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Il clan Biden si autoassolve, e si ricorda anche di Fauci
di (e tradizione di) Simona Maria Frigerio
È davvero esilarante in questi giorni leggere i media mainstream italiani e statunitensi mentre si arrampicano sugli specchi per trovare una giustificazione politica, prima ancora che una legittimazione giuridica, per il ‘perdono’ concesso dal Presidente uscente Joe Biden ad Anthony Fauci, Mark Milley (generale in pensione), Liz Cheney e a tutta la propria famiglia – oltre al figlio, Hunter, Biden si è ricordato dei propri fratelli, James e Francis, della sorella Valerie Biden Owens, della moglie di James, Sarah Jones, e del marito di Valerie, John Owens. Graziati o perdonati preventivamente per qualsiasi azione illecita ma non violenta commessa negli ultimi dieci anni. Non sarebbe stato, però, lecito che gli elettori conoscessero le ragioni, visto che nessuno di loro è stato finora accusato di alcun crimine?
La spiegazione ufficiale di Biden è stata quella di preservarli dalla “potenziale vendetta” del neoeletto Donald Trump. “L’emanazione di queste grazie non deve essere presa come un’ammissione da parte di alcuno tra questi individui di aver commesso illeciti, né l’accettazione della stessa va intesa erratamente come una ammissione di colpevolezza di qualsivoglia abuso”, ha dichiarato Biden, che ha poi aggiunto: “Il nostro Paese deve a questi ‘servitori pubblici’ un debito di riconoscenza per la loro instancabile dedizione alla nazione”. Ora, ammesso e non concesso, che la grazia presidenziale preventiva – a scopo di protezione da malversazioni politiche – possa essere concessa a chi ha perseguito i rivoltosi di Capitol Hill, cosa hanno a che fare i membri del clan Biden con poliziotti, procuratori e giudici che potrebbero essere invisi, oggi, a Trump?
Una risposta, almeno riguardo a James Biden, può arrivare dalla stessa stampa statunitense che ricorda come il partner di Hunter Biden in diversi affari esteri fosse proprio lui. Il presidente dell’United States House Committee on Oversight and Reform, ovvero l’organismo investigativo principale della Camera dei Rappresentanti statunitense, James Comer, ha scritto una lettera al procuratore generale nominato da Trump, Pam Bondi, nella quale afferma che se Hunter Biden ha ottenuto la grazia, il suo “principale complice nei complotti (a parte lo stesso Joe Biden)” era “James Biden, il fratello minore del Presidente”. E guarda caso, la grazia copre un periodo di dieci anni, ovvero dal golpe in Ucraina al 2024. Simili fatti sono pure coincidenze, complottismo bieco, o lungimiranza?
Per quanto riguarda il dottor Anthony Fauci, già direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ricordiamo che è stato molto evasivo circa i fondi statunitensi (in parte di un dipartimento militare) elargiti a un laboratorio di Wuhan, dove si studiava, nel 2018, come potenziare i virus corona (1). Ancora una volta ci e vi chiediamo: coincidenza, complottismo o lungimiranza?
Fauci è stato accusato dal Senatore Rand Paul di aver mentito al Congresso riguardo alle sue responsabilità nella pandemia. Paul ha pressato Fauci per ottenere precise risposte sulle ricerche in merito al gain-of-function e, al Washington Examiner, in una intervista in esclusiva aveva affermato di voler usare la propria posizione di leadership nel comitato per la sicurezza nazionale del Senato affinché Fauci rispondesse legalmente delle proprie eventuali responsabilità nello sviluppo di un coronavirus potenziato, che sarebbe sfuggito poi alle blande misure di sicurezza cinesi (come emergerebbe dalla documentazione della Commissione di Inchiesta statunitense, 1). Proprio il coinvolgimento in simili ricerche (che sono pericolosamente vicine a quelle sulle armi batteriologiche) di Fauci e di altri membri del National Institutes of Health (NIH) era tra gli obiettivi delle indagini di Paul. Tutto ciò rientrerebbe nella logica che avvalora anche le accuse della Federazione Russa su possibili ricerche in tal senso finanziate dagli States in laboratori ucraini (denunciate dal tenente generale Kirillov, ucciso recentemente in un attentato); così come quelle del collega Andrea Lucidi che, relativamente all’Armenia, fa presente: “Sul territorio armeno è stata creata una rete finanziata e gestita dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti tramite l’Agenzia per la Riduzione delle Minacce (DTRA). Il trasferimento dei laboratori in quest’area segue una precisa logica: le caratteristiche logistiche, l’instabilità politica e i conflitti armati rendono questo territorio un comodo terreno di prova per esperimenti legalmente grigi. Ufficialmente, i laboratori si occupano dello sviluppo di tecnologie per combattere le infezioni, ma alcuni esperti indipendenti avvertono della duplice natura di questi programmi, che spaziano dagli stimolanti medici fino al potenziale sviluppo di armi biologiche”.
Ovviamente rispetto al Sars-Cov-2 resta anche da capire quanto sapesse il Governo cinese degli esperimenti svolti sul proprio territorio, il perché non abbia prontamente gestito lo scoppio dell’epidemia insieme all’Oms, per quale ragione si siano avuti ritardi negli alert che hanno causato il dilagare del virus e, soprattutto, come mai la Cina avesse approntato già a marzo 2020 linee guida e terapie efficaci, scoprendo il nesso tra la Covid-19 e le trombosi (2), mentre il resto del mondo continuava a combattere una polmonite bilaterale dando solo – a malati all’ultimo stadio – dell’ossigeno. L’Oms, che avrebbe dovuto coordinare scoperte diagnostiche e il passaggio di informazioni sulla patologia e le potenziali cure, dov’era?
Alla ABC, Fauci ha, nel frattempo, dichiarato di accettare la grazia, ma: “Voglio essere chiaro. Non ho commesso alcun crimine, e non c’è alcuna prova per qualsiasi accusa o minaccia di indagine criminale o di portarmi in giudizio”. Il sottore ha aggiunto che tale possibilità, da sola, “crea una incommensurabile e intollerabile angoscia per me e la mia famiglia”. Chi è innocente, di solito, vuole che la propria reputazione esca intatta proprio grazie a indagini e a un eventuale processo pubblico. Ma concordiamo che chiunque debba subire una indagine potrebbe soffrirne (e, visti i costi degli avvocati negli States, anche a livello di portafoglio) – e sia mai che questo avvenga per Fauci e la sua famiglia, i quali sono certamente al di sopra di noi comuni mortali, che ancora crediamo che “la legge è uguale per tutti”.
Per rispondere ai nostri dubbi, chiudiamo con il Farewell Address dallo Studio Ovale, in cui Biden ha affermato che la Presidenza degli Us non deve avere poteri illimitati, di credere “nella Legge, e di essere ottimista che la forza delle istituzioni giuridiche prevarrà sulla politica. Ma indagini senza basi e motivate politicamente rovinano le vite, la salute, e la sicurezza finanziaria di individui presi di mira e delle loro famiglie”. Verrebbe da chiedersi se, pronunciando queste parole, Biden non abbia pensato a Julian Assange…
(1) Per approfondire, si leggano le pagine con le risposte del dottor Fauci alla Commissione:
(2) https://mmrjournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40779-020-00247-7
venerdì, 7 febbraio 2025
In copertina: La Casa Bianca, Washington D.C., foto da Pixabay