
Mendicanti e senzatetto: la nuova realtà Thai
di Luciano Uggè
Il 2025 ci offre – a Bangkok come nelle zone marine della costa – la visione di un turismo organizzato di massa, invadente e veloce; una proliferazione di palizzate e mura a cintare templi ed edifici storici – il cui accesso è sempre più caro e complesso; hotel e condomini di lusso che sfuggono a qualsiasi controllo urbanistico e distruggono qualsivoglia bellezza paesaggistica; mentre i mendicanti e i senzatetto, di notte, occupano esattamente i medesimi monumenti e marciapiedi, che le folle intruppate – dietro le guide – percorrono a passo di marcia durante il giorno.
Già l’anno scorso avevamo notato il dilagare di ubriachi ed eroinomani, ma da quest’anno lascia stupiti che, fuori da tanti, troppi 7/11 siedano vecchi e giovani con un bicchiere di plastica per chiedere la carità. Spazzate da sotto i cavalcavia le baraccopoli che davano comunque un tetto sulla testa ai più poveri, abbattute le strutture fatiscenti sostituite da condomini di lusso, e con un’inflazione palpabile – al di là dei dati – tra il 5 e il 10%, la forbice tra una ricchezza sempre più cafona e smodata e una povertà sempre più trasversale rispetto all’età sta diventando lampante.



Anche a livello di istruzione si nota un arretramento nonostante il dilagare di scuole private, bilingue, internazionali e religiose (qui sono presenti, oltre ovviamente ai buddhisti, anche, ad esempio, gli istituti dei salesiani). Vista l’offerta ci si attenderebbe almeno una discreta conoscenza dell’inglese. Al contrario, oggi si affidano – anche e soprattutto i giovani e persino gli impiegati nel settore turistico – ai traduttori delle App (e alla calcolatrice dello smartphone per far di conto). Persino nei supermercati (dove adesso spuntato gli stagisti cassieri, in un progressivo arretramento lavoristico filo-occidentale) le e i cassieri faticano a dare il resto se, di fronte a una spesa di 600 Bath, gli offri 1.100 Bath, pensando favorirli con il resto (visto che esiste la banconota da 500 Bath).
Prendiamo a esempio una tra le zone che sta registrando una notevole crescita turistica sulla costa, Khao Takiab. Qui il proliferare di grattacieli a mare si scontra, da una parte, con l’innalzamento del livello di quello stesso mare che non permette più di usufruire della spiaggia – sommersa per intere giornate con l’alta marea – e, dall’altra, con quel liberismo edilizio sfrenato – alla Milei, per intenderci – che confida nel privato per gli investimenti nelle infrastrutture pubbliche. Vuoi edificare selvaggiamente condomini che restano vuoti gran parte dell’anno? Sicuramente ti impegnerai a investire in strade, marciapiedi, servizi di trasporto pubblico, raccolta dei rifiuti e fognature! Sbagliato. Al massimo, le real estate si preoccupano di fornire uno ionizzatore in ciascun condominio affinché i residenti possano riempire bidoni di plastica (sic!) con acqua depurata.


E non approfondiamo la vista che attende residenti e vacanzieri appena usciti dal condominio: baracche e rivoli fognari a cielo aperto, rifiuti e detriti, la solita interminabile sfilza di centri massaggi e qualche venditore di frutta o rivenditore di acqua – ovviamente in bottiglie di plastica.
Intanto, tutti i servizi pubblici restano a livello di terzo mondo, mentre i passaggi a mare per chi viva o risieda al di là della strada sono preclusi dai funghi speculativi che sorgono in una notte e, alla medesima velocità con la quale sono costruiti, si sgretolano di fronte alla forza prepotente del sole, della salsedine, delle mareggiate e delle piogge monsoniche.
venerdì, 28 febbraio 2025
In copertina e nel pezzo: Foto della Redazione di InTheNet