rendere accomunabili, senza stridori, passaggi di sinfonica a musiche di tradizione popolare.
Non a caso, nel prosieguo, si assiste a un excursus che collega l’Europa ai Paesi del Mediterraneo e all’America Latina. Un universo di popoli in movimento, in grado però di conservare la propria cultura.
Con Francis Poulenc si entra a pieno titolo nel Novecento – secolo che segna l’espansione dell’utilizzo degli strumenti a fiato, con i quali ci si avvicinerà sempre più alla riproduzione dei suoni naturalistici. Come in questa Sonata pour deux clarinettes, grazie alla quale il pubblico sembra ritrovarsi in un bosco, avviluppato in un intreccio di suoni e fraseggi con rapide e repentine variazioni di toni, soprattutto nella parte finale.
La Jazz Suite dedicata a Chick Corea si affaccia, con gli arrangiamenti di Luca Cipriani, alla seconda metà del Novecento. In scena, un’interessante versione, ovviamente per soli fiati, a ricordare un pianista jazz, tra i migliori interpreti dell’evoluzione del genere negli anni 70 e 80.
La seconda parte della serata è dedicata alla riscoperta della musica popolare – quella brasiliana, in primis, legata ai racconti mitologici, a un misto di religioni arcaiche e presenze demoniache, visti attraverso le composizioni di tre grandi autori dalle diverse sonorità ma sempre coinvolgenti – Ernesto Nazareth, Egberto Gismonti e Hermeto Pascoal.
Il finale, quasi travolgente, utilizza gli strumenti fino allo stremo delle loro possibilità. La Klezmer Suite porta in primo piano sonorità che rimandano alla musica gitana e balcanica, a popoli erranti eppure uniti dalle loro tradizioni.
Notevole il lavoro di Alessandro Carbonare al clarinetto, dal quale trae tutto l’immaginabile ma al servizio della partitura e dell’amalgama del Trio – che rimane sempre ad alti livelli interpretativi e di coesione musicale. Molto interessanti gli arrangiamenti del giovane Luca Cipriani, che nella performance dà il ritmo e fornisce la base a supporto delle trame musicali di Perla Cormani e Alessandro Carbonare.
Pubblicato (con minime modifiche) su Artalks.net, il 24 maggio 2017
In copertina: Alessandro Carbonare (clarinetto e corno di bassetto); Perla Cormani (clarinetto e corno di bassetto); Luca Cipriano (clarinetto, corno di bassetto e clarinetto basso). Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio.