Come creare una narrazione parallela contando sull’ignavia* umana
di Simona Maria Frigerio
Negli ultimi quattro anni la ‘Terza guerra mondiale a pezzi’ – Jorge Mario Bergoglio docet – ha assunto un ritmo più sostenuto a fronte delle oggettive difficoltà del capitalismo globalizzato di continuare a sfruttare le periferie, economicamente, per arricchire i centri, finanziariamente. Le teorie di una crescita illimitata si sono scontrate con i limiti imposti più che dalla salvaguardia dell’ambiente (velo ipocrita dietro al quale si dovrà nascondere la de-industrializzazione europea) dall’impossibilità di continuare a far credere al Sud del mondo che, prima o poi – rispettando i diktat della Banca Mondiale, del Fondo Monetario, le misure di austerity e le teorie neo-liberiste – si sarebbe trasformato in centro di potere politico, economico e finanziario.
Purtroppo, se il debito pubblico e il surplus generato dal lavoro sono governati e posseduti da élite esterne al Paese; se la sua economia (l’industria ma anche l’agricoltura e i servizi) è al servizio delle multinazionali e non delle esigenze reali degli abitanti; se le risorse naturali e minerarie finiscono per essere sfruttate da Stati e multinazionali stranieri (con l’aggravante, anche per i centri di potere, che le seconde spesso hanno sede legale in paradisi fiscali) e se i media e i politici sono nelle mani di quelle stesse élite finanziarie – mentre le ideologie languono nel dimenticatoio e l’intellighenzia pare affetta da Alzheimer – ebbene se tutte queste varianti continuano a essere mixate a Wall Street, il Sud del mondo ha forse compreso che avrebbe atteso, per trasformarsi in centro, fino al giorno del Giudizio.
Gli States hanno perciò deciso di sacrificare la scartina: l’Europa, novella area da destabilizzare per i giochi dell’impero, privata ormai di qualsiasi autonomia o peso politico e/o economico e sperando di ottenere anche l’implosione della Russia; oltre che di tarpare le ali ai Brics, usando Israele come ariete per scardinare una volta di più il mondo arabo. Ad aiutarli in questa doppia manovra (a cui presto potrebbe aggiungersi Taiwan, ‘alleato’ sacrificabile sull’altare di un regime change in Cina), una massiccia campagna di disinformazione che non si può nemmeno più considerare dovuta a ignoranza, mancanza di strumenti o subalternità del giornalismo occidentale, quanto a sostegno effettivo del vero pivot della partita, gli Stati Uniti – che si sono ancora una volta dimostrati l’ago della bilancia a livello di Nazioni Unite.
Tutto principia da un virus corona
Per esemplificare al massimo quanto esposto e, magari, per iniziare il 2024 aprendo gli occhi, partiamo da dove si palesarono i primi ‘sintomi’ di questa Terza guerra mondiale, ossia dalla Covid-19, e mettiamo a confronto le dichiarazioni di allora (mai smentite) e le prove attuali sui cosiddetti vaccini a mRNA. Questo servirà a chiederci perché dovremmo ancora aver fiducia nei rappresentanti della politica nostrana ma, soprattutto, come mai la società civile non pretenda risposte vere e preferisca dimenticarsi di aver bollato, escluso e vituperato (per non dire privato del lavoro e del sostentamento) una parte della popolazione.
Ricordiamo, in primis per dovuta importanza, il nostro Presidente della Repubblica quando dichiarava: «Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la vita altrui. Chi pretende di non vaccinarsi in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà». L’allora Premier Mario Draghi, che si vorrebbe a capo della Commissione Europea, rincarava: «L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, non ti vaccini, ti ammali, muori, oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, lui lei muore». A seguire, per competenza in quanto Ministro della Sanità ai tempi degli Open Day, Roberto Speranza, che ci rassicurava: «Più asciughiamo l’area dei non vaccinati, più il Paese è in sicurezza».
