Il Ministro Crosetto presenta in Parlamento la riorganizzazione delle Forze Armate
di Federico Giusti
Dopo che l’ambasciata italiana a Damasco è stata bellamente saccheggiata da HTS (organizzazione terroristica per l’Onu, gli States, l’Europa intera, la Russia, e praticamente tutto il mondo; sebbene immediatamente plaudita per la sua conquista di Damasco da Uk, Germania e Francia), cosa pensare di un Guido Crosetto che si presentava in Parlamento per riorganizzare le nostre Forze Armate e i processi che legheranno la difesa a innovazioni in campo industriale?
Per ‘cultura della prontezza’ si intende la capacità di agire militarmente ovunque siano minacciati gli interessi strategici del nostro Paese e delle alleanze delle quali fa parte. Lo si evince dall’audizione del Ministro, datata ormai quasi un paio di mesi fa.
L’Italia (che, in Siria, non aveva capito niente) nei prossimi anni non arriverà al 2% del Pil per le spese militari come richiesto dalla Nato ma realizzerà un piano complessivo di ristrutturazione. Tra le funzioni imprescindibili delle Forze Armate anche l’impulso alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie militari e duali dentro gli obiettivi da raggiungere che non potranno prescindere dalla riorganizzazione dell’esercito per la difesa degli spazi euroatlantici e del territorio nazionale.
Potenziamento dei sistemi missilistici e radar difensivi e offensivi per rendere efficaci e operative le forze armate, smantellando le strategie di carattere ibrido che riguardano, ad esempio, l’approvvigionamento energetico e delle materie prime – inclusi i metalli rari (quelli che, ad esempio, la Cina non vuole più vendere agli Stati Uniti).
Nel Mar Rosso l’obiettivo è lavorare con settori privati e Paesi ‘alleati’ per salvaguardare gli scambi mercantili ponendo fine a quello che Crosetto definisce il trattamento di favore riservato in tale ambito a Cina e Russia. Inoltre, si mira direttamente a impedire che in Africa arrivino altri Stati ad approvvigionarsi dei metalli rari – da qui il cosiddetto Piano Mattei.
Centri di ricerca e investimenti nella tecnologia: è questo l’obiettivo, una nuova strategia industriale e della ricerca in campo militare, il riequilibrio degli organici delle Forze Armate, nuove assunzioni e nuove competenze con tanto di riservisti impiegabili ‘in caso di necessità’. Investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale, velocizzazione dei processi decisionali, massimo impulso alla ricerca e allo sviluppo, ripensando l’addestramento e la formazione dell’esercito ma anche una riorganizzazione degli edifici destinati a ospitare i militari, dando maggiore spazio al personale amministrativo.
La Nato chiede e i Paesi aderenti agiscono conseguentemente, pensando di costruire un quadro normativo rinnovato che permetta di agire con tempestività ovunque siano minacciati gli interessi nevralgici per ciascun Paese, le alleanze e le imprese.
Particolare attenzione, inoltre, sarà data alle campagne stampa e all’informazione che vedranno crescere la presenza dei militari in ogni ambito sociale preparandosi ad affrontare tutte le tipologie di sfida – militari e non.
I programmi strategici del Ministero della Difesa sono quindi legati a interagire sempre più con il settore della ricerca e dello sviluppo industriale: “Investire in difesa non è una scelta, ma una necessità per affrontare un futuro incerto, caratterizzato da un processo evolutivo che si prospetta drastico, rapidissimo e non indolore. Occorre riformare, rafforzare le Forze Armate per consentire loro di svolgere le tre funzioni imprescindibili: la Difesa dello Stato, degli spazi dell’Alleanza Atlantica, la tutela delle priorità di interessi strategici nazionali, tra i quali il contributo alla pace e alla stabilità, ma anche lo stimolo alla ricerca e lo sviluppo per consentire al Paese e al suo apparato produttivo di esporre tecnologie innovative pregiate”.
Nella dichiarazione non mancano i passaggi dedicati all’Arma dei Carabinieri con la nuova base del Tuscania sul territorio pisano e riguardano: “il sostegno, ammodernamento e rinnovamento dei mezzi e degli equipaggiamenti della componente Forze Speciali e Forze per Operazioni Speciali dell’Arma dei Carabinieri (esigenze GIS e 1° RGT Tuscania), destinata a operare in sinergia e in piena integrazione nell’ambito di un dispositivo operativo Joint/Combined per esigenze connesse alla Funzione Difesa (51), la mobilità tattica terrestre con l’acquisizione di VTLM Lince 2 Light e mezzi blindati in aggiunta a veicoli da trasporto di vario tipo nonché fondi integrativi per armamento leggero, munizionamento, equipaggiamenti e vestiario”.
Escludere le spese per la difesa dal patto di stabilità resta un obiettivo così come la dotazione dei meccanismi finanziari, gli eurobond, per non incorrere nella crescita del debito pubblico.
Per approfondire:
Audizione del Ministro Crosetto sul Documento Programmatico Pluriennale
Il DDP 2024-2026 e la Legge di Bilancio 2025: la Difesa diventa sostenibile? – Analisi Difesa
venerdì, 27 dicembre 2024
In copertina: Foto di WikiImages da Pixabay