Conclusi gli accordi concertativi tra VW e IG Metal
di Federico Giusti
Stando alla stampa tedesca ed europea il sindacato IG Metall avrebbe raggiunto nell’arco di pochissimi giorni un accordo con Volkswagen dopo gli scioperi proclamati nei giorni scorsi. I contenuti di questo accordo sono sviscerati sulla stampa tedesca ed europea.
Nella tradizione renana i sindacati meccanici hanno sempre portato a casa incrementi salariali e condizioni di vita assai migliori dei meccanici italiani, ma parliamo di anni nei quali il mercato dell’auto trainava l’economia e le vendite all’estero andavano a gonfie vele. In tempi di crisi la situazione cambia e gli accordi si presentano come limitazione del danno.
Vediamo allora i contenuti di questo accordo che, stando a quanto asserito da IG Metall, dovrebbe scongiurare la chiusura di alcuni stabilimenti ma al contempo apre la strada a 35.000 licenziamenti, blocca per almeno due anni gli incrementi salariali per adeguare gli stipendi al costo della vita, rinuncia ai dividendi tra gli azionisti popolari.
Potrà essere sufficiente la conservazione di tutti gli stabilimenti VW a fronte di un ridimensionamento produttivo e 35 mila posti di lavoro in meno nell’arco di 5 anni?
E sul piano salariale, il taglio di innumerevoli bonus accordati alle tute blu renane quanti euro toglierà alle loro buste paga?
Di fronte a questi esuberi Ig Metal parla di avere salvaguardato i posti di lavoro – il che stride con gli annunciati 35mila licenziamenti che per VW saranno gestiti secondo canoni di responsabilità sociale.
Anche la terminologia utilizzata merita attenzione perché la ‘responsabilità sociale’ dovrebbe comportare la difesa dei posti di lavoro e non ridursi alla scelta dei criteri con i quali avviare i licenziamenti (magari nella veste di pensionamenti anticipati a carico della fiscalità generale)
Se poi analizziamo con attenzione i contenuti dell’accordo (sintetizzati su numerose testate) ci si accorge che il ridimensionamento produttivo è stato ottenuto dal gruppo con la produzione interrotta, a lungo termine, in almeno due stabilimenti e la chiusura di quello di Dresda nel 2025 e a OsnabrücK entro l’estate 2027.
La multinazionale tedesca porta dunque a casa il risultato sperato e raggiunge l’obiettivo prefissato fin dalle settimane scorse? “Avevamo tre priorità nei negoziati: ridurre le sovracapacità nei siti tedeschi, ridurre i costi del lavoro e ridurre i costi di sviluppo a un livello competitivo”, ha dichiarato Thomas Schäfer, capo del marchio VW. “Abbiamo raggiunto soluzioni praticabili su tutte e tre le questioni”. La casa automobilistica ridurrà la capacità tecnica dei siti tedeschi di oltre 700.000 veicoli: “Si tratta di decisioni difficili, ma anche di decisioni importanti per il futuro”. Questo creerà le basi per rendere Volkswagen il produttore di volumi tecnologicamente leader entro il 2030 (1).
Crediamo ancora alla barzelletta tagliare per rilanciare?
Ricordiamo i dati economici negativi, ossia il calo dell’utile netto, nell’estate 2024, di oltre il 64% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Fin da settembre era del tutto evidente l’arrivo di tagli per porre fine a quella sovrapproduzione di merci che non trovava sbocco nei mercati internazionali. IG Metal si dice soddisfatta dell’ennesimo accordo concertativo – se tuttavia guardiamo ai tagli occupazionali e salariali i risultati ottenuti non sembrano così soddisfacenti.
VW inizialmente aveva chiesto la riduzione generale dei salari del 10%, l’abbattimento del numero dei tirocinanti e una minor retribuzione del personale a tempo determinato, oltre alla chiusura di alcuni impianti. Non è dato sapere di più su tirocinanti e tempi determinati visto che le informazioni disponibili sono tutte dedicate al personale con contratto a tempo indeterminato.
IG Metal, nella sua piattaforma rivendicativa aveva chiesto la salvaguardia di tutte e dieci le sedi in Germania (ma nel frattempo due stabilimenti chiuderanno) e una garanzia di occupazione per i circa 130.000 dipendenti (ma ci saranno tagli per 35 mila unità).
E per farsi un’idea di questo accordo sarà il caso di andare direttamente alla fonte ossia al comunicato stampa redatto dai sindacati tedeschi nel quale si capisce meglio l’entità dei tagli salariali ed occupazionali (2).
Volkswagen, nel frattempo, ha già cancellato il vecchio accordo di protezione dei posti di lavoro, in vigore dal 1994, premessa indispensabile per arrivare ai 35 mila licenziamenti annunciati.
In una trattativa sindacale ci si accorda su alcuni punti ma non su altri, si arriva una sorta di compromesso con la parte datoriale: stando a quanto leggiamo la mobilitazione di IG Metal ha solo limitato i danni spianando la strada a ulteriori accordi in Germania e nella Ue con licenziamenti, riduzioni salariali e ridimensionamenti produttivi.
Una situazione analoga a quanto avvenuto negli Us a fine estate 2023 quando lo sciopero di settimane nelle fabbriche meccaniche che portò a casa aumenti salariali, ma dette anche il via libera alla chiusura di impianti e al forte ridimensionamento della forza lavoro.
Siamo ancora convinti che questa trattativa abbia determinato la vittoria di parte sindacale?
Buon Anno a tutti!
(2) Risultato in VW: taglio netto evitato
Per approfondire:
Germania: lavoratori Volkswagen in protesta, scontro tra dirigenza e sindacati | Euronews
Auto, Volkswagen ribadisce: “Necessario un taglio significativo dei costi” | Euronews
Volkswagen IG-Metall: raggiunto l’accordo con 35000 licenziamenti e tagli agli stipenti
venerdì, 3 gennaio 2025
In copertina: Foto di dodaning0 da Pixabay (particolare per motivi di layout)