Confermata la terza Stagione
di Simona Maria Frigerio
Der Pass (titolo originale della serie, ispirata a The Bridge) sarà nuovamente sui teleschermi italiani probabilmente a partire dalla tarda primavera.
Indubbiamente una tra le serie più interessanti della programmazione autunnale di Rai4, vede protagonisti Julia Jentsch e Nicholas Ofczarek, credibili nei panni degli investigatori Ellie Stocker e Gedeon Winter.
La trama, sufficientemente complessa – anche se priva dell’elemento del giallo classico, ossia il whodunnit – intriga soprattutto per la capacità di svelare sempre nuovi strati di verità che aprono ulteriori piste per i detective ma, soprattutto, sguardi trasversali sulla realtà per gli spettatori. Scoprire, ad esempio, che la massoneria e pratiche orgiastiche alla Eyes wide shut di Stanley Kubrick possano trovare spazio tra i monti candidamente innevati del confine austro-tedesco, lascia basiti quanto immaginare che la civile Svezia (e l’intera penisola scandinava) coltivi da sempre un’anima nera, come raccontato dai giallisti svedesi.
Ben ritmato ma senza forzature, punta su una solida sceneggiatura, una recitazione sotto le righe, personaggi credibili e un’ambientazione che si giova dell’ottima fotografia di Philip Peschlow, più che su continui colpi di scena in stile Hollywood. Come ne L’uomo della neve, il solido thriller svedese per la regia di Tomas Alfredson (tratto dal romanzo di Jo Nesbø, con la fotografia di Dion Beebe) o la serie crime ideata da Allan Cubitt, The Fall (con Ruairi O’Brien e David Grennan direttori della fotografia), Pagan Peak vira sui toni del grigio. Le atmosfere gelide e plumbee paiono soffocare i sentimenti e ottundere i sensi mentre la trama scorre tra dialoghi sospesi. Proprio la cura dell’ambientazione e del tono su tono, che pare quasi prosciugare lo schermo da qualsiasi colore che non sia l’acromatico grigio – insieme patina reale che copre interni ed esterni e avvolge i personaggi, e metafora di un grigiore esistenziale che rende i crimini espressione di una banalità del male che tutto trasfonde – ebbene, proprio questa scelta estetica rende ancora più credibile e, in certo senso, più piacevole la visione.
In sottotraccia, il male, rappresentato fugacemente dalla figura mitologica del Krampus (qualche anno fa tra i soggetti della serie Wilder Mann, del fotografo francese Charles Fréger). Quasi un omaggio a uno tra i maestri dell’horror e della suspense, Stephen King, e al suo bisogno di collegare inquietudini reali e paure ataviche con il Male con la M maiuscola.
Restiamo in attesa della terza Stagione.
venerdì, 3 febbraio 2023
In copertina: La locandina della serie.