
Manifestazione di fronte alla Procura della Repubblica di Bologna
di La Redazione di InTheNet
In queste ultime settimane stiamo seguendo alcuni casi di “persone morte negli ospedali in circostanze che non vengono chiarite, lasciando i familiari nella dolorosa attesa di avere risposte”, come spiega il collega Franco Cervellati nel reportage che è visionabile su YouTube (1).
Il 6 marzo scorso a Bologna si sono riuniti i parenti di persone decedute in ospedale in circostanze che è lecito, per i familiari, chiedere che siano spiegate con un’indagine seria della Magistratura.
Oltre ad Alba Maldini che pretende, come doveroso, “verità e giustizia” per la morte del marito, Claudio Bellettati (di cui ci siamo già occupati, 2), erano presenti Federica e Cristina Pirazzoli, figlie di Francesco Pirazzoli – deceduto il 6 marzo 2021 all’Ospedale di Lugo dopo appena 12 ore dal ricovero, nonostante pare presentasse buone condizioni generali di salute (3).
In piazza anche Barbara Milan, sorella di Francesca, deceduta il 21 aprile 2024. La sua è una storia non solamente di ‘malasanità’ ma anche di uno Stato che latita quando si deve finanziare l’assistenza. Il 22 maggio 2020 Francesca ha avuto un’emorragia cerebrale, soccorsa prontamente dalla sorella e dal marito, è stata portata al Pronto Soccorso del Sant’Orsola, ma la persona addetta al triage ha effettuato una diagnosi errata sulla gravità della situazione, decidendo che fosse da Codice Verde. Milan ricorda, al contrario, che la sorella presentava una sintomatologia già molto seria. Francesca è stata dimessa nell’agosto 2021 in stato semi-vegetativo. Come definisce perfettamente questo stato la sorella: “era una persona murata nel suo corpo”. Ma la denuncia di Barbara va oltre perché punta il dito contro uno Stato che, a una famiglia con un disabile al 100%, passa un assegno “che è un’elemosina”, una cifra che non basta nemmeno a retribuire una badante né tanto meno un’infermiera a domicilio.
E difatti, mentre la cosiddetta sinistra e parte dei sindacati scendono in piazza per sostenere un’Europa che vuole riarmarsi a spese dei suoi cittadini, imponendo la cifra iperbolica di 800 miliardi in 4 anni a Stati già vessati e allo stremo a causa delle sanzioni alla Russia – che stanno portando alla de-industrializzazione dell’Europa – l’Italia, per il 2025, ha previsto un’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili totali di 542 euro mensili e una pensione di invalidità totale di 336 euro mensili. Lasciamo ai lettori trarre le dovute conseguenze.
La richiesta di Barbara Milan è di investire in sanità sia a livello di strutture adeguate, posti letto, personale competente, ma anche nel sostegno fattivo delle famiglie.
Passando al caso di Alessandra, la stessa è scesa in piazza per chiedere indagini serie sui decessi, come quello del padre, che è entrato in ospedale per essere curato e, al contrario, la figlia afferma che gli siano stati dati solamente morfina e altri farmaci non atti alla cura del paziente. Dopo oltre un anno dalla presentazione della denuncia in Questura, la Procura ha iscritto la stessa nel Registro Modello 45, considerandola una notizia non costituente reato, senza fare indagini né chiedere l’archiviazione – il che consentirebbe ad Alessandra di andare di fronte a un Giudice.
Manuela Bozzelli, fidanzata di Gian Luca Giulietti, ha infine aperto un’altra porta, quella dei decessi dei pazienti durante la prima ondata di Covid-19. Giulietti è deceduto, infatti, il 1° aprile 2020, dopo essersi ammalato il 7 marzo precedente. Bozzelli ricorda come lo stesso abbia assunto 3 pastiglie di paracetamolo al giorno per 7 giorni consecutivi a causa dei picchi di febbre alta e di essersi auto-isolato per evitare di contagiare i familiari. Al contrario, Manuela, pur essendosi contagiata, a causa dei suoi mal di testa – e nonostante le controindicazioni che erano fornite dai mass media televisivi – ha assunto degli antinfiammatori. L’esito dei due percorsi terapeutici è palese: Manuela Bozzelli è guarita ed è in piazza, Gian Luca Giulietti dopo 7 giorni è stato ricoverato in Ospedale, dove è morto, solo. A Manuela sono rimaste “solo le ceneri da abbracciare”. Ma da donna forte e caparbia, oltre a manifestare con gli altri parenti che chiedono verità e giustizia, ha fondato l’Associazione ARBITRIUM – Pronto Soccorso Giuridico (4).
Il prossimo appuntamento per continuare a pretendere una sanità migliore e la verità sulla morte dei loro cari è il 22 maggio di fronte al Tribunale di Ravenna.
(1) Il video di Franco Cervellati con le testimonianze dei parenti dei deceduti:
(2) https://www.inthenet.eu/2025/01/03/dobbiamo-pretendere-il-diritto-alla-salute/
(3) https://www.inthenet.eu/2025/02/21/eutanasia-o-tragica-fatalita/
(4) https://arbitriumpsg.org/
venerdì, 21 marzo 2025
In copertina: Foto di Gerd Altmann da Pixabay