Sicurezza ed efficacia – smentite
Partiamo dall’efficacia, continuamente sventolata con percentuali che variavano mentre spariva il termine ‘immunizzazione’ e si sostituiva con la generica promessa di ‘non ospedalizzazione’ o anche solo di ‘minor gravità della malattia’. Già il 22 dicembre 2021 Rai News pubblicava la frase del Presidente Biden che invitava gli statunitensi a vaccinarsi dicendo: «Se non siete vaccinati, rischiate il ricovero e la morte» ma ometteva questa risposta: «And because Omicron spreads so easily, we’ll see some fully vaccinated people get COVID, potentially in large numbers» (1) – in questo modo ammettendo implicitamente che i vaccinati si stavano contagiando.
Il 10 ottobre 2022 Pfizer, nella persona di Janine Small, alta funzionaria dell’azienda farmaceutica, ammetteva: «Non abbiamo fatto test per fermare i contagi, nessuno ce l’ha chiesto». Testuali parole. Ma non solo. Ursula von der Leyen, che aveva acquistato centinaia di milioni di dosi messaggiandosi con il Ceo di Pfizer, Burla (ma tali trattative non saranno mai rese pubbliche perché non solamente si sono svolte in segreto ma le prove, ossia i messaggi, sarebbero state cancellate), dovrebbe rispondere delle nostre tasse gettate al vento. A noi, di un farmaco a mRNA che non è mai stato in grado di bloccare il contagio, resta il conto da pagare. E salato. “Almeno 215 milioni di dosi di vaccini Covid-19 acquistate dai Paesi dell’Ue all’apice della pandemia sono state buttate via, con un costo stimato per i contribuenti di 4 miliardi di euro. E si tratta quasi certamente di una sottostima” (2).
Passiamo alla sicurezza
Ricordate gli allegri Open Day, quando dovevamo andare a vaccinarci in frotte come se andassimo a fare una scampagnata? Senza che nessuno leggesse il bugiardino che, correttamente, Pfizer pubblicava? E che sono ancora pubblicizzati, ad esempio, dalla regione ‘rossa’ Emilia-Romagna…?
Leggiamo proprio nel bugiardino, revisionato e messo in rete il 14 settembre 2023 (3) che “prima di ricevere il vaccino” avremmo dovuto informare il medico vaccinatore – e lo stesso avrebbe dovuto assicurarsi che gli dicessimo – se avevamo avuto una “reazione allergica o problemi respiratori dopo l’iniezione di un altro vaccino o dopo avere ricevuto questo vaccino in passato”; se avevamo “un problema di sanguinamento, una tendenza alla formazione di lividi, o se” usavamo “medicinali per prevenire la formazione di coaguli di sangue”; e ancora se avevamo “un sistema immunitario indebolito, a causa di una malattia come l’infezione da HIV, o di medicinali che influenzano il sistema immunitario, come i corticosteroidi”.
Ma non solo. Perché nello stesso bugiardino in cui si fa presente che “Comirnaty Original/Omicron BA.4-5 è un vaccino utilizzato per la prevenzione di COVID-19, malattia causata da SARS-CoV-2” – ma nessuno scrive che serve a prevenire la diffusione del virus – adesso si ammette quanto denunciato per anni da quelle persone che hanno sofferto di effetti avversi da vaccino: “Dopo la vaccinazione con Comirnaty è presente un aumento del rischio di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione del rivestimento esterno del cuore) […]. Queste condizioni possono svilupparsi pochi giorni dopo la vaccinazione e si sono verificate principalmente entro 14 giorni. Sono state osservate più spesso dopo la seconda dose di vaccino e nei maschi più giovani. […]. La maggior parte dei casi di miocardite e pericardite si risolve. Alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali”.
Propaganda e fatti. Ma ai fatti non ha fatto seguito la protesta della società civile a dimostrazione dell’ignavia o dell’indifferenza da cui siamo afflitti.
