Poema in versi liberi di Giuseppe Buemi
di Emilio Nigro
L’indipendenza del verso libero. Del canto senza direzione, senza suggeritore o committente, della parola che svela l’essere delle cose (W.F.Otto – il mito) appartenente esclusivamente al proprio istinto creativo. Quarantacinque anni, siciliano, Giuseppe Buemi, poeta, premi importanti in carriera, la terra lontana, Roma (dimora attuale) e i suoi cieli sui quali tentano i campanili, e ronde di stormi neri come inchiostro in guazzo. Odissea di Sicilia, l’ultimo lavoro, auto prodotto, «un viaggio autobiografico a ritroso» lo definisce l’autore.
E la poesia è un gioco di intercettazioni e corrispondenze, per chi le scrive, in connessione con le cose invisibili e le “colonne vive della natura” (C. Baudelaire), e chi ne ascolta, chi ne prende volendo fare luce nei bui personali o semplicemente per rifiatare. Un patto mal taciuto, non predisposto, non voluto, per un rapporto bilaterale senza contratto sociale, la libertà di fare suono, per vocazione, e essere capaci di ascoltare, di raccogliere.
Il verso di Buemi è zigrinato, al pari delle montagne del suo entroterra, affacciato sulle Eolie, identificato da una storia scritta dai dominanti, di cui se ne rivendica, con il fraseggiare, l’autoctonia. Zigrinato per evitare il vocativo, quell’enfasi creduta motivo di potenza lirica e invece pratica apparente, sofista, corrosivamente magniloquente, per imbonitori. La parola di Buemi è distillato di autenticità limando poco a schivare squisitamente una formalità rotondamente ipocrita, restituendo piuttosto musicalità immediata, sdrucciolevole, mediante la rima e la morfologia sintattica, a veicolo di un dire mai pedagogico o destinato alla propaganda morale. Un dire, un cantare simile al cunto, al travaso di memoria che risente dell’effetto temporale, di una memoria tenuta in vita, a motivo di ribellione, a motivo di fierezza d’autenticazione. Un cunto in versi, di cui se ne esce rapiti e scossi «qualcosa che mi agita/mi porto dentro i giorni/e non dimentico/neanche all’imbrunire./Sono uomini di pietra,/le donne del fienile./La vita è come abbia qualche pezza/ – qualche asprezza -/che si scuce. Persistono gli spiriti/nascosti/nella luce», la saggezza antica, popolare, l’oralità da genia a genia, l’immagine evocativa, la persistenza di un languore di radici mai spiantate che fioriscono altrove. Si rivolge ellitticamente ad Ulisse, assalitore inconsapevole, travisatore, e ridare dignità ad un popolo identificato (secondo la leggende omerica) maliziosamente nei Ciclopi, ipovedenti, monolitici. E si sa, la storia, romanzata, fa comodo ai colonizzatori, a sfigurare l’altro quando rivendica autonomia, rivendica esistenza non eterodiretta. Ma la poesia esula dalla ribellione politica armata, anzi, se ne fa voce musicata, potenza dell’arciere, testamento di coscienza. Poesia è il sorso speziato nel bicchiere, il groviglio articolato per ritmo e figura retorica, metrica e trasgressione della metrica. «Siamo giunti a quei giorni/di maschere vere, preghiere/e defunti. Ed ancora si sentono/i canti. Attraversano boschi/aggiungono antichi mulini.», si nota l’evitamento dell’arcaicizzante, l’abbattimento dell’artificio, la verticalità dell’intenzione, o piuttosto del movente sentimentale/sensoriale.
Un cunto di uomini e genti fuori dagli eroi tragici alessandrini, ma di cui i componimenti ne rianimano l’entità vocale, mediterranea, l’esposizione simultanea, paratattica, grecanica.
Nel contesto di un centinaio di pagine sistemate dalla struttura significativa e capitolare, emergente la trasposizione di geografie territoriali, umane e sociali nitide e mistificate positivamente dall’enigma del linguaggio poetico, quel mistero che lascia all’immaginazione la percezione esoterica, traspirante.
Se ne restituisce un corpus potente, verticale, penetrante e disincantato. In cui specchiarsi e perdersi, dello smarrimento dolce dell’approdare altrove, trasmigrati dal suono, dall’aria fatta in verso.
Odissea di Sicilia
Poema in versi liberi
di Giuseppe Buemi
Amazon, 17 dicembre 2023
112 pagine
copertina flessibile
Euro 10,40
venerdì, 15 marzo 2024
In copertina: la copertina del libro