Intervista a Nicola Pianzola e Anna Dora Dorno: quale futuro dopo la partenza dal LIV?
di Simona Maria Frigerio
A settembre, per Instabili Vaganti, compagine teatrale famosa in tutto il mondo (e, quindi, come ogni eccellenza italiana poco nota nel nostro Paese, sebbene abbia il riconoscimento ministeriale), si aprirà un nuovo capitolo – gioco forza. Questo perché dopo circa quattordici anni di permanenza nella zona di Barca, una tra le più periferiche e abbandonate della ricca e ridente Bologna, saranno costretti a lasciare il LIV Performing Arts Centre, che in questi anni era stato non solamente punto d’incontro tra realtà di sperimentazione e ricerca internazionale, ma anche di aggregazione – grazie ai tanti laboratori e alle iniziative in quartiere, come TrenOff (1), che per due edizioni aveva allontanato gli spacciatori dal Treno per restituire edificio, strada e giardini ai cittadini.
Per capire come mai il quartiere Borgo-Panigale Reno pare preferire una associazione di karate a una realtà teatrale che ha perseguito con serietà e costanza un proprio processo artistico, radicandosi nel territorio e restituendo bellezza, abbiamo contattato Nicola Pianzola e Anna Dora Dorno: questo il loro racconto.
Nicola Pianzola: «Il LIV è stato concepito come un centro per le arti performative – dalla formazione alla creazione, passando per le residenze, la produzione fino ai progetti internazionali. Lo spazio è stato ricavato da un sottotetto di un ex granaio all’interno di un centro sportivo e ha rappresentato, in un certo senso, una ‘anomalia culturale’ in un’area molto periferica com’è la zona di Barca a Bologna. Uno spazio che abbiamo letteralmente costruito con le nostre mani in modo da renderlo adatto soprattutto alle attività di formazione e, proprio per questo, abbiamo proposto laboratori sia di teatro sia di danza a utenze diverse. Alcuni erano dedicati ai professionisti e altri ai non professionisti, ed erano trasversali anche a livello di età degli allievi coinvolti – dai bambini fino agli adulti. Non dimentichiamo, infine, che per dieci anni il LIV è stato la sede della prima scuola di circo e teatro per bambini, la quale ha avuto un tale successo che, a un certo punto, circa 70 famiglie vi partecipavano ogni anno. Inoltre, mi piace ricordare che è stata la sede in cui si sono sviluppati i progetti internazionali che univano la formazione alla produzione di spettacoli – e penso sia a Stracci della memoria sia a Megalopolis. Infine, è stata la sede per due anni consecutivi di un international laboratory, in cui professionisti da ogni parte del mondo venivano a studiare da noi per un intero semestre e, alla fine, presentavano al pubblico i risultati di questi work in progress. Al LIV abbiamo anche ideato uno spettacolo come Made in ILVA – che continua a essere programmato a teatro – e, anche se la sala non era prettamente teatrale, il nucleo della ricerca e della sperimentazione di ogni nostro processo creativo si è svolto lì».
Per anni avete organizzato il Festival Performazioni. Vi era qualche legame con il LIV?
N. P.: «Sì, nei primi anni è stato anche la sede del Festival internazionale Performazioni, nato appunto come un international workshop festival in cui invitavamo maestri da tutto il mondo e che univa i momenti di formazione – che erano gestiti da questi maestri europei ma anche di altri Paesi – a spettacoli e performance».
Anche le due edizioni di TrenOff sono nate al LIV?
N. P.: «Ovviamente. Il progetto – nelle edizioni del 2012 e 2017 – nasceva dal desiderio di incontrare la realtà multietnica presente al Treno di Bologna, ossia in questo lunghissimo edificio a due piani, destinato ad abitazioni e negozi, in una zona molto degradata e periferica della città. Un progetto che andava a invaderne i portici partendo da performance selezionate attraverso una open call e dal concetto della simultaneità e della multidisciplinarietà. Vi hanno partecipato, infatti, musicisti, teatranti, danzatori e artisti visivi. Il pubblico, poi, invece di sedersi in poltrona, era ‘costretto’ a percorrere i portici, riappropriandosene e abitandoli, mentre passava da una performance all’altra. Fu un esperimento molto positivo anche a livello di aggregazione».
Anna Dora Dorno: «Vorrei aggiungere che TrenOff ha fatto da apripista. Purtroppo noi, dopo di allora, non abbiamo più ricevuto alcun contributo dalle istituzioni per il sostegno al Festival e non potendo accollarci in toto, come Compagnia, le spese organizzative, abbiamo dovuto sospendere il progetto. Le istituzioni, però, hanno usato il nostro know how producendo eventi in proprio, rigenerando in parte la zona e destinando finalmente alcuni locali a delle associazioni».
N. P.: «Non a caso, forse, da due anni la città organizza il Bologna Portici Festival che, all’inizio, doveva interessare anche i portici del Treno e per promuoverlo hanno utilizzato anche le foto del nostro Festival. L’anno scorso, quindi, abbiamo deciso di partecipare anche noi al bando e, siccome i bandi del Comune erano solo due – uno dedicato alla danza e l’altro alla musica – ci siamo candidati per quello della danza e abbiamo vinto. Alla base del nostro progetto vi era l’idea di riproporre TrenOff off per valorizzare nuovamente la periferia. Avevamo già investito sulla grafica e invitato alcune compagnie, quando il Comune ha deciso di curare direttamente la programmazione e di affidare alle compagnie solo la creazione dei contenuti. Di conseguenza, il Treno e il quartiere Barca sono stati completamente tagliati fuori e destinati a una festa musicale finale; e noi, come Instabili Vaganti, abbiamo potuto solamente produrre due spettacoli di danza che sono stati presentati in centro, a Bologna. Nell’edizione successiva non so se le altre realtà che si erano presentate e avevano vinto il primo bando siano state ricontattate, ma noi non siamo stati interpellati e la programmazione del Comune si è rivolta più che altro a dei nomi commerciali. Si è passati da una Compagnia indipendente che fa vivere uno spazio periferico al cantante di Sanremo che attira pubblico in pieno centro».
Questo il passato. E il futuro?
Continuiamo la nostra intervista su https://teatro.persinsala.it/anna-dora-dorno-nicola-pianzola/67934
(1) https://www.inthenet.eu/2017/09/11/trenoff-2017/
venerdì, 5 luglio 2024
In copertina: Nicola Pianzola e Anna Dora Dorno