Il Donbass: questo sconosciuto
Il secondo step della Terza guerra mondiale a pezzi è stato sicuramente compiuto rifornendo di armi, mezzi e addestramento militare, per otto anni, l’Ucraina. Ufficialmente [si vedano le dichiarazioni del 2022 di Angela Merkel e François Hollande (4)] per la riconquista del Donbass; meno apertamente per un regime change in Russia così da trasformare il nostro ‘Bancomat energetico’ in un fornitore con la capacità di contrattazione che aveva il Niger con la Francia (5).
Per farlo, l’élite politico-economica occidentale ha dovuto sia occultare tutto quanto scritto e denunciato dal golpe di Maidan in avanti (6) – e sullo stesso – sia cancellare di fatto un’intera popolazione (quella del Donbass) dalla narrazione, riducendo a due contendenti il conflitto e facendo credere non solamente che tutto fosse iniziato nel 2022 ma anche che la Nato stava combattendo a fianco dell’Ucraina per difenderla dalla Federazione Russa.
Ovviamente oltre al sostegno militare si sono applicate le sanzioni e, per far digerire agli europei gli aumenti dell’energia, la Presidente della Commissione Europea doveva per forza farci credere che funzionassero. A Tallinn, in Estonia, la stampa internazionale riportava che von der Leyen – il 10 ottobre 2022 – affermava che avendo l’Unione europea “vietato tutte le esportazioni di semiconduttori […]. L’esercito russo […] ormai cannibalizza frigoriferi e lavatrici per recuperare i semiconduttori, cercando di ottenere i semiconduttori per il loro hardware militare”. Teniamo in mente che è trascorso quasi un anno e mezzo dalla cannibalizzazione dei frigor!
Altrettanto ottimistico, il 19 gennaio 2023, il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel (quello che avete contestato quando si sedette accanto a Erdoğan e non cedette la poltrona a von der Leyen, la quale però potrà sedersi sine die nel nostro Parlamento grazie alla sedia che le ha offerto Lorenzin), il quale, a Kyiv, affermò: “il 2023 sia l’anno della vittoria e della pace!”. Non sappiamo su quali elementi si basasse tale rosea aspettativa ma indubbiamente un politico dovrebbe essere più cauto o più lungimirante.
Il 6 marzo 2023, sempre per rassicurarci che la de-industrializzazione europea serviva almeno a far implodere il nostro ‘Bancomat energetico’ e, quindi, per prometterci un futuro migliore, ci pensava Open Online, che titolava, senza nemmeno peritarsi di controllare con fonti terze se l’informazione potesse essere veridica (come da deontologia professionale): “L’intelligence di Kiev: «Mosca è a corto di munizioni. I soldati usano le pale come armi»”. Il resto dell’articolo era ancor più spassoso: “C’è chi sguaina le spade, e chi le pale. Ad usare queste ultime sono i riservisti russi, almeno secondo l’ultimo rapporto dell’intelligence ucraina, che parla di un attacco a un avamposto nel quale i militari di Mosca hanno ricevuto l’ordine di assaltare le forze di Kiev usando «armi da fuoco e pale». Ma non pale qualsiasi. Nello specifico, si tratta di un modello noto come MPL-50. Progettata nel 1869, da allora è cambiata poco, riferisce il ministero della Difesa ucraino – che cura il rapporto – aggiungendo che si tratta di uno strumento che in Russia viene considerato «mitologico»”. La pala sarebbe un ‘mito’ come la clave di Ercole?
Il 29 aprile 2023 sempre Open Online riportava le dichiarazioni del Presidente ucraino Zelensky: “L’obiettivo è proprio quello di riprendere il controllo di tutti i territori occupati, compresa la Crimea” e, senza alcuna verifica (come sopra: la differenza tra giornalista e blogger o tra professionista e uomo della strada dovrebbe proprio essere il controllo delle fonti e delle informazioni), avallava anche l’affermazione successiva: “Le truppe russe perdono ogni giorno motivazione e al tempo stesso temono le conseguenze della loro ritirata”. Ma non solo. “Il colonnello delle forze armate ucraine Petro Chernyk, ha recentemente affermato che liberare la Crimea è ora molto più facile che attraversare la linea di demarcazione tracciata il 24 febbraio dello scorso anno, con l’inizio dell’invasione. Ma richiede missili a lungo raggio e una buona aviazione. Secondo l’esperto militare Roman Svitan, citato da Unian, le forze armate ucraine possono liberare la Crimea dagli occupanti entro l’autunno di quest’anno se dispongono delle forze e dei mezzi necessari”.
