Sanzioni e aiuti: l’ipocrisia dei ‘democratici’
di Simona Maria Frigerio
Come avevamo già scritto (1) “le sanzioni sono misure preventive che consentono all’Ue di rispondere rapidamente a sfide e sviluppi politici contrari ai suoi obiettivi e valori”, il che equivale ad affermare di avere il diritto di ricattare economicamente uno Stato sovrano che minacci a livello geopolitico, economico o militarmente strategico i nostri interessi.
Sul fronte Onu, in tempi non sospetti, ossia il 12 marzo 2021, il Consiglio per i diritti umani, organo sussidiario dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, approvava “con trenta voti a favore, quindici contrari e due astensioni, una risoluzione, proposta dal movimento dei non allineati (non-aligned movement – NAM), relativa all’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sull’esercizio dei diritti umani” (2). Come spiega il Nad, ossia l’Osservatorio Nuovi Autoritarismi e Democrazie (su piattaforma Unimi), la risoluzione sollecitava “gli Stati a non adottare, mantenere o attuare misure coercitive unilaterali incompatibili con il diritto internazionale, il diritto umanitario, la Carta delle Nazioni Unite e i princìpi che governano le relazioni pacifiche tra Stati. Laddove dette misure siano già state adottate dovrebbero essere rimosse tempestivamente. Inoltre Stati e agenzie delle Nazioni Unite dovrebbero fare quanto nelle loro possibilità per mitigare gli effetti delle misure coercitive unilaterali e fornire un indennizzo ai Paesi colpiti”.
Da Cuba alla Siria: la nostra idea di ciò che è democratico
Fatte dette premesse, confrontiamoci con la realtà dei fatti. Il 4 aprile 2020, l’ex segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, scriveva: “Mentre i medici cubani arrivano in Italia per aiutare i nostri operatori sanitari, l’embargo blocca l’arrivo di respiratori e ventilatori a Cuba. Alziamo la voce e fermiamo il bloqueo”. Quasi tre anni dopo il bloqueo è ancora in atto e, per di più, adesso la cosiddetta sinistra italiana, ossia il Partito Democratico, attraverso il suo Ufficio stampa fa sapere che, nonostante la tragedia del terremoto in Siria, le “sanzioni vanno mantenute” e che “Assad non garantisce destinazione degli aiuti”. Nella medesima nota il Pd dichiara: “Oggi il Paese è diviso in tre parti: quella controllata dal dittatore; la zona del Rojava, una repubblica democratica autogestita dai curdi; infine la zona di Idlib dove c’è ancora una presenza di cellule terroristiche di Al Quaeda e dell’Isis”.
Secondo il Pd, quindi, il Presidente Bashar al-Assad che ha ottenuto per la quarta volta il proprio mandato con il 95,1% dei voti sarebbe un ‘dittatore’, mentre modificare la legge elettorale in Italia dando più o meno il 70% dei seggi a chiunque vinca con percentuali e voti assoluti in sé ridicoli (4) sarebbe democratico. Come sarebbe indice di democrazia un voto alle Regionali che arriva solamente al 40% circa degli aventi diritto – il che significa che se Rocca e Fontana raggiungono il 50% dei voti, non rappresentano che il 20% della popolazione di quei territori e i partiti, all’interno delle coalizioni, si spartiscono percentuali a una cifra. Sì, questa è la nostra democrazia.
