Il fumetto in mostra
di Simona Maria Frigerio
A Palazzo Blu di Pisa, fino al 10 settembre, in esposizione una serie di tavole firmate da Igort (all’anagrafe Igor Tuveri, classe 1958), che ripercorrono la carriera dell’artista cagliaritano, che ha spaziato anche in ambito cinematografico come sceneggiatore e regista.
La sala al piano terra è dedicata a 5 è il numero perfetto, sia le tavole in china su carta (della graphic novel pubblicata nel 2002, dopo otto anni di gestazione) sia alla locandina del film da lui diretto (del 2019) e ad alcune scene dello stesso – la cui fotografia, insieme notturna e iperrealista, è firmata da Nicolai Brüel, e il cui protagonista, il killer in pensione Peppino Lo Cicero (un Bogart meno romantico e meno affascinante ma persino più malinconico) è interpretato da un Toni Servillo con naso artificialmente incuneato e un’aderenza perfetta ai costumi e ai modi degli anni 70.
Ciò che si nota dal confronto (soprattutto se si è visto il film, ambientato in una Napoli brumosa), è la distanza estetica del fumetto dalla pellicola. Laddove il primo ha la piattezza cromatica del colore freddo e il gusto di un manga che si rifaccia all’asciuttezza di un noir di marca nipponica, quale Hana-bi di Takeshi Kitano; il film, virando al rosso e a una serie di tonalità calde ed esasperate dalla fotografia – che restituisce sia l’effetto iperrealista sia quello della cartolina slavata dal tempo – immerge i personaggi in una parodia macabra del genere in cui si nota una prossimità (nello storyboard) più con la Hollywood degli anni 40 e 50 che non con la graphic novel di cui ricalca la trama.
Si prosegue al 4° piano con Fats Weller, il cui sottotitolo potrebbe essere A tribute to Ragtime, nato dalla collaborazione con Sampayo nel 2004/05, che vede in mostra una serie di tavole ad acquerello e china su cartoncino. Interessanti le ambientazioni che ricalcano i must di un’epoca (ivi compresa l’icona sexy Betty Boop) per ricreare contesti che fanno da sfondo scenografico ai testi decisamente minimali.
Ancora anteriore Brillo, del 1994, con tavole in china, colorex, pennarelli pantone su cartoncino, che è stato pubblicato da Linus. Il piccolo antieroe che va alla guerra degli ovetti, è di ascendenza in parte disneyana (soprattutto grazie al bellissimo azzurro) e in parte giapponese (per alcuni iconograficamente personaggi prossimi a quelli creati, negli anni 70, da Hayao Miyazaki).
La sala successiva è dedicata a due videi. Il primo è Il Muschio e la Carne (realizzato per la mostra di Igort al Pac di Milano) e il secondo è un documentario, Manga Do, di Domenico Distilo. In entrambi affiora l’esperienza estetica di Igort e la sua vicinanza con temi e stilemi del Paese del Sol Levante. Il fatto che manchino alcune sedie impedisce al visitatore di godersi gli stessi, che fanno fa introduzione all’ultima sala, dove sono ospitate le raccolte illustrate Quaderni Giapponesi (in mostra, tavole ad acquerello, colori radianti su cartoncino), realizzate tra il 2015 e il 2020.
Sensuali come un manuale di erotismo giapponese, iconograficamente vicini all’estetica pittorica e alle stampe del Sol Levante, con ‘mostri’ da manga démodé, i Quaderni risultano, ancora una volta, più originali quando affrontano il paesaggio, le atmosfere, gli ambienti naturali o metropolitani che paiono sospesi in un silenzio e un’immobilità che travalicano il confine del medium – la tavola – per caricarsi di una malinconia ontologica. Varie le tecniche utilizzate e gli stilemi e scuole pittoriche a cui Igor palesemente si rifà. Alcune immagini erotiche strizzano l’occhio al bondage e al voyeurismo – rimanendo distanti dal nostro immaginario ma anche da quello di un Nagisa Ōshima, che ha saputo rappresentare il desiderio femminile meglio di una donna.
La mostra continua:
Palazzo Blu. Arte e Cultura
Lungarno Gambacorti, 9 – Pisa
fino a domenica 10 settembre 2023
orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle 19.00; sabato, domenica e festivi, dalle ore 10.00 alle 20:00
Igort. Attraversare le forme
a cura di Giorgio Bacci
venerdì, 9 giugno 2023
In copertina: Igort, Quaderni giapponesi. Il vagabondo del manga, Oblomov Edizioni, 2020 ©Igort ©Oblomov Edizioni – La Nave di Teseo (foto gentilmente fornita dall’Ufficio stampa di Palazzo Blu)