Persino la fedele Repubblica, però, il 3 dicembre scriveva: “La controffensiva ucraina è ufficialmente fallita. La nuova strategia, ‘suggerita’ dagli alleati, è la «difesa fortificata» per reggere in un 2024 che sarà il più difficile dall’invasione. Ogni ipotesi di aprire negoziati per far tacere le armi è ghiacciata nell’inverno delle steppe”. Notare la nota poetica finale, il fatto che ci siamo trasformati in ‘alleati’ (nonostante noi non si sia ufficialmente in guerra, ma sperando di infondere nel lettore l’afflato della vittoria degli ‘alleati’ della Seconda guerra mondiale) e che il Donbass, come dicevamo, è stato obliterato (laddove la Russia ha invaso una Ucraina monoblocco, democratica, indifesa e ovviamente pacifica). Nessuno a chiedersi perché siano morti centinaia di migliaia di ucraini per ottenere pale (quelle sì, vere) e picconi per costruire la ‘difesa fortificata’?
La risposta però la dà l’ex Premier Draghi, che avevamo già conosciuto bene in tempo di ‘vaccini’, e che, come riporta IlSole24Ore, riesce a essere persino più contorto, in data 8 giugno 2023, quando afferma: “«I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica ed è per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati ad assicurare che l’Ucraina vinca questa guerra»” (7). Distorcendo alcuni principi fondamentali… Se fossimo per la pace non solamente non aderiremmo alla Nato ma ancor meno sosterremmo una parte in guerra con armi e addestramento; e se credessimo nella libertà dovremmo fare nostro il principio di autodeterminazione dei popoli (per inciso, il Donbass che, anche a lui, sfugge). Nello stesso articolo ammette, però, il desiderio del famoso regime change (non segnaliamo quante volte negato dalla stampa blasonata come falsa accusa dei pro-putiniani): “«un cambiamento di politica interna a Mosca» vedrebbe la Russia abbandonare i suoi obiettivi, «ma non vi è alcun segno che un tale cambiamento si verificherà»”. E qui sorge un ulteriore dubbio: Draghi sapeva (un mese prima) che il 10 luglio Prigozhin avrebbe tentato il golpe oppure contava così poco che nessuno l’aveva informato? E però il titolo dell’articolo è talmente esplicito che da questo non si potrà più tornare indietro: “«Kiev deve vincere la guerra o per l’Ue sarà un colpo fatale»”.
Quindi, se ciò non si verificherà (e di fronte a una potenza nucleare è difficile pensare di vincere al risiko) cosa ci inventeremo, noi giornalisti? Perché la politica europea si è imbarcata in una guerra e, oltre tutto, perdente? Perché ci siamo inventati stragi inesistenti, negando quelle reali, per far saltare accordi di pace che avrebbero garantito il futuro dell’Ucraina? Perché fomentare un golpe in quel Paese quando un Presidente regolarmente eletto si rifiuta di sottostare ai diktat del Fondo Monetario Internazionale?
Ancora una volta, però, non vediamo la società civile scendere in piazza chiedendo non solamente la pace ma anche che il 2% del nostro Pil non sia speso per armamenti che i russi distruggono ogni giorno (secondo i dati della Difesa russa, il 28 dicembre 2023, erano stati abbattuti 563 aeroplani e 262 elicotteri ucraini, 10.154 droni, 14.355 tra carri armati e veicoli blindati e 442 sistemi missilistici di difesa aerea) ma in sanità, assistenza, scuola, ricerca, trasporti pubblici, sussidi alla disoccupazione e servizi ai cittadini.
