Il governo vende illusioni: con una mano dà e con l’altra toglie
di La Redazione di InTheNet
Il 29 dicembre 2024 è stata approvata in via definitiva la Legge di bilancio per il 2025.
La stessa prevede una spesa di 30 miliardi di euro di cui 9 in deficit e 3,5 miliardi anticipati dalle banche, che ovviamente dovranno essere restituiti. Come accadrà per gran parte dei Fondi del PNRR (1). Mentre si procederà sulla strada della defiscalizzazione delle aziende con la diminuzione dell’Ires dal 24 al 20%.
Come fa notare la Cub, nonostante i rincari siano sotto gli occhi di tutti e dal 1° gennaio 2024 l’IVA applicata alle fatture per le forniture di gas naturale è tornata all’aliquota ordinaria, ovvero: il 10% per gli usi civili entro i 480 Smc/anno, e il 22% per tutti i casi restanti, in un momento in cui cittadini e aziende faticano a pagare bollette già care a causa della guerra in Donbass, le pensioni minime aumenteranno di soli 1,90 euro mensili mentre le altre avranno un adeguamento dello 0,8% – a fronte di un tasso di inflazione programmata (e sottostimata) per il 2025 dell’1,8%.
I fondi per le grandi opere (come per le armi), al contrario, si troveranno. Sarà aumentato di 1,532 miliardi di euro lo stanziamento per il ponte di Messina e per aumentare gli stipendi dei ministri. E si manterranno i soli tre scaglioni di reddito che, come sempre, favoriscono chi percepisce quelli più elevati: fino a 28.000 euro lordi annui, al 23%; da 28.000 a 50.000 euro lordi annui, al 35%; e oltre l’aliquota sarà del 43%.
Per quanto riguarda il taglio del cuneo contributivo per i lavoratori, la Cub fa notare che fino a 35.000 euro annui non vi saranno novità, mentre otterranno minimi vantaggi coloro che guadagnano tra i 35 e i 40.000 euro lordi annui. Inoltre, le detrazioni per i figli a carico sono estese da 21 a 30 anni (oltre i 30, nel caso i figli siano disabili). Come fa notare la Cub, complessivamente per non aumentare le tasse, il Governo ha scelto di diminuire le detrazioni. Resteranno quelle sulla ristrutturazione della prima casa al 50%, per il 2025, ma non sarà più possibile detrarre le spese per la sostituzione delle caldaie a combustibili fossili, ovvero a gas (della serie: green o greenwashing?).
Briciole per coloro che percepivano il cosiddetto reddito di cittadinanza, trasformato dal Governo in carica in Carta dedicata a te – per le persone indigenti ai fini dell’acquisto di generi alimentari. Il fondo è aumentato di 500 milioni di euro e se ne istituisce uno di contrasto per la povertà alimentare a favore dei comuni di 500 milioni di euro complessivi.
In un Paese dove è alta la disoccupazione tra i giovani, la battaglia della Lega Lombarda per mandare al lavoro chi ha maturato già la pensione continua a mietere risultati: i contributi previdenziali del 9,81% che il datore di lavoro dovrebbe trattenere e versare all’Inps, per questi lavoratori, saranno accreditati ai lavoratori – il che penalizza sia i disoccupati sia l’Ente previdenziale nel suo complesso. Inoltre è prorogata l’opzione donna ma occorrono 61 anni di età e 35 di contributi, maturati entro il 31 dicembre 2024. Rimane la finestra di 12 mesi per le lavoratrici del privato e 18 mesi per le autonome. L’età sarà ridotta di un anno se hanno un figlio e due anni con due. Per accedere all’opzione donna occorre altresì rientrare in uno dei seguenti casi: a) le donne assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado che beneficia della legge 104; b) hanno una invalidità superiore al 74 %. La pensione sarà inoltre calcolata interamente con il sistema contributivo.
Ovviamente la politica dei bonus continua, anche se sotto altre forme. Mancano i nidi e le scuole materne? Non importa, il Governo risolve i problemi pratici delle famiglie che vogliono avere un figlio – ma solo con un Isee fino a 40.000 euro lordi annui – con un bonus nascita di 1.000 euro per i figli nati nel 2025 e 2026. A qualcuno è venuto in mente che sono i servizi e i diritti a mancare e che, con una cifra simile, si fatica persino a comprare una carrozzina e un passeggino? Inoltre, per gli anni 2025 e 2026 alle lavoratrici madri di due o più figli con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (ma chissà perché si esclude il lavoro domestico), è riconosciuto un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico del lavoratore fino al compimento dei 10 anni di età del figlio più piccolo. Ancora una volta penalizzando le casse dell’Inps.
Per la Sanità è previsto un incrementato di 1.202 milioni di euro per il 2025, 5.078 milioni di euro per il 2026, 5.780 milioni di euro per il 2027, comprensivo delle risorse necessarie per i rinnovi contrattual. Il che garantirà appena la situazione precaria che vediamo sotto i nostri occhi, invece di rilanciare un servizio pubblico che, in epoca di pandemia, l’intero parterre politico aveva promesso di migliorare, aumentando i fondi a esso destinati.
Ulteriore regalo alla parte datoriale, la proroga del costo ammesso in deduzione dalle aziende per i nuovi assunti, pari al 140%. In pratica, sarà la collettività a pagare affinché le aziende assumano i lavoratori di cui necessitano. Mentre, a livello ministeriale, si prevede una diminuzione della spesa di 194,4 milioni di euro annui per istruzione e università, 84,8 milioni di euro per la cultura e 85,4 milioni di euro per l’ambiente. Ciò comporterà, tra l’altro, un ritorno alle famigerate ‘classi pollaio’.
(1) Quanto ci costerà il Next Generation EU: https://www.inthenet.eu/2020/12/11/next-generation-eu-ipoteca-sul-futuro/
venerdì, 10 gennaio 2025
In copertina: La sede del Governo italiano. Palazzo Chigi, Roma, giugno 2024, foto di Sergio D’Afflitto. CC BY-SA 4.0