
Lo skyline notturno di Porto Venere
La non-isola dei pirati
di Luciano Uggè
Come in molti borghi della Toscana, anche l’immagine di Porto Venere è legata alle case-torri, in questo caso riunite nella cosiddetta ‘palazzata’, ossia una sfilata di abitazioni a più piani, strette e alte, addossate le une alle altre per rendere pressoché inaccessibile dal mare, quasi fosse un isolotto, l’antico borgo. Allegramente variopinte come quelle, a due piani, della veneta Burano, la notte le case-torri sfavillano di fronte al porto grazie all’illuminazione che ne segue i profili disegnando uno skyline molto ‘orientale’.
La cittadina (nel 2017 contava 3.588 abitanti) si estende a pochi chilometri da La Spezia ed è direttamente affacciata sul Golfo dei Poeti, una meta a portata di mano per trascorrere un San Valentino al mare tra scorci caratteristici, il solstizio d’estate o persino un tranquillo weekend invernale.
Le strette vie del centro storico si inerpicano fino alla Chiesa di San Pietro. A strapiombo sul mare, l’edificio è caratterizzato da una facciata in pietra policroma – a bande orizzontali bianche e nere. Edificata su un tempio paleocristiano databile intorno al V secolo (a sua volta sorto sui resti di uno pagano presumibilmente dedicato a Venere), le fu affiancato in seguito un monastero benedettino e, nel 1200, i Genovesi aggiunsero una seconda chiesa con l’imponente torre campanaria squadrata. Splendida la vista dalla loggia romanica (del IX secolo) e anche dalla serie di aperture a tutto sesto che si affacciano dalle mura – che delimitano la scalinata antistante l’edificio ecclesiastico. Da qui si ammira, oltre alla scogliera imponente, la grotta Arpaia, soprannominata ‘di Byron’ e sovrastata dal Castello Doria.



Quest’ultimo, come è facile intuire dal nome, è stato edificato dai genovesi (intorno nel XVI secolo) e sorge, anch’esso imponente e squadrato, su un’altura a picco sul mare. Fortezza di matrice militare, tra le più possenti della Repubblica di Genova, sovrasta l’intero borgo e il piccolo cimitero. Da qui si ammira anche la dirimpettaia isola Palmaria – che fa parte del Parco Regionale di Portovenere.
L’isola, che si può interamente girare a piedi avendo una superficie totale di circa 6,5 km quadrati, grazie alle servitù militari è stata preservata per anni dagli scempi turistici, restando quasi incontaminata. Purtroppo, mentre a giugno era disertata l’asta che metteva in vendita fabbricati e terreni di proprietà del Comune di Porto Venere presenti sull’isola (e che porterà, quindi, a un ulteriore ribasso dei beni pubblici ma non a un ripensamento di tale scelta politica), procede il cantiere per la costruzione di uno Stabilimento balneare con piscine, che sorgerà direttamente di fronte a Porto Venere. Immaginiamo che, in futuro, lo stesso diventerà la meta preferita dei turisti che soggiorneranno nel o nei resort di lusso che saranno, con ogni probabilità, il risultato della vendita degli immobili comunali. Come ha affermato Paolo Negro, consigliere di opposizione per la Lista civica Fezzano, Portovenere, Le Grazie, a Città della Spezia, ciò che è avvenuto con l’asta è: stato l’“Ennesimo danno erariale della Lista Toti, che venderà le ville ottocentesche della Palmaria al 20 per cento in meno rispetto al loro valore, perché ha deciso di accorpare tutti gli immobili in soli due lotti, tagliando fuori tantissimi possibili acquirenti. Anche all’ultimo consiglio comunale infatti, la nostra proposta di destinare gli immobili alla residenzialità e non alla speculazione affaristica è stata rigettata. Un danno erariale del Comune da 2,4 milioni di euro per il doloso mancato introito, a cui si aggiungono i 2,6 milioni destinati illegittimamente alla Marina Militare, dato che le sdemanializzazioni sono a titolo gratuito (1)”.
In attesa della (s)vendita e delle successive opere di ‘riqualificazione’ degli immobili, è comunque ancora possibile esplorare Palmaria, godendosi la vegetazione tipicamente mediterranea e, sul lato più scosceso – quello occidentale – percorrere le scogliere, alte quasi 190 metri, per scoprire le ‘balme’, ossia le antiche grotte (tra cui quella Azzurra) che hanno dato il nome all’isola.



Tornando a Porto Venere e scendendo fino al molo (dopo aver visitato la parte alta dell’isola e i suoi vicoli, per fortuna almeno in parte ancora abitati da residenti), si può ammirare anche la Torre che delimita la passeggiata a mare della città vecchia. Edificata per scopi difensivi nel XVI secolo e trasformata in abitazioni nell’Ottocento è, oggi, un hotel (decisamente caro).
Porto Venere ha anche un’anima più popolare, però. Vi si trovano ristoranti, anche eccellenti ma abbastanza costosi, così come pizzerie e bar che servono piatti caldi o freddi adatti a tutte le tasche. Gli scogli e una spiaggia libera sono fruiti sia dagli spezzini sia dai turisti che affittano gli appartamenti in zona. Per chi ama la natura, anche al di fuori della stagione balneare, è possibile percorrere il Parco naturale regionale di Porto Venere – inserito tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco – che si estende oltre il borgo e le sue scogliere a picco, fino alle tre isole vicine, Palmaria (la maggiore), Tino e Tinetto.
venerdì, 18 aprile 2025
In copertina e nel pezzo: Porto Venere a fine agosto 2023 (foto di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè, vietata la riproduzione anche parziale)