“Tremate, tremate, le streghe son tornate!”
di Simona Maria Frigerio
Sappiamo bene che la cosiddetta Giornata Internazionale della Donna è ormai una ricorrenza grondante di retorica tanto quanto il 19 marzo, San Giuseppe e Festa del Papà (ovviamente ‘adottivo’) e l’8 maggio, Festa della Mamma (che negli ultimi anni, per favorire il pranzo in famiglia o il cotillon all’anziana in Casa di riposo, si posticipa alla prima domenica successiva).
Sebbene il Women’s Day nacque negli Stati Uniti per rivendicare il voto per le donne e diritti sul lavoro, nel tempo tale giornata ha visto edulcorare sempre più i suoi contenuti fino a ridursi a un ramoscello di mimosa (che, in tempo di surriscaldamento globale, è sempre più difficile trovare non appassita). In questo clima pandemico, poi, in un’Italia che chiede soccorso a una multinazionale di consulenza statunitense per stilare il PNRR, si sarebbe potuto cambiare rotta, almeno l’8 marzo, rendendo note le linee guida e i fondi che si intende destinare alla parità di genere – e che non possono certo essere i poco più di 4 miliardi della bozza del primo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (visti anche i numeri relativi alla presenza delle donne italiane nel mondo del lavoro e, soprattutto, nei posti di comando: https://www.theblackcoffee.eu/se-siamo-meta-del-cielo-dobbiamo-occuparne-altrettanto/).
Ma l’alternativa, in realtà, è già nel cassetto e, se sarà riconfermata la Dad anche al termine della pandemia, siamo certi che milioni di donne troveranno nuovamente nel focolare domestico e nell’accudimento dei figli il loro ruolo socio-economico, nel mondo ridisegnato dalla grande finanza.
Cosa c’entra il Commissario Montalbano?
A questo punto vi chiederete che ci azzecchi il titolo con il contenuto. E invece ci sta. Proprio l’8 marzo Rai1, la nostra rete ammiraglia, ci regala un episodio inedito del Commissario più simpatico e integerrimo d’Italia, inventato dalla penna e dall’acume del fu Camilleri e interpretato da un bravo e credibile Luca Zingaretti.
Peccato che in questa puntata, con una trama gialla abbastanza confusa e una confessione recitata da un’attrice che dovrebbe (probabilmente) fingere di non saper recitare, ma che pare affettata anche quando dovrebbe sembrare se stessa e naturale, il nostro Montalbano debba trasformarsi dalla voce di Camilleri che accusava politica e forze dell’ordine per le violenze al G8 di Genova 2001 a un qualsiasi maschio troglodita che usa e getta le donne in nome di un grande amore – ovviamente di vent’anni e oltre più giovane.
Il metodo Catalanotti, questo il titolo dell’episodio, ci mostra, prima, un Montalbano che liquida Livia (quella che lui stesso definisce come moglie, amica e altri aggettivi sulla stessa scia) senza la minima spiegazione dopo oltre vent’anni di relazione (nella trama ma, soprattutto, nella realtà dello spettatore dato che il primo episodio fu trasmesso nel 1999). Riattaccando il telefono sgarbatamente nella ‘fregola’ (nel significato proprio di voglia smaniosa) di liberarsene per rivolgersi, tutto ardente, verso la giovane amata/amante. E così, dopo 22 anni in cui lo spettatore si è affezionato a Livia forse più dello stesso Commissario, ecco che lui se ne libera come di una ‘cicca’ sotto una scarpa vecchia che, siccome non hai voglia né tempo di far seccare e poi staccare con un cacciavite, decidi di buttare con l’intera scarpa per comprartene un paio nuovo. Nessun rispetto per l’essere umano, la compagna (ma potrebbe essere il compagno) – tanto meno per la donna e proprio l’8 marzo. Ma non basta.
Di fronte alle profferte di lasciare tutto – lavoro, casetta abusiva sulla spiaggia, Sicilia – per andare a vivere con lei, la giovane si ritrae e chiede al Commissario se si sia domandato se a lei una convivenza, un matrimonio e dei figli interessino. “E brava”, pensiamo. Almeno la bilancia della giustizia si riequilibra e un’avventura in questa Italietta sottilmente ipocrita non si trasforma per forza nel grande amore che convola a nozze, mentre la giovinetta non cede per forza al macho/guappo dalle gambe arcuate.
Illusi! Nel finale, che celia capolavori come Il segreto dei suoi occhi (ovviamente nella versione originale argentino-spagnola di Juan José Campanella), è addirittura lei a lasciare incarico e mansioni, a non partire sebbene chiamata d’urgenza su un altro caso – dimostrando così che le donne sono professionalmente inaffidabili e dentro ognuna di noi alberga ancora il sogno di Nilla Pizza. In fondo, il focolare domestico è quanto ci meritiamo.
Grazie ‘mamma’ Rai per questo regalo per la Giornata Internazionale della Donna.
Venerdì, 12 marzo 2021
In copertina: “Tremate, tremate, le streghe son tornate”. Foto di Emiliano Pascal da Pixabay.