Palestina: freddo, fame e amputazioni senza anestesia
di La Redazione di InTheNet
Peggio di una camera a gas. Inutile che Israele cerchi di sbiancare la sua anima nera con il ricordo delle leggi razziali e dello sterminio compiuto dai nazi-fascisti nei campi di concentramento: quella è storia e rimarrà onta sulla nostra coscienza di italiani e tedeschi. Inutile che i Paesi europei e gli Stati Uniti giustifichino il Governo Netanyahu sulla base dell’Olocausto: impedire l’attuale genocidio del popolo palestinese sarebbe l’unico modo per dimostrare che la memoria insegna, che quel ‘mai più’ pronunciato allora significhi davvero qualcosa.
I dati dell’Unicef, nel frattempo, si fanno sempre più allarmanti. Gaza è stata rasa al suolo (prima del cessate il fuoco di 42 giorni) al 92%. Nella stessa e in Cisgiordania (dove continuano le violenze israeliane), “3,3 milioni di persone, di cui 1,7 milioni bambini, sono in urgente bisogno di assistenza umanitaria. Nella Striscia di Gaza, l’intera popolazione è in disperato bisogno d’aiuto: circa la metà, 1,1 milioni, sono bambini”. E più oltre, sul medesimo documento, leggiamo: “Decine di migliaia i civili uccisi o feriti a causa delle violenze, molti dei quali bambini, con abitazioni e infrastrutture essenziali in rovina, le famiglie sfollate ripetutamente e rifugiate in scuole e ospedali, anch’essi oggetto di attacchi militari indiscriminati. La popolazione è stata tagliata fuori dalle forniture vitali di acqua, cibo, medicine e altri beni essenziali, compreso l’accesso sicuro agli ospedali, con la carestia che rimane una minaccia incombente”. A tutto ciò si aggiunge il freddo e, con gli ospedali distrutti, il personale medico decimato e farmaci e anestetici ridotti al minimo, ormai si amputano adulti e bambini senza anestesia, mentre per i nati prematuri mancano le incubatrici e, soprattutto, i combustibili per i generatori di elettricità. Infine Israele, da anni, pratica l’arresto arbitrario dei cittadini palestinesi di Gaza, imponendo detenzioni senza contatti col mondo esterno, senza possibilità di ricorrere all’assistenza legale, senza accuse precise e, spesso, commettendo atti di maltrattamento fusico e psicologico, stupri (anche con oggetti) e torture contro i reclusi (1). Ecco perché oggi i palestinesi festeggiano per il rilascio dei loro cari, spesso incarcerati per anni a scopo punitivo o intimidatorio.
Amnesty International ha pubblicato un rapporto preciso, che non lascia dubbi fin dal titolo: Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza. Per quanto Europa e States facciano per occultare quanto è accaduto e sta ancora accadendo a Jenin, questa volta – a differenza di 80 anni fa – nessuno può più dirsi innocente perché all’oscuro dell’orrore.
Leggiamo dalle note stampa che: “Le ricerche effettuate da Amnesty International hanno rinvenuto sufficienti elementi per portarla alla conclusione che Israele ha commesso e sta continuando a commettere genocidio nei confronti della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata”.
Nello specifico: “Il rapporto di Amnesty International mostra che Israele ha compiuto atti proibiti dalla Convenzione sul genocidio, con l’intento specifico di distruggere la popolazione palestinese di Gaza. Questi atti comprendono uccisioni, gravi danni fisici e mentali e la deliberata inflizione di condizioni di vita calcolate per causare la loro distruzione fisica. Mese dopo mese, Israele ha trattato la popolazione palestinese di Gaza come un gruppo subumano non meritevole di diritti umani e dignità, dimostrando il suo intento di distruggerli fisicamente” – come ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria generale di Amnesty International.
E la stessa ha continuato puntando il dito proprio contro di noi, occidentali: “Gli Stati che attualmente continuano a trasferire armi a Israele devono sapere che stanno violando il loro obbligo di prevenire il genocidio e rischiano di diventarne complici. Tutti gli Stati che hanno influenza su Israele, soprattutto i principali fornitori di armi come Usa e Germania così come ulteriori Stati membri dell’Unione europea, il Regno Unito e altri ancora, devono agire adesso per porre immediatamente fine alle atrocità israeliane contro la popolazione palestinese di Gaza”. Sappiamo che l’Italia, come oltre ottant’anni fa, ha le mani lorde di sangue.
Purtroppo nonostante gli appelli delle Nazioni Unite, è ormai chiaro che solamente i popoli dei Paesi occidentali, opponendosi alle politiche dei loro Governi, potranno fermare il genocidio a Gaza, in Cisgiordania e nei campi profughi, una volta per tutte, pretendendo finalmente la nascita dello Stato di Palestina. L’Occidente, i Paesi arabi del Golfo e il diritto internazionale hanno fallito – o peggio, sono rimasti a guardare o si sono trasformati in complici dello sterminio. Poche settimane di tregua di fronte al disastro umanitario e al collasso delle infrastrutture non sono niente.
Chi potrà cambiare il mazzo truccato in tavola? Ci piace immaginare possa riuscirci una canzone, che diventi simbolo come lo fu Imagine di John Lennon, di una nuova generazione, più consapevole e pacifista, che rischia anche di perdere un contratto o un lavoro pur di cambiare la narrazione:
iyah may con Karmageddon. Buon ascolto (e buona lettura)!
(1) Il Rapporto di B’Tselem, che abbiamo pubblicato al riguardo:
venerdì, 24 gennaio 2025
In copertina: Gaza, foto di Hosny Salah da Pixabay