Forte dei Marmi: non solo yacht e calciatori
di Simona Maria Frigerio
Un testo genialmente sopra le righe firmato da Andrea Cosentino, la regia rigorosa di Caterina Simonelli e l’ottima interpretazione di Marco Brinzi per un Glenn Gould, bordo mare, che ha il sapore di La vita e le opinioni di Tristram Shandy. Ovvero, il testo di Cosentino si confronta con l’impossibilità per qualsiasi attore di impersonare Gould, un pianista, ma soprattutto un uomo complesso, sfuggente, enigmatico e con una serie di problematiche psicologiche irrisolte che lo hanno costretto ad allontanarsi per sempre dai palcoscenici nel lontano 1964, per dedicarsi solamente alle registrazioni in studio (quei dischi che oggi ci permettono di riascoltare la magia matematica dsl suo tocco nel reinterpretare al pianoforte Bach, ma che non possono avvicinarci al mistero dell’uomo).
E allora il testo di Cosentino usa Gould per raccontare altro, ossia il teatro: uomini e donne che noi non vediamo, della cui esistenza forse non sappiamo neppure, ma che creano un universo parallelo in cui un testo o uno spartito diventano, grazie a un interprete della voce o della musica, tridimensionali fino a giungere a noi, seduti in platea.
Dalla donna delle pulizie – intelligente il rimando al cliché – al responsabile della sicurezza, dal critico che si deve letteralmente arrampicare sui vetri per raggiungere le vette di Gould, maestro della fuga (in ogni senso), ad amici e parenti svegliati a notte fonda per dare conforto a un ipocondriaco, ansioso alla vigilia del suo ultimo concerto. E pian piano è proprio il palcoscenico quello che emerge protagonista, come la cattedra della commissione d’esame o la scrivania del tagliatore di teste.
Qualche incongruenza alla Cosentino resta. Nel 1964 non esistevano i cellulari per distrarre il pianista; così come, se si restava a casa, in Italia, era per vedere Mike Bongiorno e non House of cards (a parte che, i giochi di potere della serie scompaiono di fronte alla scelta attuale delle presidenziali US, tra un malato di Alzheimer guerrafondaio, teleguidato dalle lobby delle armi, e un miliardario che storna qualche fondo per una escort e cercano di far fuori dalla corsa elettorale moltiplicando un capo d’accusa tanto volgarmente banale). Anche le hostess israeliane ci infastidiscono: sarà perché gli aerei di Netanyahu dal 7 ottobre hanno raso al suolo l’80% di Gaza e ucciso circa 40mila persone. I testi, soprattutto teatrali, si possono modificare, e il teatro più è specchio di ciò che ci circonda e più si avvicina alle sue origini, ad Aristofane, in primis.
Bella e difficile la scelta della spiaggia libera di Forte dei Marmi per presentare al pubblico il monologo. Prova difficile sia per Brinzi sia per Simonelli alla regia, ma suggestiva e che ha contribuito a dare alla platea la sensazione di compartecipare a un rito, laico, quale il teatro è e resta.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di InForme Festival 2024:
Spiaggia libera di Forte dei Marmi (LU)
domenica 7 luglio 2024, ore 21.15
Glenn Gould
L’arte della fuga
con Marco Brinzi
drammaturgia Andrea Cosentino
regia Caterina Simonelli
produzione IF Prana in collaborazione con Fondazione Cantieri d’arte Chiusi
venerdì, 19 luglio 2024
In copertina: Alcune tra le organizzatrici di If Prana e di InForme Festival sulla spiaggia di Forte dei Marmi