La terza mossa. Il genocidio palestinese per destabilizzare il mondo arabo
L’ultima mossa in ordine di tempo (ma non dubitiamo che altre potranno essere messe in atto) dell’élite statunitense è stata appoggiare incondizionatamente la campagna militare di Israele contro un altro popolo che, per 75 anni, ha combattuto per la propria indipendenza (ma anche oltre se si considera, ad esempio, il Mandato britannico) e per il rispetto delle Risoluzioni dell’Onu, che gli garantivano un territorio su cui vivere liberamente. Più che cancellare la Palestina dallo scacchiere mondiale qui conta disumanizzare i palestinesi in modo tale da fare accettare il genocidio (8) al mondo (come si è riusciti già a far accettare che uno Stato che si definisce democratico sia in realtà razzista, visto che si identifica con una sola etnia e una sola religione) e, nel contempo, destabilizzare il mondo arabo indebolendo sia i singoli Stati sia i Brics.
La campagna di mistificazione ha raggiunto quindi livelli inauditi e se i russi combattevano con le pale (quando non si scriveva che avevano approntato camion crematori per bruciare i corpi dei soldati ed evitare il tracollo delle magre casse russe con i risarcimenti alle famiglie), gli uomini di Hamas (che sicuramente erano travestiti da bambini palestinesi e per questo ne sono già stati massacrati oltre 9mila) si dovevano per forza macchiare di stupri di massa (per un po’ anche i soldati russi hanno subito le medesime accuse), decapitazione di bambini e persino di aver strappato “un feto alla madre”.
A confutare una tale narrazione delirante ci pensa, ad esempio, Max Blumenthal su The Gray Zone (9), il 6 dicembre, con un articolo in cui racconta: “Fondata da uno stupratore seriale noto come ‘Haredi Jeffrey Epstein’, l’ultraortodosso gruppo di soccorso israeliano ZAKA è responsabile di alcune delle più oscene fabbricazioni di atrocità post-7 ottobre, dai bambini decapitati agli ‘stupri di massa’ al feto strappato alla madre”. Ma già Wired l’11 ottobre titolava: “Non ci sono prove per corroborare i resoconti circa alcuni bambini decapitati e alcune donne fatte ostaggio stuprate da Hamas” (10). Questo, però, non ha impedito ai social ma anche alla stampa blasonata di continuare a ripetere il mantra utile a suscitare indignazione e odio.
A novembre si è anche giocata la carta del volto angelico di una bambina, Liel Hetzron: “Le autorità israeliane hanno identificato il corpo di una ragazzina di 12 anni, si tratta di Liel Hetzroni del kibbutz di Be’eri. La vittima è stata uccisa insieme a sua zia durante l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Fino a oggi la polizia ha identificato i resti di 859 civili uccisi nell’attacco” (11). Peccato che se la matematica significasse ancora qualcosa le decine di migliaia di palestinesi morti o feriti nel frattempo, insieme ai 9mila bambini, dovrebbero fare più notizia. Ma nemmeno la piccola Liel è stata uccisa da Hamas perché, come scrive La Luce News il 26 novembre: “Un’indagine ufficiale condotta dalle autorità israeliane ha confermato che un elicottero da combattimento, decollato dalla base di Ramat David il 7 ottobre, ha aperto il fuoco indiscriminato durante un rave vicino alla Striscia di Gaza. Il quotidiano israeliano Haaretz ha riportato i dettagli di questa tragica vicenda. Questo si aggiunge alle testimonianze oculari dei sopravvissuti israeliani che raccontano di come le forze dell’occupazione israeliana abbiano bombardato con elicotteri e carri armati anche nei kibbutzim uccidendo tutti indiscriminatamente. Tra le vittime israeliane delle stesse forze militari vi è Liel Hetzroni” (12) . Ci sono voluti due mesi per ristabilire la verità e, nel frattempo, il potere avrà contato sul fatto che la società civile si sia stancata di ascoltare notizie di massacri. Ciò che accadde realmente il 7 ottobre rimarrà nella nostra mente, confuso, a causa delle mistificazioni ormai assurte a realtà dei fatti. E anche chi, magari a sinistra, vi avrà creduto ingenuamente, preferirà dimenticare di essere stato tanto ingenuo, rinnegando la Resistenza palestinese.
