La realtà e il metaverso
di Luciano Uggè (da Roma) e Simona Maria Frigerio (da Lucca)
Roma, 4 novembre 2023. Il genocidio del popolo palestinese continua. Israele prosegue in quella che può tranquillamente definirsi una pulizia etnica – fattivamente sostenuto da Usa e Unione Europea (che finge di preoccuparsi degli aiuti umanitari ma non pensa di fermare Israele applicando sanzioni o chiedendo alla Corte Penale Internazionale dell’Aia di inquisire il Premier Netanyahu e il suo Governo per crimini contro l’umanità).
Contro la logica neo-colonialista e razzista di Israele, UE e Stati Uniti, migliaia di ragazzi e ragazze tornano in piazza a Roma. Il cielo è terso quando si formano i primi capannelli nel Parco dedicato a un autentico servitore dello Stato, Nicola Calipari, ucciso in Iraq dai nostri ‘alleati’ statunitensi mentre salvava la vita della giornalista Giuliana Sgrena in uno dei tanti teatri delle ‘operazioni di pace’ degli Us – allora supportati da una coalizione di (ridicolmente) ‘volenterosi’ (della quale faceva tristemente parte l’Italia).
Le migliaia di ragazzi sfilano contestando non solamente il sostegno occidentale a Israele ma anche le spese in armamenti, che sottraggono fondi all’educazione, alla sanità, alle pensioni, ai servizi pubblici. Tra gli slogan, “Fuori l’Italia dalla Nato e fuori la Nato dall’Italia”, ma anche “Fratelli d’Italia nemici degli italiani”, “Free free Palestine” e il sempreverde: “Ora e sempre Resistenza”. Non a caso, in apertura di corteo ascoltiamo Bella Ciao e poi Stalingrado degli Stormy Six: richiami puntuali al diritto alla Resistenza dei popoli sotto occupazione; e poi striscioni che ricordano le lotte di altre minoranze e di popolazioni che, conclusosi il periodo coloniale occidentale, non hanno riacquistato la sovranità sui propri territori (come, ad esempio, i Saharawi).
Dopo i due anni di tormentone sul distanziamento sociale per un’influenza che colpiva anziani con patologie pregresse ma che obbligava alla reclusione giovani e bambini sani; dopo i vaticini degli psicologi della domenica che predicavano che «nulla sarebbe tornato più come prima»; dopo gli strali di politica e stampa che pretendevano la reclusione a vita e la sostituzione della realtà con il metaverso, della scuola con la Dad, della socialità con i social, del lavoro con lo smart working (salvo ricredersi in 24 ore quando la Cina decideva di chiudere nuovamente tutto di fronte a un’impennata di casi di Covid e, d’un tratto, riscoprirsi liberali e garantisti); ebbene, dopo tutto questo coacervo di propaganda imbastita sul dogma del «Io resto a casa», che equivaleva a «Io mi salvo da solo», i ragazzi di piazza Vittorio tornano a riunirsi, fortemente convinti di dover esserci, in presenza, gli uni accanto agli altri. E in sotto-traccia si legge un’avvertenza, ossia che ciò che accade in Palestina non è confinato a un Paese straniero ma che le lotte possono saldarsi tra loro: la sovranità di un popolo e il suo diritto alla vita, a Gaza, è sottilmente unito alla rivendicazione della giustizia sociale, del diritto al lavoro e alle libertà civili nella nostra ‘democratica’ Europa.
Lucca, 5 novembre 2023. Bacchetta magica (orpello molto amato da un’altra fetta di gioventù) e ci ritroviamo al Lucca Comics & Games, nell’ultimo giorno della roboante e sempre più commerciale manifestazione dei cultori di anime e fumetti, patrocinata anche dall’Ambasciata di Israele.
Dalla storia al fantasy, dalla politica alla fantapolitica, dalla realtà al metaverso: ecco i perfetti prodotti della società liquida che i cultori del grande reset vorrebbero abitassero in ogni casa occidentale – tutti maschere, bacchette magiche, armi spaziali e costumi spesso ridicoli.
Certamente nessuno dubita che, accanto al Dylan Dog, sul comodino, questi ragazzi ma soprattutto adulti abbiano L’egemonia culturale di Gramsci; né si dubita che attraverso il fumetto, in passato, siano stati narrati pezzi di storia recente e di critica al potere – pensiamo a graphic novel quali Persepolis di Marjane Satrapi o a Valzer con Bashir di Ari Folman e David Polonski o, ancora, a Carlo Giuliani. Il ribelle di Genova di Francesco Barilli e Matteo Fenoglio.
Ma negli ultimi anni è indubitabilmente aumentato il peso del fantasy, soprattutto a Stelle e Strisce con i vari ‘Supereroi’ dotati di ‘superpoteri’ che incarnano appieno il ‘sogno’ americano (ma sarebbe più appropriato scrivere l’incubo statunitense) di sconfiggere il nemico di turno – sempre incarnazione di un male assoluto. E se nessuno mette in dubbio l’importanza della fantasia per la crescita e lo sviluppo psicologico del bambino, è altrettanto vero che – personalmente – mi avrebbe fatto specie se all’epoca di Atlas Ufo Robot, mia madre si fosse vestita da Venusia! Arriva un momento nella vita in cui le fantasie dei bambini devono trasformarsi nei progetti o, meglio ancora, nelle utopie (sociali e politiche) degli adulti.
I giovani e meno giovani in fila con costumi sempre più imbarazzanti, che pagano un biglietto di ingresso essenzialmente per avere accesso (dopo doverosa coda) a tenso-strutture sempre più ingombranti per una città fragile come Lucca in cui acquistare fumetti, videogiochi e gadget lasciano perplessi: fanno a gara per settimane per acquistare il diritto di essere consumatori. Il concetto è tanto aberrante quanto quello di chi è costretto a pagare per lavorare – dalla scuola-lavoro agli stage fino alla pletora di ‘azioni di volontariato’ (in uffici, aziende, negozi e bar) che compongono sempre più copiosamente i curricula dei candidati.
Qui a Lucca non si respira alcuna consapevolezza. La scelta di Zerocalcare di non partecipare alla Manifestazione in quanto patrocinata dall’Ambasciata di Israele è stata seguita da Fumettibrutti, dal ritiro di Amnesty International e della CGiL e perfino dalla non partecipazione dei due artisti israeliani che hanno disegnato il poster dell’edizione 2023, Tomer e Asaf Hanuka. Ma il problema non è un patrocinio, il vero problema è la soverchiante presenza di disvalori etici di una società mediocre, che impregna molte proposte: il consumismo, l’apparire, l’idea del superomismo statunitense, il dover pagare per avere diritto di acquistare, la perdita del senso della realtà a favore di un meta-verso che se sta fallendo a livello di business (come dimostrano i problemi economici dell’azienda di Mark Zuckerberg), è comunque sempre presente nelle nostre vite attraverso quei social che vogliono trasformare la nostra partecipazione attiva in virtuale e che, oltretutto, pur essendo nati per mettere in comunicazione le persone, adesso dovrebbero diventare i controllori dei nostri pensieri e i censori delle nostre opinioni.
E mentre bambini e giovani palestinesi sono uccisi scientificamente e a un ritmo da ‘soluzione finale’, fa specie vedere altri giovani, italiani, che sfilano in mimetica ed elmetto, con fucili giocattolo, credendosi eroi.
venerdì, 10 novembre 2023
In copertina e nel pezzo: Roma, 4 novembre 2023 e Lucca, 5 novembre 2023. Tutte le foto sono della Redazione di InTheNet