La Collezione al-Sabah, Kuwait a Palazzo Reale
di Simona Maria Frigerio e Luciano Uggè
Rigore e infinito sono gli estremi tra i quali si muove l’arte islamica e, a specchio, il percorso dell’esposizione. Un viaggio tra oggetti di uso quotidiano, splendidi esempi di gioielleria, delicate pagine miniate e molte sorprese.
Il curatore, Giovanni Curatola, ha avuto la capacità rara di non appesantire l’esposizione di un surplus di oggetti fini a se stessi – giusto per essere strillati sui magazine – ma ha privilegiato una scelta rigorosa su base cronologica e tematica per dare allo spettatore un quadro generale dell’evoluzione dell’arte islamica nei diversi periodi storici, fornendo esempi mirati scelti tra oggetti di uso quotidiano (come una curiosa serie di cucchiai e un candeliere di bronzo, proveniente dall’Iran orientale, con un leone che attacca un’antilope); monili e pugnali finemente cesellati (tra tutti, la collana indiana d’oro e diamanti con incastonato un pendente in smeraldo e, sorpresa: sul retro smalti delicati per celare le cerniere di montaggio della catena); strumenti scientifici (interessanti il più antico astrolabio planisferico islamico, proveniente da Baghdad e datato intorno al 927-928, e la carta topografica di ottone che fornisce direzione e distanza tra 149 località islamiche e la Mecca); stoffe e tappeti; e splendidi esemplari di Corano (tra i tanti, il manoscritto copiato da ‘Abd al-Qadir al-hasani al -Husayny, proveniente dall’india e datato fine XVI° secolo).
Dall’altra, Curatola ha saputo fornire gli strumenti teorici per apprezzare la mostra, senza appesantire con un eccesso di contenuti un percorso che, descrivendo un universo poetico ancora poco conosciuto, sarebbe apparso impervio o noioso. Al contrario, con intelligente asciuttezza, ha inserito un numero di pannelli esatto per spiegare con semplicità alcuni concetti base come l’arabesco, il disegno geometrico, il principio dell’infinito e, sorpresa, la presenza di un’arte figurativa all’interno della cultura islamica. Così si scopre – grazie a esemplari come il volto delicato di un pittore intento a comporre una miniatura, di un’espressività intensa che ne rivela la concentrazione e la serenità interiore; o la miniatura dipinta su seta con la rappresentazione di una coppia principesca con attendenti dalle linee sinuose e su sfondo naturale – che anche il reale può irrompere nell’arte islamica, anche se solo l’aspirazione all’infinito (ben espressa dal geometrico e dall’arabesco) può dare un volto al senza volto, a quel Dio che non è, né potrebbe mai essere umanizzato.
Un percorso affascinante che è solo un ponte teso tra due culture e che è ora che attraversiamo per avvicinarci a un mondo dotato di fascino antico.
Il catalogo, infine, che segue la mostra su entrambi i percorsi – cronologico e tematico – offre un valido strumento e un vademecum utile per approfondire la conoscenza di quest’arte, ancora poco nota.
La mostra si è tenuta:
Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano
Arte della Civiltà Islamica
La Collezione al-Sabah – Kuwait
a cura di Giovanni Curatola
Catalogo:
al-Fann
Arte della civiltà islamica
La collezione al-Sabah, Kuwait
a cura di Giovanni Curatola
schede di Manuel Keene e Salam Kaoukji
Skira, 2010
22×27,5 cm, cartonato, 336 pagine, 486 colori
Euro 54,00
venerdì, 24 marzo 2023 (la recensione riguarda la mostra tenutasi dal 21 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011, in originale in Anche i critici nel loro piccolo…)
In copertina: Particolare della Locandina