Primo spettacolo in Cartellone, Overload di Sotterraneo
di La Redazione di Inthenet
Taglio dei nastri lo scorso 19 ottobre per il Teatro Cantiere Florida di Firenze – che da oltre un decennio vede la sua Stagione di prosa ideata e organizzata da Elsinor Centro di Produzione Teatrale.
Nove gli spettacoli – fino al 5 aprile 2025 – compresi i premi Ubu, Sotterraneo, con la performance che li ha definitivamente consacrati sui palcoscenici italiani, Overload. In scena, in rigoroso ordine alfabetico, Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Lorenza Guerrini, Daniele Pennati e Giulio Santolini, mentre la scrittura drammaturgica è stata affidata come sempre a Daniele Villa (il 19 e il 20 ottobre).
In prima assoluta segnaliamo Avrei preferito essere un gabbiano, il nuovo spettacolo del Teatro dell’Elce, dedicato alla figura controversa di Rodolfo Siviero – prima, agente segreto al servizio del regime fascista e, dopo l’armistizio, passato alla Resistenza. Nel Dopoguerra, si dedicherà al recupero delle opere d’arte trafugate dai tedeschi in Italia. A interpretarlo, Marco Di Costanzo (in scena il 30 ottobre).
Tre le prime toscane. In nome della madre, tratto da un romanzo di Erri De Luca, dedicato alla figura di Maria, madre di Cristo, interpretata da Patrizia Punzo, che si concentra sui nove mesi della gravidanza della giovane. Un testo scritto dalla penna di un ateo, conoscitore dell’ebraico antico e assiduo lettore della Bibbia, che fa propria la voce di un’adolescente alle prese con una situazione alquanto complicata – dalla gravidanza all’esodo, che costringerà lei e il marito a trasformarsi in rifugiati ante-litteram (il 6 e 7 dicembre).
La seconda prima regionale è quella di Biancofango, con Never Young, che si propone di indagare la figura di Lolita (inventata da Nabokov e sublimata cinematograficamente da Stanley Kubrick) oggi ridotta a una baby squillo, “alla prostituzione nei bagni delle scuole, ai marchettari bambini, agli sugar baby/daddy/mommy, a OnlyFans”. Produzione Elsinor e Spazio K che sarà presentata il 9 novembre.
Sempre tratto da un’opera letteraria e sempre in prima regionale è María, ispirato a Sono venuta solo per telefonare, racconto del maestro del realismo magico, Gabriel García Márquez, per la regia di Elena Delithanassis. Qui i temi affrontati toccano nervi tuttora scoperti – dalla Spagna franchista alla realtà dell’ospedale psichiatrico (in scena il 20 e il 21 dicembre). Sempre al femminile, lo spettacolo che sarà presentato il 17 e il 18 gennaio, inaugurando la Stagione 2025, Dentro. Una storia vera, se volete, di e con Giuliana Musso. Può una figlia odiare la madre? E chi può spiegare un tale sentimento: psicoterapeuti, educatori, medici, assistenti sociali, avvocati, magistrati? Non occorre leggere le cronache, basterebbe pensare a quante giovani affrontano l’anoressia, sintomo del rifiuto a identificarsi con la figura materna, per comprendere quanto diceva Tolstoj in Anna Karenina: “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
L’Oreste. Quando i morti uccidono i vivi (in scena il 7 e l’8 febbraio 2025) si concentrerà nuovamente sul tema della salute mentale e degli ex Ospedali psichiatrici. Diretto da Francesco Niccolini, con Claudio Casadio nei panni di un personaggio insieme poetico e drammatico, supportato da un’animazione grafica che fa interagire efficacemente teatro e fumetto. A sole due settimane di distanza, il 21 e 22 febbraio, riflettori nuovamente accesi al Florida, questa volta su Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro, per la regia di Emanuele Aldrovandi. L’attenzione torna a porsi sulla tematica madre/figlia, le aspettative di una madre/le delusioni di una figlia, qui in maniera molto prossima a uno tra i capolavori di Luchino Visconti del periodo neorealista, Bellissima – con una superba Anna Magnani.
In chiusura di Stagione, il 5 aprile in data unica, andrà in scena L’ultima casa di Rosa, “elegia operaia scritta e diretta da Sandro Fracasso con Francesco Baldi nel ruolo di protagonista. Ivo lavora in fabbrica, e un giorno per lui arriva l’amore: intero e assoluto”, e il suo ‘amore’ è Rosa, ma Rosa è una pressa, una macchina – come lo era la locomotiva adorata da Jacques Lantier, il protagonista de La belva umana di Zola, o la catena di montaggio di cui è schiavo Lulù in La classe operaia va in paradiso. Una riflessione sul boom economico italiano degli anni 60 del Novecento, e sul diritto – che sarebbe garantito a tutti dalla Costituzione – al lavoro (magari dignitoso e gratificante).
Tutti gli spettacoli si terranno alle ore 21.00 presso la sede fiorentina del Teatro Cantiere Florida, in via Pisana 111/R.
venerdì, 25 ottobre 2024
In copertina: Il Logo del Teatro Cantiere Florida