Dmitry Polyanskiy narra, secondo il punto di vista russo, quanto accaduto a Kursk
di e traduzione di Simona Maria Frigerio
Entriamo subito nel merito di quanto accaduto nella regione russa di Kursk con il terzo video (pubblicato sempre sul sito ufficiale russo, 1) e proseguiamo con la traduzione (iniziata la settimana scorsa, 2) della dichiarazione rilasciata, il 13 agosto, da Dmitry Polyanskiy durante l’incontro informale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicato ai Crimini delle Forze Armate Ucraine e dei battaglioni nazionalisti.
Nel video si notano palazzi anche residenziali gravemente danneggiati. Da una testimonianza emerge che, in città, mancano gas ed elettricità. I video che mostrerebbero quelli che Polyanskiy definisce letteralmente crimini di guerra sono presenti anche in rete: “Dozzine di abitanti di Sudzha e delle città vicine sono stati feriti a causa dell’attacco della scorsa settimana. L’intera Russia è rimasta scioccata quando alcuni militanti ucraini hanno ucciso una giovane 24enne, incinta, a cui è stato sparato a corto raggio mentre tentava di fuggire dalla zona con il marito e un bambino di 18 mesi. Un altro episodio è quello dell’attacco ucraino con un drone di un’ambulanza, che ha causato la morte del paramedico e dell’autista (3) – quest’ultimo ha lasciato moglie e figlia. Entrambi stavano rispondendo a una chiamata di emergenza nel distretto di Sudzhansky, in mezzo ai bombardamenti e ai droni ucraini. L’operatore di uno di questi droni ha deliberatamente e consapevolmente colpito l’ambulanza in un doppio attacco”. Polyanskiy,a proposito, ha lamentato che la Russia non ha sentito “una parola di condanna per tali azioni dagli sponsor occidentali del regime di Kyiv che continuano a coprire i crimini ripugnanti del loro ‘fantoccio’ (virgolette della Redazione) nello stesso modo in cui hanno ignorato le atrocità in Donbass per oltre otto anni. Continuano a ripetere che ‘l’Ucraina ha il diritto di difendersi’ riferendosi ad attacchi contro la popolazione civile nella regione di Kursk. Forse le delegazioni presenti oggi saranno in grado di spiegare come uccidere deliberatamente una donna incinta o una 75enne, in Russia, corrisponda al diritto all’auto-difesa”.
Il quarto video [sempre su (1)] mostra civili che tentano di lasciare il “territorio temporaneamente controllato dalle forze armate ucraine su un veicolo privato. Nonostante sia chiaro che non è un automezzo militare, i civili si trovano di fronte al fuoco dei militanti e sono considerati deliberatamente obiettivi; non sono, quindi, finiti in mezzo a uno scontro a fuoco tra combattenti. Ciò costituisce una grave violazione del Diritto Umanitario Internazionale, che prescrive di mettete al sicuro i civili in ogni circostanza”.
Più oltre il diplomatico afferma che, nonostante le prove, la Russia ha sentito solo “dichiarazioni a supporto del regime di Zelensky sia da parte degli States sia dei suoi alleati, i quali hanno preteso che questa avventura militare ben si coniughi con gli sforzi ucraini di arrestare gli attacchi sul proprio territorio. Sarei grato se qualcuno mi spiegasse come trasformare intenzionalmente dei civili in obiettivi militari serva a fermare gli attacchi sul territorio ucraino, visto che non erano presenti obiettivi militari o infrastrutture in zona”. Per proteggere la popolazione locale, la Russia ha proceduto all’evacuazione dei civili dalla regione di Kursk. Il quinto video [sempre su (1)] mostra testimonianze di quanto accaduto nella regione russa.
Polyanskiy ha poi proseguito con un’accusa che si potrebbe fare, anche con maggior veemenza, anche contro Israele, ossia che l’Ucraina “sfacciatamente ricorre a una gran varietà di mezzi letali per scacciare i giornalisti della stampa russa. Perché non è interessante per il mondo conoscere la verità su ciò che sta accadendo. Gli omicidi e la persecuzione dei giornalisti e dei corrispondenti di guerra è diventata pratica comune per la ‘junta’ ucraina (le virgolette sono della giornalista) con il tacito consenso degli sponsor occidentali. Abbiamo già sottoposto all’attenzione dei membri del Consiglio gli attacchi terroristici contro noti giornalisti, quali Daria Dugina (Platonova), Oleg Klokov, Rostislav Zhuravlevlev, Boris Maksudov, Semyon Yeremin, Sergei Postnov, Valery Kozhin e Nikita Tsitsagi – uccisi tutti a sangue freddo negli ultimi due anni. Nel contesto dell’incursione a Kursk abbiamo avuto ulteriore conferma che prendere di mira e uccidere i giornalisti è una strategia deliberata e consapevole dell’esercito di Zelensky. La scorsa settimana il corrispondente di guerra russo, Yevgeny Poddubny, è stato gravemente ferito da un drone ucraino nella regione di Kursk, dove stava svolgendo la propria attività. Il giorno del tentativo di omicidio, Poddubny aveva postato un video sul suo Canale Telegram che mostrava un veicolo blindato ucraino mentre bombardava un’auto con civili a bordo, in un villaggio di confine della regione di Kursk”.
Polyanskiy ha chiuso la disamina dei fatti occorsi a Kursk tra il 6 e il 13 agosto affermando che “coloro i quali contavano con questo attacco barbarico di seminare discordia tra la popolazione russa di spaventarla hanno fatto un errore fatale. Questo atto criminale ha unicamente consolidato la nostra società e mostrato chi è veramente il nostro nemico, che non merita altro che una completa sconfitta e la capitolazione incondizionata”.
