Sarà la Corte internazionale di giustizia a certificare il genocidio?
di La Redazione di InTheNet
Lo scorso 29 dicembre è stata la Corte internazionale di giustizia (nota anche con il nome di Tribunale internazionale dell’Aia), a rendere pubblica la richiesta del Sudafrica per un’azione giudiziaria contro lo Stato di Israele.
Precisiamo che in questo caso non si tratta della Corte penale internazionale, nata dai Trattati di Roma (e che si dubita sia manovrata per scopi politici dagli States e dai suoi alleati) bensì del principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – di ben altro peso e con altre possibilità di manovra.
L’accusa è particolarmente grave in quanto è letteralmente di genocidio e occorre ricordare che gli obblighi del Trattato richiamati dal Sudafrica e che Israele è accusato di violare sono proprio quelli stabiliti dopo l’Olocausto, e cioè il tentativo di “distruggere un popolo per intero o in parte”.
Le rimostranze indignate del Governo di Israele dovrebbero essere messe a tacere dalle cifre stesse della strage: a fine dicembre, in meno di tre mesi di bombardamenti a tappeto e attacco via terra, l’esercito israeliano ha ucciso oltre 21.000 persone (quasi tutte civili e di cui circa 10.000 erano bambini), mentre i feriti sono quasi 56.000 e l’intera popolazione della Striscia di Gaza (poco meno di 2 milioni di persone) è in fuga dalle proprie case ridotte in macerie. Ma non solo. Perché l’esercito israeliano si è macchiato del crimine di guerra – come dimostra l’inchiesta del NYT (1) – di aver sganciato bombe da 900 kg sulla zona a Sud di Gaza dove i civili avrebbero dovuto essere tenuti al sicuro.
Israele ha inoltre ucciso rappresentanti dell’Onu, medici e operatori sanitari, e un centinaio di giornalisti; oltre ad aver distrutto ospedali e scuole, strutture pubbliche e persino la sede del Parlamento (che i nostri compiacenti mass media hanno puntualizzato fosse il ‘parlamento di Hamas’ senza tenere in considerazione che tale edificio è il primo simbolo della democrazia in qualsiasi Paese e distruggerlo è, metaforicamente, l’azzeramento di un popolo).
Come apprendiamo dalla stampa, nel documento presentato dal Sudafrica al Tribunale dell’Aia, si fa riferimento a fatti che dimostrano “che, in un contesto di apartheid, espulsione, pulizia etnica, annessione, occupazione, discriminazione e continua negazione del diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione – Israele, in particolare dal 7 ottobre 2023, non è riuscito a prevenire il genocidio e non è riuscito a perseguire l’incitamento diretto e pubblico al genocidio. Ancora più grave, Israele si è impegnato, si sta impegnando e rischia di impegnarsi ulteriormente in atti di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Tali atti includono l’uccisione, il causare gravi danni mentali e fisici e l’infliggere deliberatamente condizioni di vita intese a provocare la distruzione fisica come gruppo (2)”.
Primo Levi scriveva in Se questo è un uomo: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”. Purtroppo Levi aveva ragione: la prima vittima di 75 anni di occupazione territoriale e disumanizzazione del popolo palestinese è la coscienza di Israele.
(1) https://www.nytimes.com/2023/12/21/world/middleeast/israel-gaza-bomb-investigation.html
venerdì, 5 gennaio 2024
In copertina: Il documento ufficiale dato alla stampa dalla Corte internazionale di giustizia