La musica e il corpo
di Simona Maria Frigerio
Dopo il maltempo che ha funestato gran parte della giornata di venerdì 4 agosto [durante la quale siamo riusciti solo ad assistere ad Apocatastasi, recensito sul numero del 18 agosto (1)], sabato 5 il sole è tornato a risplendere su San Gimignano almeno per qualche ora del pomeriggio, permettendo le prove e la performance di Patrizia De Bari in BIANCHISENTIERI_Aurora.
Su una pedana posizionata in piazza del Duomo, che aveva raccolto a inizio pandemia, nel 2020, pensieri ed emozioni dei passanti, ma anche pagine di libri scelte dagli stessi, oggi De Bari tenta di riannodare i fili della matassa della memoria, farsene carico e, come farfalla che si libera dalla pupa, dispiegare nuove ali o, più esattamente, issare le vele verso altri lidi. La metamorfosi, tematica centrale al Festival, è stata resa esponenziale nel momento in cui ci si è resi conto – invitati dalla performer – che anche noi, ognuno di noi, possiamo far parte di un cambiamento che non solo è inevitabile ma necessario.
Patrizia De Bari ha dimostrato una volontà ferrea e un’umiltà rara quando ha dovuto provare la performance, intorno alle 16.00, sotto gli occhi di decine di passanti, in parte ignari di ciò che stava accadendo e, in parte, incuriositi e con l’aspettativa di trovarsi di fronte alla performance finita. Ma Patrizia (e mi permetto di chiamarla per nome in quanto la seguo da molti anni), pur essendo minuta e, all’apparenza, fragile, è in realtà un’artista che, sul palco, è capace di trasformarsi al punto da sembrare irriconoscibile. Come in Lo spazzasuoni. Suono 1 (2), che avevamo applaudito sempre qui a San Gimignano l’anno scorso, De Bari è padrona della scena. Guicciardini, regista, con mano sicura crea il sostrato sonoro e ritma i tempi di una performance che stupisce nella sua essenzialità pregna di significati.
A seguire, in serata, l’Appuntamento musicale con tre allievi del corso di violoncello del Maestro Antonio Meneses. La scelta dei solisti pare volutamente in crescendo. Si inizia con un acerbo e irruento Klaudio Zoto che esegue, di Bach, la Suite n. 2 in re min. BWV 1008. Dopo di lui si esibisce Mei Hotta che, sempre del medesimo autore, porta la Suite n. 3 in do magg. BWV 1009. Legati al posto di pestati, maggiore fluidità e armonia: si respirano note di complessità sebbene manchi ancora di un certo temperamento che, al contrario, emerge nella più matura (sia a livello tecnico sia espressivo) Maria Clara Mandolesi, la terza e ultima solista della serata, che si esprime al meglio nell’impervia Sonata op. 25 n. 3 di Paul Hindemith. Si sale di livello e se ne accorge anche il pubblico, che applaude con grande convinzione e a lungo.
Il finale è affidato ai tre solisti riuniti per il delizioso Valzer n. 2, dalla Jazz Suite n. 2 di Dmítrij Šostakóvič. E qui la veemenza di Zoto prende il sopravvento – ma a scapito dell’armonia tra gli strumenti.
Perfetta la location dell’esibizione: la raccolta piazza Pecori, pavimentata con cotto disposto a spina di pesce, sulla quale si affaccia il Palazzo della Propositura con le sue bifore slanciate e l’elegante Loggia dell’Annunciazione. San Gimignano, come Orizzonti Verticali dimostra anno dopo anno, è davvero uno scrigno di perle rare.
Ricordiamo che, a latere degli spettacoli, si sono tenuti gli incontri, presso Galleria Continua, per far dialogare spettatori e performer la mattina dopo la rappresentazione di ciascuno spettacolo. In prima serata, inoltre, si e avuta l’occasione di assistere alle presentazioni di due libri. Venerdì 4 agosto è toccato a I capolavori di Shakespeare a passo di danza di Francesca Camponero (presente l’autrice), che ha permesso al pubblico di assistere a qualche minuto di proiezione di Studio Otello, spettacolo incluso nel volume e realizzato dagli ideatori di Orizzonti Verticali oltre vent’anni fa, il regista Tuccio Guicciardini e la danzatrice e coreografa Patrizia De Bari – un breve teaser che ha sollecitato nei presenti il desiderio di rivedere in scena la performance (magari per la prossima riapertura del teatro di San Gimignano). A chiusura di Festival, sabato 5 agosto, Marinella Guatterini ha praticamente ripercorso la storia della danza del secolo scorso, raccontando i contenuti del volume Firenze Novecento.
Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Orizzonti Verticali 2023:
sabato 5 agosto 2023, ore 19.00
Piazza Duomo
Giardino Chiuso presenta:
BIANCHISENTIERI_Aurora
regia Tuccio Guicciardini
performer Patrizia De Bari
(performance/danza)
ore 21.30
Piazza Pecori
Accademia Musicale Chigiana presenta:
Appuntamento musicale
allievi del corso di violoncello (Antonio Meneses docente)
Programma della serata:
Klaudio Zoto esegue
Johann Sebastian Bach
Suite n. 2 in re min. BWV 1008
Mei Hotta esegue
Johann Sebastian Bach
Suite n. 3 in do magg. BWV 1009
Maria Clara Mandolesi esegue
Paul Hindemith
Sonata op. 25 n. 3
Mei Hotta, Maria Clara Mandolesi, Klaudio Zoto eseguono:
Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič
dalla Jazz Suite n. 2
Valzer n. 2
(1) https://www.inthenet.eu/2023/08/18/apocatastasi/
venerdì, 25 agosto 2023
In copertina: Patrizia De Bari durante le prove, foto di Simona Maria Frigerio