Ritorno al sud in un sabato ‘azzurro’
di Simona Maria Frigerio
Oscar De Summa torna sul palco e torna nella sua Puglia, che gli ha ispirato i monologhi più riusciti della carriera di drammaturgo e interprete, e il gioiello Stasera sono in vena – dove l’esperienza individuale diventava epopea di un’intera generazione.
Al Teatro San Girolamo porta in scena L’ultima eredità, commiato dal padre come figura più reale che archetipica. Come Branduardi in Alla Fiera dell’Est, De Summa racconta – con una sfilza sempre crescente di subordinate – una giornata libera a Bologna: una di quelle giornate come tante, in cui si fanno cose come tutti, e ci si lascia vivere senza porsi domande capitali. Il meccanismo funziona, il ritmo sale, le risate fioccano.
D’un tratto, però, la sequela di azioni quotidiane, incontri fortuiti, luoghi comuni si inceppa: De Summa vuole scendere dalla giostra della vita – che è solo un pullman – e non sa bene nemmeno lui il perché. Il disco della sua esistenza gli pare girare a vuoto, come se la puntina fosse arrivata in fondo e si fosse scordato di doversi alzare dal divano per girare quel vecchio Lp al quale è tanto affezionato.
De Summa cambia ritmo e musica. Adesso prende il treno e viaggia a ritroso nel tempo e L’ultima eredità acquista il sapore di Azzurro: “Il treno dei desideri / Nei miei pensieri all’incontrario va”.
È uno strano cortocircuito: anche oltre avvertiamo il rimando al testo di Vito Pallavicini: “Sembra quand’ero all’oratorio / Con tanto sole, tanti anni fa” – e De Summa rivede con gli occhi della mente campi dorati sotto soli cocenti.
“Quelle domeniche da solo / In un cortile, a passeggiar / Ora mi annoio più di allora / Neanche un prete per chiacchierar”. De Summa affronta il topos delle recriminazioni dell’infanzia contro i genitori ma il padre è privato del logos dalla malattia e non potrà più rispondere, difendersi, spiegarsi. In compenso il prete – presente nella narrazione teatrale – solleva lo sguardo del figlio perso/del figliol prodigo verso il cielo: inteso non come paradiso, bensì come spazio in cui dispiegare le proprie ali per spiccare il volo sopra umane miserie e dolori mortali.
E poi c’è il finale – perfetto nella caratterizzazione della madre che si strazia tra dolore e risa, presente e ricordi di gioventù con la sua amica di una vita: l’unica che può farla evadere da quella stanza dove piange il morto, il passato, quell’istante tra esserci ancora e non esistere più che non può mai tornare, per nessuno. Il ritmo torna a salire. Si piange e si ride, nella vita. Come a teatro.
Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Lucca Visioni:
Teatro San Girolamo
via San Girolamo – Lucca
venerdì 25 novembre 2022, ore 21.00
L’ultima eredità
di e con Oscar De Summa
progetto luci Matteo Gozzi
ambiente sonoro e arrangiamenti Matteo Gozzi e Oscar De Summa
produzione La Corte Ospitale
venerdì, 9 dicembre 2022
In copertina: Il logo di Lucca Visioni.