Dallo scandalo delle Rsa ai batteri farmaco-resistenti
di Luciano Uggè
La pandemia da Covid-19 diventerà l’ennesima never ending story? Probabilmente sì dato che troppi sono i lati oscuri che andranno chiariti per evitare che, almeno in futuro, si ripetano gli errori commessi in Italia tra il 2020 e il 2022.
L’ultima rivelazione proviene dalla puntata del 19 dicembre 2022 di Report (1), che ha denunciato (basandosi sui dati dell’Istituto Superiore di Sanità) come, su un campione di 157 pazienti, il 19% sarebbe morto non a causa del Covid-19 (benché diagnosticato) bensì per infezioni batteriche. L’88% di queste infezioni sarebbero state contratte dai malati in ospedale e il 95% delle infezioni sarebbe stata farmaco-resistente.
Sebbene il campione sia molto ristretto, abbattere la mortalità di quasi il 20% vorrebbe dire, come ha affermato il collega Sigfrido Ranucci, riscrivere la narrazione pandemica.
Se a questo dato aggiungiamo i decessi dovuti alla scellerata decisione di molte Regioni di ospitare i pazienti Covid ‘a bassa intensità’ nelle Rsa – dove si trovavano persone non solamente molto anziane ma affette altresì da patologie preesistenti, che sono state contagiate – di quanto diminuiremmo ancora la medesima cifra complessiva?
Se poi eliminassimo dal computo i medici ormai in pensione che sono andati a prestare la loro opera, senza protezioni ed esponendosi essi stessi al rischio di contagio?
Errori su errori. Vogliamo ricordare la decisione del Ministero della Sanità di sconsigliare agli anatomopatologi di effettuare le autopsie? Tale scelta ha ritardato la comprensione della malattia e favorito la supina accettazione delle indicazioni che arrivavano dalla Cina: intubare. Solamente il 25 giugno 2020 si presentava alla stampa il Protocollo del primario di cardiologia dell’Ospedale Sacco di Milano, Maurizio Viecca, a base di antiaggreganti e antinfiammatori, perché lo stesso aveva, nel frattempo, scoperto quanto sintetizzò con le seguenti parole: «Non si muore di polmonite, ma di trombosi». Oggi ci sarebbe da indagare anche su quei dati che arrivavano dalla Cina: erano sottostimate le morti o si curavano i pazienti anche in altro modo?
Aggiungiamo i decessi a causa del paracetamolo e della vigile attesa – le linee guida che il Ministero della Sanità ha ostinatamente portato avanti fino alla caduta del Governo Draghi (e che molti medici di famiglia continuano a seguire). Mentre l’Istituto Mario Negri di Milano, già nel luglio del 2021, scriveva: “Intervenire in questa fase [ossia nei primi 2/3 gg., n.d.g.], iniziando a curarsi a casa e trattando il Covid-19 come si farebbe con qualsiasi altra infezione respiratoria, ancora prima che sia disponibile l’esito del tampone, potrebbe aiutare ad accelerare il recupero e a ridurre l’ospedalizzazione” (3), basandosi su uno studio di Fredy Super et al. (4).
A quante morti inutili si arriva? Se non si fossero cremati i corpi di tanti pazienti, cosa si sarebbe scoperto? Se non si fossero fatti sfilare i camion con le bare si sarebbe ottenuto lo stesso effetto terrorizzante sulla popolazione, che ha permesso di dichiarare e protrarre lo stato d’emergenza, rinchiudendoci in casa come topi?
A distanza di quasi tre anni, però, sono altri i dati che preoccupano. Ad esempio, che tra il 26 ottobre 2022 e il 27 novembre 2022 siano morte 508 persone nonostante i 4 inoculi (lo 0,0136% dei 3.737.653 di vaccinati con seconda dose booster da più o meno di 120 giorni). Inoltre, tra il 4 novembre e il 4 dicembre 2022 (i dati ISS sono sempre sfalsati e non si comprende il perché), nella stessa categoria, i ricoverati in terapia intensiva erano solamente 97. Tenendo conto che coloro che si sono vaccinati con la quarta dose sono persone con 60 anni e più, dove e come sono morti gli stessi? Sono deceduti a casa? Sono stati abbandonati alla vigile attesa da medici che ormai visitano solo telefonicamente e prescrivono farmaci, se lo fanno, per via elettronica senza aver auscultato polmoni e cuore? O si è pensato, in ospedale, di non ricoverarli nemmeno in terapia intensiva? Ma soprattutto, come è possibile che in Italia stiano ancora morendo circa cento persone al giorno e che, al 24 dicembre, secondo worldometers.info, se nel nostro Paese su 114.498 casi registrati la settimana precedente, si sono avuti 667 decessi, in Francia (nello stesso periodo) dove i casi sono stati 317.129 (quasi tre volte tanto), i decessi si fermavano a 793? Come mai, prendendo per esempio i dati del 24 dicembre 2021, su 50.599 nuovi casi si registravano 141 morti (e si imponeva il super green pass perché gli ospedali erano al collasso); mentre il 24 dicembre 2022, su 20.000 nuovi casi circa (i dati ora sono settimanali e, quindi, non più così precisi) i morti erano ben 114?
Chissà perché chi affermava che il Covid-19 fosse strumentalizzato per motivi politici, ieri, era etichettato come antiscientifico; mentre, oggi, invece di imparare dagli errori imponiamo i tamponi solo ai turisti cinesi (e non ai giapponesi, per esempio, visti gli alti contagi nel Paese del Sol Levante) e non prima della partenza, bensì all’arrivo (con conseguenti complicazioni nella gestione di persone in quarantena o malate) e dimenticando – come nel 2020 – che i cinesi possono arrivare con volo indiretto o fermarsi a Parigi e saltare tranquillamente i nostri controlli negli aeroporti. Ma poi, quancuno ha notato che i contagi sono alti anche in altri Paesi e, a ondate, sarà così per anni visto che ormai il Covid-19 è endemico?
L’Italia, però, non solamente ha bisogno di una riforma della sanità: di un progetto di assistenza territoriale serio dove i medici tornino a visitare i pazienti e gli ospedali non siano causa di morte bensì strumento di cura; ma ha anche bisogno di fare chiarezza su questi ultimi tre anni perché nascondere i morti sotto il tappeto non renderà la nostra casa più pulita e, sicuramente, non ci sta rendendo più brillanti nell’affrontare nuove situazioni di difficoltà – a meno che reiterare mascherine, chiusure e distanziamento sia il meglio che si può fare.
(1) La puntata è visionabile per intero su Raiplay:
https://www.raiplay.it/amp/video/2022/12/Report—Puntata-del-19122022-a4337a36-27a4-46f0-a445-724f6c9349e5.html
(2) Uno dei molti studi pubblicati sull’incidenza delle complicanze trombotiche nei pazienti con Covid-19: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8161345/
(3) L’articolo dell’Istituto Mario Negri di Milano:
https://www.marionegri.it/magazine/cure-domiciliari-covid-19
(4) Lo studio pubblicato su Science Direct da Fredy Suter et al. sulle cure domiciliari precoci, datato luglio 2021: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2589537021002212
venerdì, 6 gennaio 2023
In copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay (gratuita da usare sotto la licenza Pixabay)