Infine ha dichiarato che: “Dal 2014 tali atrocità hanno causato la morte di migliaia di persone, inclusi bambini, così come la distruzione deliberata di infrastrutture civili, scuole e ospedali. Nessuna ragione o ideologia può giustificare questo, e tutti coloro che hanno commesso tali crimini non potranno evitare la giustizia e le proprie responsabilità. Vi assicuro che in Russia, tutti i crimini ucraini contro la popolazione civile dal 2014 sono accuratamente documentati e sotto indagine da parte del Comitato Investigativo della Federazione Russa”. E più oltre: “Ringrazio coloro che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Ringrazio anche coloro che continuano a diffondere menzogne e affermazioni false sulla Russia, dato che tutte le vostre parole sono registrate e saranno parte di futuri processi in Tribunale. Comprendiamo che i nostri colleghi occidentali per ragioni politiche vogliano ancora rifiutare qualsiasi verità scomoda riguardo al vero volto del regime di Kyiv. Nel vostro distorto quadro del mondo in ‘bianco e nero’ l’Ucraina è buona e la Russia cattiva. Non importa la verità”. E qui Polyanskiy fa l’affermazione che abbiamo citato all’inizio della prima parte della traduzione, pubblicata la settimana scorsa, ossia che la Russia è entrata in Ucraina “per fermare la guerra civile iniziata dieci anni fa, e salvare gli abitanti delle regioni orientali ucraine dallo sterminio, sebbene l’Occidente si ostini a negarlo”.
Nelle conclusioni Dmitry Polyanskiy si è soffermato sulla responsabilità collettiva: “Il mondo ci osserva e coloro che hanno commesso dei crimini dovranno risponderne, non importa se sono a Kyiv, Wahington, Londra o Bruxelles. E oggi, avete l’opportunità di vedere come tali processi stiano guadagnando slancio in Russia. Siate certi che non ci fermeremo qui. Per coloro che tra di voi chiedevano la pace e la diplomazia reitererò l’amara realtà ancora una volta. In giugno, il mio Paese ha proposto una negoziazione molto generosa all’Ucraina, vista la sua disperata situazione al fronte. Abbiamo ricevuto la risposta la settimana scorsa – il regime di Zelensky ha scelto l’escalation e la guerra con l’incursione in una pacifica regione russa. Questo è un errore fatale che sarà rimpianto dagli ucraini in futuro. Ma la scelta è stata fatta. Cosa resta da sapere è se sia stata presa con la consapevolezza occidentale o se sia stato un atto di personale follia. L’ultima volta che abbiamo visto i carri armati tedeschi sul nostro territorio è stato esattamente 80 anni fa. Ora sono guidati da ucraini. Tutti voi ricorderete com’è finita la Germania. La fine non sarà meno ingloriosa per i nazisti ucraini oggi. E tocca a voi decidere se continuare a spalleggiarli e affondare insieme in questo pantano disgraziato o scegliere finalmente di stare dalla parte giusta della storia. La scelta è vostra, signore e signori, e non diteci, poi, che non vi avevamo avvertiti”.
A breve commento possiamo solo aggiungere che per la prima volta in una sede ufficiale la Federazione Russa parla apertamente di resa incondizionata dell’Ucraina. Si può anche notare che i dubbi sulla complicità occidentale all’invasione di Kursk sebbene diplomaticamente legittimi, dalle dichiarazioni a mezzo stampa dei leader occidentali – in primis, di Olaf Scholz – paiono alquanto fragili. Basti pensare che, almeno sulla carta, l’Ucraina non potrebbe utilizzare i carri armati tedeschi o i Bradley statunitensi senza il consenso di quelli che, se non vogliamo denominare sponsor, sono per lo meno donor.
Il regime change in Russia o un attacco alla centrale nucleare (situata sulla riva del fiume Seym presso la cittadina di Kurcatov, a circa 40 chilometri a ovest di Kursk) forse tra gli obiettivi ucraini – al momento non raggiunti – possono spiegare un attacco così massiccio e che ha drenato tali e tante risorse umane e armamenti? Sicuramente gli ucraini hanno ancora una volta rivitalizzato la loro immagine, sottovalutato la coesione slava, compreso ben poco gli obiettivi dei loro donor soprattutto se dem statunitensi che, in campagna elettorale, si giocheranno la carta del ‘successo’ dei loro alleati ucraini contro Trump, il quale del disimpegno in Ucraina e del nuovo fronte in Cina ha fatto il suo vessillo.
Certamente la strada verso il multipolarismo è ancora lunga e sarà irta di ostacoli. Ancora più difficili da superare se le analisi della stampa non diventeranno più critiche ma continueranno a fare da cassa di risonanza per il pensiero unico. Un morto, o un milione di morti, in fondo – come dimostra Gaza – non contano: basta solo cancellarli dall’immaginario collettivo.
(1) La dichiarazione ufficiale in inglese con possibilità di visionare i vari video a comprova: https://russiaun.ru/en/news/130820244
(2) https://www.inthenet.eu/2024/08/23/ogni-mezzo-e-lecito-in-amore-e-in-guerra/
(3) Scene a cui l’Occidente pare ormai avvezzo, visti i bombardamenti indiscriminati di Israele per fare tabula rasa della Striscia di Gaza e usi anche agli States, come dimostrava il video Collateral Murder per il quale è stato perseguitato Julian Assange
venerdì, 30 agosto 2024
In copertina: Centrale nucleare di Kursk, autunno 2010. Opera propria di Dmitriy 92. CC BY-SA 4.0