Cos’è il National Defense Authorization Act
di Federico Giusti
La notizia non desta meraviglia ma piuttosto preoccupazione, le Camere del Congresso Usa hanno votato la legge di Bilancio destinando immani risorse alle spese militari. E non è mancato il voto dei repubblicani, oltre ai proponenti democratici, a favore del National Defense Authorization Act (NDAA) per sostenere il quale saranno necessari 883,7 miliardi di dollari solo nel prossimo anno. In meno di tre anni le spese destinate al militare sono cresciute del 20%, ossia oltre metà del bilancio federale annuale.
Cifre eloquenti della politica ‘democratica’, che ha accresciuto negli anni di mandato presidenziale Biden la spesa militare rimangiandosi al contempo la promessa elettorale, avanzata dalle minoranze afro e ispaniche, di investire risorse nella sanità. Al contrario, con l’aumento vertiginoso dei nuovi casi di Covid vengono spostati fondi a mero discapito del Medicaid e dei buoni pasto destinati alle classi povere.
La NDAA altro non è che il progetto di guerra globale con investimenti nel settore bellico e nelle tecnologie dual use aprendo nuovi scenari di guerra nell’area Indo-pacifica in aggiunta a quelli già esistenti nell’Est Europa e in Medio Oriente.
Estrapoliamo due passaggi significativi del FY24 National Defense Authorization Act dal corposo dossier pubblicato dal Comitato per i servizi armati della Camera.
“L’America si trova ad affrontare minacce senza precedenti da parte della Cina e minacce continue da parte di Russia, Iran, Corea del Nord e organizzazioni terroristiche. Tutti i nostri avversari sono allineati nel desiderio di porre fine al dominio americano. Le minacce provenienti da questi avversari sono in continua evoluzione”.
“La NDAA FY24 fornisce investimenti sufficienti per costruire e mantenere la forza combattente letale di cui abbiamo bisogno per prevalere sui futuri campi di battaglia”.
Bipartisan, di maggioranza e opposizione, il plauso alla guerra globale a conferma che esiste una sostanziale convergenza verso i progetti imperialisti statunitensi. Saranno intensificate le esercitazioni militari in funzione anti cinese in tutta l’area Indo-pacifica, saranno investite ingenti risorse per addestrare e potenziare eserciti alleati come quello della Corea del Sud e di Taiwan, e vi è un piano di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Una guerra globale, appunto – già attuata da Israele per annientare la resistenza del popolo palestinese con quasi 20 mila morti per la stragrande maggioranza civili.
E inoltre, nuovi sistemi di arma, reattori micro nucleari mobili e laser ad alta energia con un’offensiva internazionale, per autorizzare nuovi sistemi di arma fino a oggi messi a bando.
È in atto un nuovo e colossale piano di ammodernamento delle armi in dotazione agli Usa e alla Nato: si punta a nuovi aerei da combattimento e ai droni lancia missili, oltre a nuovi aerei e navi da trasporto truppe per raggiungere velocemente gli scenari di guerra.
Quanti speravano nella messa al bando delle armi nucleari dovranno ricredersi perché il nucleare dual use avrà ancora una parte rilevante negli scenari futuri. E la NDAA estende l’autorità del Dipartimento della Difesa per trasferire sistemi d’arma tanto ad Israele quanto all’Ucraina (già sono in programmazione periodiche esercitazioni di addestramento congiunto con Israele che sarà sempre più interna ai programmi di addestramento della Nato).
Se si taglia il welfare universale, o quel poco che ne resta, benefici sono al contrario previsti per gli appartenenti alle forze armate, come vorrebbero fare anche in Italia, con trattamenti di favore e investimenti destinati a incrementare le retribuzioni e i trattamenti fiscali.
Il potenziamento dell’apparato militare Usa e il progetto di guerra globale sono i ‘biglietti da visita’ dell’amministrazione Biden, prenderne atto significa denunciare non solo le politiche imperialiste e guerrafondaie ma il costante ricorso a tecnologie dual use funzionali alla conservazione della supremazia economica statunitense.
venerdì, 22 dicembre 2023
In copertina: Foto di Sabrina Belle da Pixabay