Il palco degli spiriti
di Caris Ienco
Al Teatro di Rifredi, nel mese di novembre, e a La Città del Teatro di Cascina il prossimo 7 marzo, Emma Dante dà vita a una casa animata da spiriti che fanno compagnia a un vecchio rimasto solo al mondo.
Il Pupo di zucchero di Emma Dante è liberamente ispirato a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, una raccolta di fiabe secentesca in dialetto napoletano, che narra di solitudine, morti e nostalgia.
Un uomo, ormai senza alcun affetto, il giorno dei morti prepara il pupo di zucchero, un dolce tradizionale a forma di pupo, appunto, che nelle tradizioni più remote del sud servirebbe ad accogliere i defunti il giorno del 2 novembre.
Durante la lievitazione della pasta, la vuota casa del Vecchio (interpretato da Carmine Maringola) inizia ad animarsi e a riempirsi dei fantasmi della famiglia rievocando la vita passata. Vecchi amori, scherzi dimenticati, risentimenti incancreniti e tenere nostalgie rivivono sul palco spoglio eppure ricco di elementi.
Un racconto intessuto di immagini e situazioni. Lazzi, balli, scene e canti umoristici, il timbro ironico che si mescola con quello tragico o circense, fanno sentire allo spettatore la stessa sofferenza, la nostalgia e la solitudine che prova questo Vecchio che, con il suo napoletano, parla a questa pasta che non lievita mai…
Pupo di zucchero è uno spettacolo strutturalmente quasi perfetto. Il giudizio sul contenuto può dipendere dai gusti di ognuno di noi, ma lo spettacolo ha il ritmo perfetto per raccontare, rimandare e tenere avvinti. Un mix tra classico teatro didascalico e spettacoli più contemporanei – che preferisce suggerire anziché mostrare. Sincronicamente e diacronicamente usa più linguaggi – verbale, musicale, coreografico e pantomimico nello stesso tempo – stimolando le emozioni più disparate, dall’attesa tipica di ogni spettacolo e dalla costernazione alle risa, dalla malinconia all’allegria, dalla contemplazione estetica di una scena all’applauso per i numeri circensi. Per finire con un tableau vivent che rimanda a quei trittici medievali rappresentanti la crocifissione ma con un’inversione nella posizione delle figure: il vivo nel mezzo e in basso, mentre i defunti sono disposti in alto e ai lati.
Emma Dante riesce a essere tradizionale e moderna allo stesso tempo, forse suo malgrado, sia nella tecnica teatrale che nei contenuti.
In un momento di puro egoismo sociale mascherato da rampante individualismo – in cui chi fa per sé fa per tre; in un momento storico in cui, nella società, la resa e l’accettazione della solitudine vincono sul senso di comunità; in cui si cercano false religioni pur di credere in qualcosa, ecco che Emma Dante presenta uno spettacolo che parla di credenze, religione, solitudine e famiglia; di nostalgia, di gioia dello stare insieme e della paura di restare soli. Evocare i morti è un’azione, un rituale che appartiene a ogni comunità; poter parlare a coloro che non ci sono più è uno tra i desideri che ci accomuna. Emma Dante, in qualche intervista, ha definito il suo spettacolo una preghiera laica. In qualche modo lo è davvero.
Pupo di Zucchero
La festa dei morti
testo e regia Emma Dante
Sud Costa Occidentale
con Carmine Maringola (il Vecchio), Nancy Trabona (Rosa), Maria Sgro (Viola), Federica Greco (Primula), Sandro Maria Campagna (Pedro), Giuseppe Lino (Papà), Stephanie Taillandier (Mammina), Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout (Pasqualino), Martina Caracappa (zia Rita), Valter Sarzi Sartori (zio Antonio)
costumi Emma Dante
sculture Cesare Inzerillo
luci Cristian Zucaro
assistente ai costumi Italia Carroccio
assistente di produzione Daniela Gusmano
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
venerdì, 3 febbraio 2023
In copertina: Foto di scena di Ivan Nocera (gentilmente fornita dall’Ufficio stampa de La Città del Teatro)