Intervista all’artista intermediale, ospite del MuSA di Pietrasanta
di Anna Maria Monteverdi
Al MuSA di Pietrasanta – per Over the Real Festival – ha avuto luogo un piccolo capolavoro di live digitale: un concerto dal vivo dal titolo Serpentine con la voce straordinaria di Ludovica Manzo, compositrice elettronica, e i visual (ma molto più di questo…) di Lino Strangis – artista intermediale che non ha bisogno di presentazioni.
Uno spazio straordinario quello del MuSA, ampiamente attrezzato tecnologicamente come dovrebbero esserlo i Musei oggi: schermi giganteschi e visione in HD, diffusione sonora perfetta. Si sa che, ormai, i Musei non sono solo contenitori di oggetti e la visita sta diventando sempre più vicina a un’esperienza polisensoriale grazie ai nuovi media e alla Realtà Virtuale. Il pubblico è immerso vieppiù dentro l’universo variegato delle opere grazie alle tecnologie digitali, alle piattaforme on line, alle App; i musei non disdegnano neanche il mondo del gaming e dell’entertainment (e pubblico relativo). Ecco quindi che il Museo, per una sera, grazie a Over the Real Festival – diretto da Maurizio Marco Tozzi e Veronica D’Auria – si trasforma in una sala da concerto innervata di luci, video e colori magnifici. Video realizzati espressamente per questa composizione sonora e performance vocale della Manzo e che interagiscono magnificamente con la storia, con la trama. Forme fantascientifiche ci accolgono mutando colore e quasi inghiottendoci nella loro impalpabile altra realtà. Ma questo è solo l’invito a diventare parte dell’opera, il suggerimento a lasciarci trascinare dai suoni e immergerci nelle immagini live generate da un sistema di Intelligenza Artificiale creato dall’artista Lino Strangis sulla base del motivo dei flussi, ipnotici, travolgenti, magmatici. Strangis ci aveva già abituati a operazioni così straordinariamente ricche e innovative al Museo Macro di Roma, dove aveva messo in scena stampanti 3D, Realtà Virtuale, videoarte e musica elettronica sperimentale in una performance totale, complessa e piacevolissima, come Partiture spaziali. Altre musiche per altri mondi (1).
Per approfondire meglio il suo lavoro, abbiamo voluto fare alcune domande all’artista.
Come sei arrivato dalla videoarte, dalla computer art e dalle videoinstallazioni, ai live video e ai live VR?
Lino Strangis: «Dopo una decina di anni dedicati in particolare alla videoarte e alla musica sperimentale prevalentemente elettronica, dal 2014-2015 ho iniziato una ricerca in cui ho tentato di trovare una interattivà significativa a partire dal software per videogame, Unreal engine – creato da Epic Games, una tra le software house più importante al mondo. Mi ha portato a questa scelta il fatto che il mondo dei videogame (che ha aiutato molto l’evoluzione delle schede grafiche, che avevano un costo alto) è cresciuto e ha ‘democratizzato’ la potenza di calcolo dei computer. Ho pensato che poteva essere interessante usare questi software per due motivi: primo, per una potenza di calcolo e di elaborazione che altri software simili non hanno neanche lontanamente, e per la resa grafica delle luci; secondo, perché il livello di controlli interattivi che possono essere utilizzati su una base tecnica di un videogame è anch’esso molto democratizzato ed è possibile usare addirittura oggetti comuni – come un joypad, un mouse o la tastiera. Il motivo che ha dato inizio a questa ricerca è stato avere conferma di tutto ciò, ossia lavorare in installazioni interattive sfruttando la potenza tecnica del videogame in 3D di ultima generazione. Inoltre, lavoro in VR, intendendo ambientazioni di sintesi in 3D completamente interattive in Real time con Oculus rift (2). La relazione tra quella che è la ricerca degli ultimi anni in VR e il fondale interattivo di questo concerto è in continuità perfetta. Il fondale è stato fatto apposta per questo spazio, ha l’interazione col sonoro e, in particolare, con la voce. Il sensore è un microfono che raccoglie dati audio e li fa passare al computer: capta sia la base musicale sia la voce».
Come è nata la collaborazione con Ludovica?
L. S.: «Con Ludovica ci conoscevamo da qualche anno, ci siamo incrociati a qualche festival. Lei faceva concerti e mi piaceva l’aspetto sonoro del suo lavoro, così ho pensato a una collaborazione. Poi, quando Maurizio Marco Tozzi e Veronica D’Auria mi hanno chiesto se volevo immaginare un ambiente dove inserire un live (in genere sono io il performer), ho pensato a lei e loro sono stati d’accordo. Conoscevo già il materiale che lei porta in giro in concerto e, ispirandomi a questo materiale, ho realizzato i video e una installazione interattiva. Fondamentalmente la regia è stata mia perché mi sono sentito come un sarto che confezionasse per lei un vestito perfetto: ho fatto in modo che si sentisse libera e non avesse troppe limitazioni. Il mio lavoro si è ispirato direttamente al concept del suo live, ho applicato e continuato la mia ricerca con attenzione per adattare l’abito a Ludovica: lei ha visto i materiali, abbiamo fatto le prove tecniche, la soluzione è piaciuta, e non ho avuto alcuna obiezione da parte sua, anzi, era contentissima. Per quanto riguarda lo spazio, è stata una grande fortuna: grazie a Maurizio Marco Tozzi e al MuSA di Pietrasanta – che è in sé davvero notevole e unico – abbiamo ottenuto un risultato raro in Italia. In altre situazioni avremmo dovuto limitarci a una sola proiezione interattiva, o a proiezioni più piccole. Al contrario, tutto si è sposato per il meglio. La situazione tecnica era eccezionale e ho dovuto solo progettare il materiale anziché dovermi occupare interamente anche della parte installativa».
Hai usato anche sistemi di Intelligenza Artificiale per creare i video?
L. S.: «Per quanto riguarda l’uso dell’Intelligenza Artificiale, questa è fondamentalmente legata alla generazione di comportamenti randomatici dove la stessa raccoglie dati inseriti da me, a partire da flussi di venti che creano vortici; e questa AI fa in modo che detti flussi siano randomizzati e rispondano a segnali che arrivano dalla musicista-cantante, ogni volta in modo diverso. In questo lavoro ho potuto realizzare questi ecosistemi sensibili, che hanno un comportamento autonomo e che esistono a prescindere dal comportamento della performer ma interagiscono, mostrando variazioni evidenti a seconda dell’andamento del suono. Qualcosa che assomiglia di più all’esistenza vera negli ecosistemi, i quali sono un qualcosa che ha già una propria autonomia, e quando l’essere umano arriva, lo modifica. La cantante non poteva governare ciò che sarebbe potuto succedere, in quanto era in dialogo: grazie alla programmazione, c’è una attinenza continua, una relazione, ma la risposta a una serie di varianti infinite è imprevedibile».
La performance intermediale si è tenuta nell’ambito di Over the Real Festival:
MuSA
via Sant’Agostino, 61 – Pietrasanta (LU)
sabato 23 settembre 2023, ore 18.00
Serpentine
performer musica live Ludovica Manzo
ambienti scenici audiovisivi Lino Strangis
(1) Il sito di Lino Strangis per approfondire: https://www.linostrangis.net/
(2) “Visore per realtà virtuale sviluppato dalla società Oculus VR”: https://www.treccani.it/enciclopedia/oculus-rift/
venerdì, 6 ottobre 2023
In copertina: Una immagine della performance (foto gentilmente fornita dall’Autrice dell’intervista)