Per quanto riguarda il Rojava, ossia “una repubblica democratica autogestita dai curdi”, rispondiamo con la dichiarazione del portavoce del Ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, che ha chiesto che gli States tolgano le sanzioni alla Siria “aprendo le porte agli aiuti umanitari”, e ha poi attaccato direttamente la politica di Washington nell’area, accusando gli Us di ‘rubare’ il petrolio siriano: “Mentre parliamo, le truppe statunitensi continuano a occupare le regioni siriane maggiori produttrici di petrolio. Hanno saccheggiato oltre l’80% della produzione petrolifera siriana e contrabbandato e bruciato le riserve di grano siriano” (t.d.g.). Ovviamente la conseguenza è che la crisi umanitaria dopo il terremoto è persino più grave. Aggiungiamo due dati – per il Pd, che non sembra bene informato – il Rojava è minacciato principalmente dalla Turchia (e non da Assad), visto il timore di Ankara di un’alleanza tra curdi siriani e turchi, mentre la presenza nell’area degli statunitensi è stata talmente ben spiegata dal Ministro cinese che non aggiungeremo nulla sull’incapacità del popolo curdo di trovare alleati più affidabili e meno interessati alle ricchezze di un Paese altro.
La situazione in Siria: una lettura eterodossa
Il terremoto arriva in un Paese afflitto da circa 12 anni di guerra, 570.000 morti, quasi 3 milioni tra feriti e mutilati e 7 milioni di profughi. Un Paese un tempo laico ed economicamente florido, nel quale l’ennesima ‘primavera araba’ (o ‘rivolta arancione’, a seconda della latitudine) è stata strumentalizzata dall’Occidente per accaparrarsi fonti energetiche e sostituire leader scomodi con altri più favorevoli ai nostri interessi.
Per raggiungere i propri desiderata gli occidentali (governi e aziende) non si sono mai fatti molti scrupoli. È Il Sole24Ore a informarci che, a ottobre 2022, “il produttore di cemento francese Lafarge ha ammesso di avere pagato milioni di dollari allo Stato Islamico per mantenere aperto il proprio cementificio in Siria. Lo ha annunciato il dipartimento della Giustizia Usa, nel procedimento giudiziario in corso a New York. Per i magistrati dell’accusa l’azienda francese ha finanziato il gruppo terrorista in una fase in cui l’Isis rapiva, torturava e uccideva cittadini occidentali” (5).
Ma non immaginereste mai quali Stati abbiano fornito, per anni, il maggior supporto ai gruppi di opposizione armata di matrice islamico-integralista in Siria: Stati Uniti, Turchia, Qatar e Arabia Saudita. Come scrive Federico Manfredi Firmian (6) nella sua analisi: “Tale politica è iniziata effettivamente nel 2012, è diventata sempre più temeraria nel corso del 2013, ed è stata finalmente abbandonata nel 2017. Il controllo dei gruppi ribelli da parte della Cia si supponeva avrebbe evitato che gli armamenti finissero nelle mani dei radicali. Al contrario, la maggior parte delle armi di Turchia, Qatar e Arabia Saudita contrabbandate in Siria sono servite ad armare i gruppi collegati con i Fratelli Musulmani o le reti Salafi-jihadiste. Invece che preparare la strada per una transizione politica, tali scelte hanno fomentato una guerra civile distruttiva che ha accelerato l’emergere dei gruppi jihadisti armati” (t.d.g.).
Perché non ha senso il tweet di Laura Boldrini (7)
Il terremoto del 6 febbraio, che ha colpito anche la Turchia, in Siria si è abbattuto sia sulla regione di Idlib in mano ad Hayat Tahrir Al-Cham (gruppo estremista islamico precedentemente affiliato ad Al-Qaeda e ora al Daesh), sia Aleppo, governata da Assad. Ovviamente ciò che il Pd finge di non sapere o, peggio, non sa, è che gli unici aiuti nella zona in mano agli islamici possono essere forniti dai Caschi Bianchi siriani – organizzazione di protezione civile ufficialmente apartitica.
