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Il discorso finale del Presidente Putin
di (e traduzione di) Simona Maria Frigerio
Mentre gli States mostrano i muscoli e l’Europa ha i nervi sempre più scoperti (in quanto il 5% del Pil preteso da Trump per la Nato unito al gas di scisto Made in Us equivalgono al collasso economico), la Russia segna un punto a favore della propria visione del mondo non egemonica ma dialogante.
Come sempre a bocce ferme, ecco ampi stralci del discorso rilasciato alla stampa da Putin al termine dei colloqui e dopo la firma di una serie di accordi di cooperazione stilati con il Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Masoud Pezeshkian.
Come ha sottolineato Putin, nel preambolo, i legami tra i due Paesi “si fondano su principi di uguaglianza, mutuo rispetto, e considerazione per gli interessi l’uno dell’altro, così come sulla reciprocità e il supporto, il che si riflette in azioni pratiche. La nostra partnership bilaterale è multifaccettata ed è avanzata stabilmente, anno dopo anno. Siamo impegnati in un dialogo politico intenso. L’anno scorso, Pezeshkian e io abbiamo tenuto due incontri, anche durante il summit dei BRICS a Kazan. I nostri ministri degli esteri e i consigli di sicurezza si sono mantenuti in stretto contatto. La cooperazione tra Russia e Iran nelle aree economiche, sociali e culturali sta aumentando; è stato stabilito un coordinamento tra specifici ministeri dei comparti industriali, gli organismi economici, i funzionari pubblici, i quali interagiscono fruttuosamente” e l’obiettivo è raggiungere anche livelli più elevati di cooperazione. In questa prima parte si ascoltano con piacere parole come uguaglianza e mutuo rispetto, che sembrano completamente assenti nei discorsi europei e, soprattutto, statunitensi.
Di conseguenza, il Trattato sulla Partnership Strategica Globale presuppone mete ambiziose e passaggi che porteranno ad “approfondire la cooperazione bilaterale sul lungo periodo in campi diversi, quali la politica e la sicurezza, così come il commercio, gli investimenti, e le questioni umanitarie. Questo documento rivoluzionario intende stabilire le condizioni necessarie per uno sviluppo stabile e sostenibile della Russua, dell’Iran, e dell’intera area euroasiatica che condividiamo”. I due leader politici hanno altresì discusso di questioni relative alla regione e delle maggiori problematiche internazionali.
Come sempre Putin è poi entrato nel concreto: “Nei primi 10 mesi del 2024, il commercio bilaterale è cresciuto del 15,5%. In particolare, i nostri Paesi sono quasi del tutto passati alle valute nazionali nei pagamenti reciproci. Stiamo facendo dei grandi sforzi per istituire canali sostenibili di interazione bancaria e per i prestiti e per allineare i nostri sistemi di pagamento nazionali. Nel 2024, le transazioni condotte dalla Russian in rubli e in rial iraniani hanno superato il 95% del commercio bilaterale. Ci si attende che l’entrata in vigore di un accordo di libero scambio tra l’Iran e l’Unione Economica Euroasiatica rafforzi i legami commerciali russo-iraniani. Va altresì notato che il 26 dicembre 2024, il Supremo Consiglio Economico Euroasiatico ha concesso all’Iran lo status di osservatore dell’EAEU. E questo è un passo in avanti per promuovere le relazioni tra l’Iran, la Russia e gli altri membri dell’EAEU”.
Ovviamente la questione energetica resta cruciale – così come lo è per la UE, anche se non pare che i Paesi più industrializzati della stessa se ne siano resi conto, e tanto meno la Commissaria europea von der Leyen – che si autoelogia a Davos per essere passata dal gas russo (di buona qualità ed economico a quello statunitense, di scisto, di qualità inferiore e gravoso per le famiglie e per le nostre imprese, sempre meno competitive). “Il progetto principale comune per la costruzione di due nuove unità dell’Impianto di energia nucleare Bushehr, grazie a Rosatom, sta proseguendo. Una volta implementato, lo stesso darà indubbiamente un grande contributo per incrementare la sicurezze energetica iraniana, stimolare la crescita economica nazionale, e fornire elettricità a un prezzo sostenibile ed eco-friendly sia per gli usi civili sia industriali. Di grande importanza per noi la cooperazione nel settore trasporti, in particolare con l’espansione del trasporto ferroviario delle merci. Opportunità promettenti si stanno aprendo rispetto al corridoio internazionale Nord-Sud. Continuano anche i colloqui riguardo alla costruzione della tratta ferroviaria Rasht(1)-Astara(2). Implementare questo progetto aiuterebbe a garantire una supply chain senza interruzioni tra Russia e Bielorussia e i porti iraniani sul Golfo”.
Il campo della cooperazione umanitaria e culturale sta avendo ulteriori sviluppi: “I piani includono l’apertura di un Centro Culturale Russo a Tehran. A giugno, l’Iran ospiterà i Giorni della Cultura della Russia, con diverse mostre, concerti e spettacoli teatrali, così come altri accattivanti eventi culturali. Siamo certi che il pubblico iraniano apprezzerà tali proposte”. Un altro settore che sta avendo un boom dopo gli anni delle chiusure pandemiche è il turismo e lo stesso sarà facilitato da voli diretti tra varie città russe e iraniane, a cui si aggiunge la decisione di garantire, dal 2023, tour con visti gratuiti per i viaggi di gruppo e visti elettronici per quelli individuali. Per inciso, in passato, anche per gli italiani non era facile ottenere un visto turistico per la Russia e il processo comportava la prenotazione di tutte le strutture ospiti in Russia con ricezione della documentazione relativa da presentare alle autorità. Per fortuna dal 2024 anche per molti cittadini europei, compresi gli italiani, le pastoie burocratiche per visitare la Russia a livello turistico sono diminuite notevolmente.
