I colloqui sino-russi invisi all’Occidente
di Luciano Uggè (traduzioni di Simona Maria Frigerio)
Tre giorni di visita di Stato del leader cinese a Mosca, in concomitanza con due ricorrenze tragiche. L’invasione dell’Iraq del 20 marzo 2003 (capifila Us e Uk con la scusa delle armi di distruzione di massa mai esistite); mentre il 24 marzo 1999 la Nato iniziava a bombardare la ex Yugoslavia – tra l’altro, con quelle munizioni a uranio impoverito promesse in questi giorni dai britannici a Kiev, che hanno contaminato intere aree e causato varie forme di cancro sia nei militari della Kfor (compresi gli italiani) sia nella popolazione civile, rendendo la Serbia uno tra i Paesi con il più alto tasso di malattie oncologiche (1).
Vent’anni fa, però, il mondo era dominato da un unico Paese e dai suoi alleati – i membri della Nato, che dettavano le proprie regole con il ricatto delle sanzioni o della forza (guerre dall’alto spacciate per missioni di pace o per procura). Oggi la guerra, aldilà del campo di battaglia, si gioca sui tavoli economici e strategici che vedono da una parte il vecchio fronte e, dall’altro, l’inedita alleanza sino-russa (che si è consolidata soprattutto dopo il referendum in Crimea e le prime sanzioni unilaterali contro la Russia), oltre a un terzo polo, costituito dai Paesi non allineati che, come negli anni Sessanta e Settanta, potrebbero tornare a giocare un ruolo fondamentale. Evitando di schierarsi, questi ultimi hanno la possibilità di trasformare lo scenario di una seconda Guerra Fredda in un mondo multipolare basato sul rispetto reciproco, su organismi internazionali davvero super partes – che garantiscano la sicurezza anche dei popoli dimenticati (dai sahrawi ai palestinesi) – e la non interferenza nelle questioni interne ai singoli Stati.
Proprio in concomitanza con il vertice, la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro il Presidente Vladimir Putin e il leader giapponese Fumio Kishida è volato da Volodymtr Zelensky promettendo aiuti economici e sostegno politico.
Ma cosa hanno deciso Putin e Xi Jinping di così trascendentale da innervosire l’Occidente?
I due leader politici hanno stabilito le linee guida della loro partnership economica fino al 2030 – si va dalla cooperazione nelle produzioni televisive delle emittenti di Stato all’agricoltura passando per un protocollo d’intesa tra i due ministeri della ricerca scientifica e tecnologica, l’Istituto per la Ricerca Nucleare russo e l’Accademia delle Scienze cinese. Vista la leadership nel campo del 5G della Cina e nel nucleare della Russia questo accordo pare molto importante per liberare quest’ultima dalla dipendenza tecnologica digitale occidentale e per rafforzare, dal punto di vista nucleare, la prima. Se davvero, come hanno scritto molti osservatori, a Davos si stava ideando un grande reset basato sulla leadership dell’Occidente nel campo digitale che avrebbe costretto Cina e Russia, ma anche il resto del mondo, ad acquistare le nostre tecnologie rendendoci padroni del campo e, quindi, di una tra le maggiori risorse del XXI° secolo, si può dire che il piano stia fallendo. Forse la débâcle sarà causata proprio dall’arroganza dell’Europa (che ha osteggiato il 5G Made in China) e degli States che, continuando a sobillare Taiwan e a portare avanti il progetto dell’Aukus, hanno reso evidente anche alla Repubblica Popolare chi siano i suoi veri nemici. Non a caso, Putin parla di partnership tra i due Paesi a livello di “information technology, cyber security e intelligenza artificiale”.
Altrettanto interessante il programma di cooperazione stilato tra Rosatom – l’azienda pubblica russa che si occupa di nucleare – e l’Autorità dell’Energia Atomica Cinese (2). Se qualcuno pensasse che Rosatom non sia poi così importante per l’Occidente, basti snocciolare un paio di dati che spiegano perché il settore nucleare resti fuori dalle sanzioni contro la Russia. In primis l’uranio utilizzato in Europa per quasi il 20% proviene dalla Russia; in secondo luogo le centrali nucleari costruite dai russi in Ue hanno bisogno, per continuare a funzionare, dei ricambi e della manutenzione russi. Dato che l’Unione Europea, su forte spinta di von der Leyen, ha addirittura sdoganato come ‘verde’ l’energia nucleare e l’ha dichiarata indispensabile per quello che è sostanzialmente un green washing imposto dall’alto – e che sarà obbligatorio solo per i normali cittadini (batterie al litio e caldaie performanti) – è facile prevedere che anche in questo settore le sanzioni, alla lunga, potrebbero diventare un boomerang.