Come scrive Fulvio Beltrami sul Faro di Roma (8): “Appurato che l’impossibilità di prestare tempestivo soccorso alle popolazioni colpite nella zona di Idlib non è imputabile a Damasco, il governo siriano ha preso la decisione di far coordinare tutti gli aiuti umanitari nelle zone liberate e sotto il controllo della Repubblica Siriana alle autorità centrali incaricate di monitorare la distribuzione. Una prerogativa che qualunque Stato sovrano ha il diritto e il dovere di prendere per fronteggiare catastrofi del genere al fine di ottimizzare gli aiuti internazionali”. Mentre pretendere, come vorrebbe Boldrini, che gli aiuti passino “unicamente tramite le Nazioni Unite e le Ong è un mero stratagemma studiato per alleggerire la disumana proposta di negare gli aiuti umanitari al popolo siriano per motivazioni politiche tramite la difesa delle sanzioni. In ogni Paese colpito da calamità naturali le agenzie Onu e le Ong non operano in modo autonomo in quanto devono rispettare il principio di sovranità del Paese ospitante”. Ed è proprio il Governo di Damasco a rappresentare la Siria all’Onu con Bassam al-Sabbagh – particolare che stentiamo a credere sia ignorato dai Dem italiani.
Rispetto alle accuse di utilizzo di armi chimiche da parte di Assad, proviamo a leggere un paio di articoli della Tass. Il primo del 10 novembre 2017 riguardo alle “prove concernenti l’incidente del 30 marzo nella siriana Al-Latamna, citato nell’ultimo rapporto della missione d’inchiesta dell’Organization for the Prohibition of Chemical Weapons (Opcw)” che, secondo i russi appaiono “chiaramente costruite a tavolino”. Il secondo articolo, del 26 aprile 2018, indicava un altro fatto avvenuto nel periodo e come Russia e Siria avrebbero portato “17 testimoni oculari degli eventi di Douma all’Opcw“. Sempre dalla Tass: “Le delegazioni avranno prove di prima mano del video falsificato che ha ingannato la comunità internazionale”. Il pezzo chiude affermando che “l’azione pseudo-umanitaria messa in scena dai Caschi Bianchi” ha poi “costituito motivo per gli attacchi missilistici di Us, Uk e Francia contro la Siria del 14 aprile” (t.d.g.). Come sempre, tali indagini (dall’ex Jugoslavia in avanti) poi si impantanano, restando spesso nebulose e senza una definizione univoca dato che non pare che scoprire la verità sia la priorità ultima per la comunità internazionale – quanto poterle citare al momento opportuno per scopi altri.
Perseverare, però, oggi con le sanzioni contro la Siria mostra solamente la sudditanza dell’Europa e, soprattutto, delle cosiddette forze del centrosinistra italiano nei confronti di manovre geopolitiche (statunitensi) che, nei fatti, condannano a morte altri civili innocenti.
(1) Le sanzioni in Europa: https://www.inthenet.eu/2022/12/02/lipocrisia-europea-e-le-sanzioni/
(2) Articolo del Nad sulle sanzioni unilaterali: http://nad.unimi.it/le-misure-coercitive-unilaterali-violano-i-diritti-umani/
(3) Scritto di Susanna Camusso: https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2020/04/14/news/grazie_cuba_basta_embargo-95012/
(4) Il Rosatellum spiegato in breve: https://www.vanityfair.it/article/elezioni-2022-calcoli-e-ipotesi-con-una-legge-che-non-si-adatta-alla-realta-italiana
(5) Il cado Lafarge: https://www.ilsole24ore.com/art/usa-azienda-francese-lafarge-patteggia-778-milioni-pagamenti-isis-siria-AEoStg9B
(6) After a decade of incoherent strategy in Syria, a way forward di Federico Manfredi Firmian, in Modern War Institute at West Point, 02.07.22: https://mwi.usma.edu/after-a-decade-of-incoherent-strategy-in-syria-a-way-forward/
(7) Boldrini: “Assad ha sterminato il suo stesso popolo, dobbiamo usare Nazioni Unite e Ong per arrivare al posto giusto”
(8) Si rimanda all’intero articolo su Faro di Roma: https://www.farodiroma.it/siria-si-apre-uno-spiraglio-e-nostro-governo-invia-primi-aiuti-ma-pd-chiede-di-non-togliere-sanzioni-f-beltrami/
venerdì, 17 febbraio 2023
In copertina: Foto di Alexa da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza Pixabay)