La risposta green non è la batteria al litio
di Luciano Uggè
Litio (approvvigionamento/smaltimento e minacce all’indipendenza boliviana) ed energia elettrica per ricaricarla (prodotta come? Gas di scisto, centrali nucleari, carbone?) non sono la risposta che dovremmo cercare per diminuire l’inquinamento delle nostre città. Il trasporto pubblico, integrato economico ed efficiente, potrebbe esserlo – ma a che punto è l’Italia?
Tre esempi – da sud a nord. Provate a visitare il Ragusano, con i suoi centri barocchi noti in tutto il mondo. Ci sono Scicli, Modica, Noto, solo per fare tre esempi – ma il tempo medio di viaggio in treno da Noto a Ragusa è di 2 ore 35 minuti per percorrere 31 km. E se per caso si soggiorna a Marina di Ragusa anche distanze meno proibitive, come Modica (a 16 km), a causa della mancanza di servizi pubblici integrati si trasformano in viaggi della speranza.
Va meglio in Toscana? No. La regione ‘rossa’ con il suo binario unico e gli attraversamenti a raso sconta ritardi decennali. Da Lucca a Firenze, in treno solo 60 km, registra un tempo di percorrenza medio di un’ora e 20/30 minuti. E se si volesse andare a Firenze, la sera, a teatro e tornare coi mezzi pubblici sarebbe possibile, in una regione dove l’offerta teatrale scarseggia? La risposta è no, visto che l’ultimo treno dal capoluogo diretto a Lucca parte da Santa Maria Novella alle 22.09. E se si volesse cenare o assistere a uno spettacolo a Bologna – l’altra ‘rossa’ – visto che da Firenze Santa Maria Novella a Bologna Centrale il treno più veloce impiega 37 minuti per coprire un’ottantina di chilometri, potremmo affidarci al treno? Ancora una volta la risposta è no, dato che l’ultimo treno parte da Bologna alle 21.27.
Lasciamo il ‘virtuoso’ Centro Italia e saliamo a Milano, probabilmente la città dove i mezzi pubblici sono più integrati (nel senso che treni, tram, autobus e metropolitane possono essere fruiti con biglietti o abbonamenti onnicomprensivi, non che gli orari e i percorsi sono integrati fra loro). Proviamo a uscire di casa in viale Ungheria e arrivare alla fermata della metropolitana di Rogoredo: l’ultima 88 parte alle 21.33. Sebbene la metro sia in funzione fino alle 00.30, è ovvio che un milanese non potrà utilizzarla la sera se poi deve prendere un altro mezzo per raggiungere la propria abitazione. Anche la mitica 90, sulla circonvallazione, si ferma più meno alla stessa ora. In pratica, chi voglia godersi la Milano ‘da bere’ o utilizza il taxi, o un mezzo proprio o il car sharing – in tutti e tre i casi, mezzi individuali (batterie al litio o meno, sempre più inquinanti di un mezzo pubblico che potrebbe trasportare decine o centinaia di persone). E nulla aggiungiamo sui risultati finora ottenuti dai vari provvedimenti del Sindaco Sala (con tutte le sue limitazioni al traffico che servono solo a tar-tassare i cittadini) visto che, ad esempio, a febbraio Milano (e la Lombardia) soffocava nello smog (il riscaldamento domestico, oltretutto con la nuova mania del lavoro da casa – pardon: smart working – non c’entra nulla?).
Mentre da noi si sprecano gli incentivi per foraggiare il mercato delle auto elettriche, il Lussemburgo da ben tre anni offre mezzi pubblici gratuiti. La filosofia che rivendica il piccolo Stato all’avanguardia è che il trasporto pubblico si finanzia con le tasse dirette dei cittadini: chi guadagna di più, contribuirà maggiormente, chi meno o non ha reddito, potrà usufruire del servizio pubblico in maniera completamente gratuita. Ma non solo, il Lussemburgo in questi anni ha investito sia in mezzi più efficienti sia in un sistema realmente integrato. E integrato significa che se si arriva in stazione alle 23.00, ci sarà un altro mezzo (bus o tram) che ci porterà dove viviamo – non che possiamo usare un unico abbonamento per salire su diversi mezzi (soprattutto quando mancano).
Certamente si potrà obiettare che il Lussemburgo è un piccolo Stato molto ricco. Ma l’Italia, uno dei G7 (e la G starebbe per Grandi); che può permettersi di andare in guerra nel Mar Rosso a fare da spalla allo Sceriffo a Stelle e Strisce – e finanzia da due anni un massacro su suolo europeo – non può assicurare ai suoi cittadini quello che offre uno ‘staterello’ come il Lussemburgo?
venerdì, 19 luglio 2024
In copertina: Foto di Andi Graf da Pixabay