…quando muore qualcuno
di Simona Maria Frigerio
Quelle che seguono sono speculazioni spurie. Le risultanze dell’autopsia hanno provato che la morte di Alexey Navalny è stata naturale. Notizia confermata anche dai servizi segreti ucraini (informati meglio dei nostri, sembrerebbe) ma questo non ha impedito a quasi tutti i Presidenti europei (da Mattarella a Macron) di insultare e dichiarare colpevole Putin e a Biden di varare un nuovo pacchetto di sanzioni unilaterali contro la Russia in base a un omicidio politico mai avvenuto.
A bocce ferme, esaurita l’ondata retorica dei mass media e della politica occidentali, chiediamoci a chi abbia giovato la morte (naturale) di Alexey Navalny.
Escludiamo il Presidente Putin per ovvie ragioni. Sta vincendo sul campo, a livello economico e di comunicazione dopo l’intervista di Tucker Carlson, con sondaggi che lo vedono toccare l’80% di popolarità; i Brics ormai volano alto, mentre le economie del G7 rischiano (a parte forse gli States) un tracollo memorabile; l’alleanza con la Cina, che l’Occidente ha tentato di minare, è più salda che mai e – dopo l’appoggio incondizionato (visto anche l’ultimo veto all’Onu per un cessate il fuoco a Gaza) degli US a Israele per il genocidio dei palestinesi – si registra il raffreddamento dei rapporti tra India e Stati Uniti. Detto questo, giocarsi l’immagine con l’omicidio di un oppositore politico che non ha mai raccolto consensi a due cifre in patria e che l’Occidente aveva ormai dimenticato, sarebbe stato un autogol che un fine tessitore come Putin non avrebbe mai fatto. Solo queste semplici considerazioni avrebbero dovuto costringere alla prudenza politici e giornalisti occidentali.
Molti in questi giorni avevano ipotizzato piste ucraine oppure occidentali, ma forse sarebbe stato il caso di ipotizzare anche un altro giocatore in campo: chi in Russia avrebbe potuto voler inviare un messaggio al Presidente che, nelle prossime elezioni, si candida come indipendente.
Perché? Per due motivi. Il primo è che esistono anche in Russia minoranze non solamente filo-naziste ma anche espressione del liberismo di destra più sfrenato, quello ereditato dagli infausti anni di El’cin quando il Paese fu svenduto a oligarchi, mafie e multinazionali occidentali. Le manovre di Putin per dirigere la Russia se non verso un recupero dei valori socialisti, almeno verso un Paese più equo, con un welfare solido e maggiori entrate per pensionati e lavoratori, potrebbero non essere gradite. Dall’altro lato è indubbio che alcuni segmenti dell’economia russa potrebbero stare soffrendo per via delle sanzioni o, peggio, per il congelamento degli asset russi da parte dell’Occidente. Magari qualche oligarca comincia a fremere all’idea di non poter rimettere le mani su capitali guadagnati (o rapinati alla popolazione russa) speculando sul disorientamento sociale ed economico successivo allo scioglimento dell’Urss.
Come dicevamo: speculazioni spurie. Ma pertinenti per allargare la discussione in caso di nuove morti sospette, prima di lanciare accuse a vanvera e ripetere la figuraccia che hanno fatto i nostri governanti.
venerdì, 1° marzo 2024
In copertina: Alexey Navalny in una immagine di Daniel da Pixabay