Per quanto riguarda il settore educativo, oltre 9.000 studenti iraniani frequentano università russe, di cui circa 600 a spese del budget federale russo. Anche questa è una buona notizia per la Federazione Russa che, pur essendo il Paese più grande al mondo, è decisamente sottopopolata – dopo aver perseguito per anni una politica di chiusura verso l’esterno e, soprattutto, verso i cittadini non slavi – e, purtroppo, attualmente migliaia dei suoi giovani migliori sono impegnati al fronte.
Tra gli argomenti di politica estera, Putin ha voluto ricordare “che le posizioni della Russia e dell’Iran coincidono. I nostri Paesi sostengono fermamente i principi del diritto internazionale, la sovranità degli Stati, e la non interferenza nelle politiche interne dei vari Paesi. Entrambi gli Stati perseguono una politica estera indipendente, e congiuntamente resistono alle pressioni esterne, ai diktat, all’uso di sanzioni illegittime dovute a scelte politiche. Ci stiamo altresì coordinando su importanti questioni nelle sedi internazionali, incluse le Nazioni Unite, ma anche i BRICS e la Shanghai Cooperation Organisation”.
Entrando nel merito della situazione in Siria, Putin ha voluto sottolineare che “la Russia è tuttora impegnata per un accordo omnicomprensivo nel Paese basato sul rispetto della sua sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Siamo pronti a continuare a fornire al popolo siriano quanto necessario per stabilizzare la situazione, offrire aiuti umanitari urgenti, e dare il via alla ricostruzione su ampia scala terminato il conflitto. Crediamo che il futuro della Siria dovrebbe essere determinato dai siriani attraverso un dialogo inclusivo. Speriamo dal profondo del cuore che il popolo siriano supererà con successo le sfide del periodo di transizione”. Su questo punto siamo un po’ meno ottimisti del Presidente visti i giocatori (e i bari) al tavolo. Gli States rinunceranno al furto di petrolio? Tra curdi e turchi si stabilirà una tregua con confini netti e senza interferenze del PKK? I curdi accetteranno il rientro dei siriani attualmente nei campi profughi turchi? HTS sarà disposta a dialogare con le varie minoranze religiose presenti o si toglierà la maschera e tenterà di annettere ogni territorio e instaurare, in un Paese laico, la Sharia? E ancora, Israele si ritirerà dai territori occupati? Gli Stati Uniti toglieranno le sanzioni che hanno strangolato i siriani o le manterranno affinché il corridoio tra Iran e Libano resti destabizzato e controllabile? E infine che ruolo giocherà la UE adesso che al-Assad è decaduto per lasciare il posto a un terrorista islamista, con il quale siamo andati subito a congratularci e a chiedere che cacciasse i russi dalle basi presenti sul territorio siriano?
Putin ha poi toccato l’argomento del processo di pace in Medio Oriente anche in considerazione del recente accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: “Questo accordo garantisce il ritorno degli ostaggi liberati alle loro famiglie e il rilascio dei detenuti palestinesi. Significativamente, apre la porta a un aumento sostanziale delle forniture di cibo, carburante e medicine a Gaza. Speriamo che queste misure miglioreranno la situazione umanitaria e contribuiranno alla stabilizzazione sul lungo periodo di quest’area. Tuttavia, è essenziale non diminuire gli sforzi per ottenete una risoluzione definitiva del conflitto israelo-palestinese fondata sulle basi riconosciute a livello internazionale. Queste includono la nascita di uno Stato di Palestina indipendente che possa coesistere in pace e sicurezza con Israele”. Anche su questo punto non riusciamo al momento a essere ottimisti, visto che Israele può contare sull’appoggio incondizionato e militare statunitense e sul suo voto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Va altresì detto che sia il Governo Netanyahu sia le forze politiche palestinesi in Cisgiordania sono in crisi, mentre la distruzione del 92% della Striscia di Gaza pone il problema di chi dovrà e potrà accollarsi le spese di tale immane distruzione non solamente di abitazioni civili, ma di scuole, università, ospedali, e quasi ogni infrastruttura, ivi compresi i pozzi di acqua potabile e le reti fognarie.
Anche rispetto al Caucaso Meridionale è intenzione dei due Paesi mantenere una situazione di stabilità e pace.
Aggiungiamo qualche informazione pubblicata sulla stampa internazionale, ovvero che Iran e Russia hanno firmato una partership strategica della durata di 20 anni che riguarda anche aree quali la difesa e le nuove tecnologie, impegnandosi a cooperare nel caso di minacce militari e alla sicurezza nazionale, e decidendo di tenere esercitazioni militari congiunte su entrambi i territori e altrove.
Sempre dalla BBC apprendiamo che ogni Stato si è impegnato a non permettere che il proprio territorio sia utilizzato per azioni che possano minacciare l’altro.
Al prossimo tassello del nuovo mosaico mondiale.
(1) La più grande città iraniana vicina al mar Caspio
(2) Capoluogo dell’Iran occidentale
venerdì, 7 febbraio 2025
In copertina: Conferenza stampa a seguito dei colloqui russo-iraniani, 17 gennaio 2025 (President of Russia)