Ciliegina sulla torta un articolo de L’Antidiplomatico del 6 dicembre che sui famosi stupri nei kibbutz (uno dei temi preferiti da Repubblica) denuncia come (13) per attestare la veridicità di stupri e nefandezze varie sia stato utilizzato il “sito internet di Hamas (hamas.com) realizzato, invece, dal regime sionista, ospitato su un server israeliano e spacciato come autentico dal governo israeliano. Sito nel quale sedicenti esponenti di Hamas si vantano (utilizzando la stessa terminologia utilizzata dai media sionisti) di quanto loro sono cattivi; una sceneggiata verosimilmente scritta dai servizi segreti israeliani”.
Presto, purtroppo, anche questo scenario finirà nel dimenticatoio, come lentamente sta accadendo all’Ucraina immolata sull’altare delle geo-strategie statunitensi: Zelensky diventerà ‘indigesto’ come i vari pseudo-leader delle rivoluzioni arancioni in America Latina e altrove o le donne afghane o i curdi tout-court. Mentre dal Mar Rosso all’Indo-Pacifico i venti di guerra non finiranno di soffiare sventolando bandiera statunitense.
* Letteralmente: indolenza e viltà elette a norme di vita
(1) «E siccome la Omicron si diffonde così velocemente, vedremo persone completamente vaccinate prendere la COVID, potenzialmente in gran numero» (t.d.g.)
(2) Ansa 18 dicembre 2023: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/12/18/politico-i-paesi-ue-hanno-buttato-via-vaccini-per-4-miliardi_5a87e845-0ff7-4dda-859f-14a4bd3af0f7.html
(3) https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_005389_050306_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
(4) Angela Merkel e Francois Holland, in barba alla retorica occidentale, hanno ammesso che gli accordi di Minsk furono solo uno stratagemma della Nato per permettere all’Ucraina di prepararsi alla guerra: https://www.money.it/guerra-ucraina-grande-bugia-svelata-merkel-hollande
(5) «In Niger parliamo francese, spendiamo soldi francesi, lavoriamo per aziende francesi e sgobbiamo nelle miniere per rifornire la Francia delle preziose materie prime che si trovano nel nostro Paese. Per certi versi, siamo solo nominalmente una nazione»: https://www.linkiesta.it/2022/04/niger-francia-colonia/
(6) Si veda l’inchiesta di PeaceLink: https://lists.peacelink.it/pace/2022/01/msg00013.html
(7) https://www.ilsole24ore.com/art/draghi-kiev-deve-vincere-guerra-o-l-ue-sara-colpo-fatale-AEm2zdbD?refresh_ce=1
(8) https://it.marketscreener.com/notizie/ultimo/Il-Sudafrica-chiede-alla-Corte-Internazionale-di-Giustizia-un-ordine-di-genocidio-contro-Israele-45651113/
(9) https://thegrayzone.com/2023/12/06/scandal-israeli-october-7-fabrications/
(10) https://www.wired.it/article/hamas-bambini-decapitati-kibbutz-israele-storia/a
(11) https://www.shalom.it/blog/israele-bc1/identificato-il-corpo-di-liel-hetzroni-uccisa-a-12-anni-b1138231
(12) https://www.laluce.news/2023/11/26/le-forze-israeliane-hanno-ucciso-tutti-civili-e-non-ulteriori-conferme-da-haaretz-e-dai-testimoni-oculari-su-cosa-sia-successo-realmente-il-7-ottobre/
(13) https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-7_ottobre_le_nuove_rivelazioni_di_israele_a_cui_crede_ormai_solo_repubblica/6119_51930/
venerdì, 12 gennaio 2024
In copertina: Foto di Jorgophotography (particolare); nel pezzo: la bandiera della Новоро́ссия, foto di Leonid; e giovane palestinese, foto di Hosny Salah (tutte da Pixabay)