La pubblicità è il vero Trattamento Ludovico
di Luciano Uggè
Un tempo i giovani andavano in treno perché l’auto non potevano permettersela. Al massimo era quella del padre, prestata per una serata con gli amici, per appartarsi con la ragazza o per una gita fuori porta. La ribellione era fare sesso prima del matrimonio e, magari, nemmeno sposarsi. La ribellione era andare all’università e occuparla per cambiare il mondo. Ribellarsi era scendere in piazza contro gli Stati Uniti per la Guerra in Vietnam o il Golpe di Pinochet e i crimini contro l’umanità di cui si macchierà l’amico della Lady di Ferro, e poi per fermare i bombardamenti su Belgrado o Baghdad. Oggi la rebel revolution è andare in treno, pagando biglietti salatissimi per treni sporchi e ammuffiti, appestati di vecchiume e trasandatezza, con bagni che puzzano come letamai deambulanti, o, sulla carta e nelle pubblicità, veloci e moderni, ma in realtà perennemente in ritardo e dove i giovani ‘rebel’ sono stipati come sardine in lattina. Perché non pubblicizzare mezzi pubblici gratuiti per tutte e tutti? Quella sì, sarebbe una rivoluzione!
La pubblicità è il vero clou della serata televisiva perché esemplifica in poche immagini e, spesso, in due o al massimo tre frasi l’intero universo/mondo nel quale ci muoviamo realmente: specchio del nostro presente e dei suoi falsi miti.
Un altro spot che va per la maggiore è quello sulle medicine anche per i vaccini contro la Covid-19. Una volta si vaccinavano i bambini contro malattie mortali o altamente pericolose, con prodotti che assicuravano l’immunità. Spesso il bambino aveva giusto qualche lineetta di febbre, altre volte nemmeno quella e, d’altro canto, lo si preservava con il Salk (e non il Sabin) o con l’antitetanica da malattie gravi, come la poliomielite o il tetano. Oggi, che le vaccinazioni si sono moltiplicate oltre ogni misura e si fanno richiami in continuazione, a ogni età, per qualsiasi cosa, senza nemmeno preoccuparsi se una persona abbia o meno già avuto una data malattia, si scopre anche che quegli stessi cosiddetti vaccini, che non assicurano l’immunità (ossia quelli contro la Covid-19) possono, però, dare tali sintomi da necessitare di farmaci! In pratica, per evitare di influenzarsi, ci si ‘vaccina’, si sviluppano i medesimi sintomi, e si usano pure le medicine nate per alleviare i sintomi influenzali? Allora, meglio aspettare di ammalarsi e usare, almeno, solo gli antinfiammatori o gli antipiretici se/quando necessario?
Così, mentre sediamo in poltrona, credendo di guardare un programma televisivo cadenzato da innocui spot di detersivi che da mezzo secolo lavano sempre più bianco; di creme per le rughe che funzionano sempre meglio della precedente, ma non bene quanto la successiva; della bontà di pagare il canone tv (novità di quest’anno); di star che devono prepararsi il caffè da soli ma con la cialda in voga; di attrici che, invece di presentarsi al party (fedeli al motto No Martini, no Party) preferiscono il tetto del palazzo; o di presentatrici che per fare ‘plin plin’ hanno bisogno solo e sempre della stessa marca di acqua… Ebbene, quando crediamo di vedere il solito serial o il solito blockbuster ‘a gratisse’, assopendoci mentre paghiamo il prezzo surrettizio che corrisponde a sorbirci qualche spot, in realtà siamo come Alex DeLarge, in Arancia Meccanica, sottoposti a un autentico Trattamento Ludovico.
Per noi nostalgici delle vere ribellioni, buon ascolto!
venerdì, 10 gennaio 2025
In copertina: Stazione ferroviaria di Ragusa (foto della Redazione di InTheNet)