Il secondo punto da tenere in considerazione, rispetto ai moti d’insofferenza europea, è la dichiarazione di Putin che, entro il 2030, le forniture di gas alla Cina raggiungeranno i 98 miliardi di metri cubi (oltre a 100 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto), mentre il nuovo gasdotto Siberia-2 (attraverso la Mongolia) è un progetto in fase di prossima realizzazione (che, immaginiamo, i cinesi non si faranno ‘esplodere’ tra le mani). La Ue è, quindi, destinata a diventare un buyer meno indispensabile, o addirittura di secondo piano per Mosca.
Il terzo punto che Putin ha voluto sottolineare riguarda la moneta utilizzata per gli scambi internazionali: “A questo stadio, due terzi dei pagamenti negli scambi commerciali tra i due Paesi sono effettuati in rubli e yuan.Supportiamo l’uso dello yuan nelle transazioni tra la Federazione Russa e i suoi partner in Asia, Africa e America Latina”. Se per gli States l’euro era una spina nel fianco, figuriamoci il multipolarismo monetario o, addirittura, la decisione unilaterale di Russia e Cina di imporre un nuovo corso che spazzi via il dollar standard.
Putin ha sottolineato altresì la partnership nella produzione di aeromobili, elicotteri, nell’esplorazione spaziale e nella biotecnologia e farmaceutica (3). Tenendo conto della velocità con la quale i russi sono riusciti a trovare un vaccino durante l’ultima pandemia e gli ottimi risultati della Cina a livello di contenimento della mortalità, chissà che anche Big Pharma (soprattutto dopo gli scandali che stanno emergendo riguardo all’approvazione e alle trattative economiche per i vaccini usati in Occidente) non cominci a sussultare. Nel settore agricolo continuerà la crescita degli scambi e mentre l’Europa, fingendo di preoccuparsi dell’Africa, dovrà cercare di accaparrarsi il grano ucraino, il commercio sino-russo – aumentato del 41% nel corso del 2022 – vedrà Mosca cogliere “significative opportunità di incrementare le esportazioni di carne, grano e altri beni verso la Cina”. Noi, al contrario, importeremo probabilmente tarme e locuste – dalla Cina. E grano all’uranio impoverito dall’Ucraina.
Dal canto suo anche il Presidente Xi Jinping ha rilasciato un paio di dichiarazioni (4) di una certa rilevanza.
Innanzitutto ha sottolineato che: “cambiamenti che non si erano visti in un secolo stanno avvenendo più velocemente e la bilancia del potere internazionale sta subendo un importante spostamento”. Il che sarebbe sotto gli occhi di tutti se i media e la politica occidentale non si affannassero a gettare fumo negli occhi alle popolazioni. Ma soprattutto Xi Jinping, sempre molto attento nel pronunciarsi, ha dichiarato: “Le due parti [ossia Russia e Cina, n.d.t.] dovrebbero sostenersi reciprocamente nelle questioni che concernono gli interessi capitali di ciascuna, e resistere unitariamente alle interferenze esterne negli affari interni [dei due Paesi, n.d.t.]”.
Xi Jinping ha infine sottolineato – come Putin – l’importanza di quei nuovi organismi finanziari ed economici che stanno ormai surclassando il G7 e il G20, tra i quali la Shanghai Cooperation Organization, i BRICS “e altre strutture multilaterali che praticano il vero multilateralismo e si oppongono all’egemonismo” in modo tale da costruire un mondo multipolare.
“Nel grande fiume della conoscenza umana tutto è relativo e nessuno può afferrare la verità assoluta”: forse Mao Zedong non conosceva fino in fondo l’arroganza occidentale delle ‘regole’.
(1) Sull’uranio impoverito si vedano le dichiarazioni di Siniša Mihajlović e di Enrico Vigna, in https://www.inthenet.eu/2023/01/06/dai-proiettili-a-uranio-impoverito-alle-armi-biologiche
(2) http://en.kremlin.ru/events/president/news/70748
(3) http://en.kremlin.ru/events/president/news/70750
(4) https://www.mfa.gov.cn/eng/zxxx_662805/202303/t20230322_11046184.html
venerdì, 31 marzo 2023
In copertina: Foto di John Hain da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza Pixabay)