Il 24 marzo del 1944 a Roma
di Luciano Uggè e Simona Maria Frigerio
Torna dopo quattro lustri uno tra i migliori testi di Ascanio Celestini, che rielabora per il teatro di narrazione il libro L’Ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli.
L’autore/interprete romano affronta nuovamente il nazi-fascismo e l’attentato di via Rasella del 23 marzo 1944, nella capitale occupata dai tedeschi, e la successiva rappresaglia di questi ultimi – compiuta il 24 marzo con l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Quello che in un certo senso colpisce, oggi, aldilà del fatto storico che pare davvero lontano da un presente che vede il Premier Meloni essere invitata a parlare al Congresso della CGiL, è il ritratto di Roma che emerge dal racconto – né ‘ladrona’ né da cartolina turistica bensì viva e vibrante di borgate e personaggi. Piccole e grandi storie si intrecciano con mestieri perduti tra i vicoli, dove ricchi e poveri potevano ancora se non parlarsi almeno incrociarsi. E Celestini è maestro nel restituirci quegli umori, nel creare mondi che riusciamo a vedere attraverso gli occhi della mente.
Fa bene ritrovare i ragazzi a teatro, soprattutto i liceali che quel pezzo di storia, magari, lo stanno studiando su libri politically correct e che non hanno gli strumenti per distinguere i fatti dalle fantasie distopiche e patinate delle serie statunitensi – come Hunters o The plot against America – in un’epoca in cui il Nazismo sembra ormai essere stato sdoganato e perfino i suoi simboli ed esegeti sono messi in mostra senza suscitare particolari reazioni.
Lascia, al contrario, un po’ dubbiosi l’incapacità di Celestini di cogliere le analogie tra la narrazione che fece a suo tempo L’Osservatore Romano sui fatti di via Rasella e quella dei mass media odierni sul Donbass. Ci permettiamo questa osservazione in quanto è Celestini che mette sullo stesso piano i nazisti in Italia, noi italiani in Africa o in Afghanistan, e i russi in Donbass. Laddove per il quotidiano della Santa Sede i nazisti morti erano le vittime, i partigiani i colpevoli (avendo fatto l’attentato) e gli italiani uccisi in rappresaglia una sorta di agnelli sacrificali, non si comprende come Celestini non ravveda la medesima rilettura falsata (o almeno di parte) della realtà quando per Repubblica, La Stampa o Il Corriere della Sera il popolo del Donbass, la vera vittima, scompare dalla narrazione pur di sostenere un’Ucraina che inneggia a Bandera e si pavoneggia con le svastiche mentre, per otto anni, ha bombardato parte del suo popolo solo per riconquistarne i territori.
Si può evitare di trarre lezione dal passato e persino di fare collegamenti con il presente ma se si opta altrimenti occorre fare attenzione a non cadere nei medesimi tranelli.
Calorosi e lunghi gli applausi del pubblico.
Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Metastasio
via Benedetto Cairoli, 59 – Prato
domenica 19 marzo 2023, ore 16.30
Radio clandestina
Roma, le Fosse Ardeatine, la Memoria
uno spettacolo di Ascanio Celestini
a partire dal testo di Alessandro Portelli, L’Ordine è già stato eseguito
produzione Fabbrica srl
venerdì, 24 marzo 2023
In copertina: Ascanio Celestini in Radio Clandestina (dal sito del Teatro Metastasio)