La Commissione d’Inchiesta Covid e le domande del dottor Segalla
di Simona Maria Frigerio
Come molti altri colleghi, sto seguendo le audizioni presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, e mi ha immediatamente colpita l’intervento di Antonio Porto, Segretario Generale Nazionale Organizzazione Sindacale Autonoma (OSA) Polizia, il quale si è chiesto il perché della sfilata di furgoni militari, di notte, ripresa dalle telecamere dei principali media e poi riproposta anche dai quotidiani e dai social. A cosa serviva, se non a suscitare ansia, quella ‘messinscena’? Perché è indubbio che tale fu quel corteo di furgoni da Bergamo verso i crematori limitrofi, visto che nemmeno due testate blasonate come La Repubblica e Avvenire riuscirono a mettersi d’accordo sul dato di base. La Repubblica il 18 marzo 2020 titolava (ancora reperibile in rete) Bergamo, non c’è più posto: 70 mezzi militari portano le bare… e più avanti specificava: “Sono i furgoni dell’esercito impiegati per trasportare le bare dal camposanto bergamasco verso i forni crematori di altre Regioni”. Con quel ‘camposanto’ che faceva tanto Medioevo, untori e peste manzoniani, e l’idea sottesa che occorressero decine di crematori per centinaia di bare… Ma Avvenire (sempre reperibile in rete) il giorno dopo (19 marzo) scriveva: “Trasportano 65 bare che Bergamo non può più seppellire, che non riesce più nemmeno a cremare. I militari le scorteranno a Modena e Bologna, poi le ceneri torneranno dai loro cari” – e vedasi anche altri articoli con rivelazioni interessanti sul medesimo tema (1).
Ma noi, con Antonio Porto, ci chiediamo: 70 furgoni per 65 bare?
Tutto ciò avveniva in un periodo in cui l’Oms avvertiva che la Covid-19 avrebbe avuto pesanti ricadute a livello psicologico sulla popolazione per varie ragioni (2) – allontanamento e decesso dai propri cari, perdita del lavoro, mancanza di supporti educativi per bambini/ragazzi a causa della chiusura di scuole e università, mancanza di esercizio fisico e di scambi sociali, aumento delle violenze domestiche, e così via. Si chiedevano messaggi chiari e che non aumentassero lo stress o il livello di angoscia. Queste sarebbero dovute essere le priorità; al contrario si operò per terrorizzare: con 70 furgoni per 65 bare… che detta oggi, di fronte alle decine di migliaia di palestinesi morti e a oltre 100mila feriti e quasi 20mila bambini ammazzati, oltre a quelli amputati senza nemmeno anestesia… fa quasi ridere (forse istericamente).
A questo punto la nostra Redazione ha contattato direttamente Antonio Porto, il quale ci ha fornito un interessante spunto per approfondire un’altra questione, ossia la sicurezza dei cosiddetti vaccini a mRNA. Se la settimana scorsa abbiamo pubblicato un sunto delle 520 pagine di risultanze della Commissione parlamentare statunitense sulla gestione della pandemia (3), con le specifiche sull’inefficacia a livello di immunizzazione di tali vaccini, ecco che ci viene in aiuto il dottor Segalla per capire come funzionano simili preparati (con un video al quale vi rimandiamo per qualsiasi approfondimento, 4). L’intero docu-video è basato sullo studio del dottor Segalla recentemente pubblicato in italiano sul Quaderno 02/2022 di Disinfection, intitolato Criticità chimico-fisiche e potenziale tossicologico dei nanomateriali lipidici contenuti in un vaccino a mRNA (5).
La prima notizia che apprendiamo è l’esistenza del Brevetto statunitense della BioNTech N. 10,485,884 B2, intitolato RNA Formulation for immunotherapy del 26 novembre 2019 che specificava come un preparato con quella struttura – ossia una sospensione colloidale, ove le particelle sono ‘sospese’ in maniera uniforme – non fosse indicato all’utilizzo come prodotto farmaceutico: “Purtroppo, per liposomi e nanoparticelle lipidiche aventi carica positiva è stata segnalata un’elevata tossicità, che può essere un problema per l’applicazione di tali preparati come prodotti farmaceutici”.
Vi chiederete: cosa c’entra un brevetto depositato antecedentemente l’epidemia? Seguiteci (o guardate direttamente il video) e capirete.
Più avanti il dottore spiega che un tampone PH contenente elettroliti in un sistema con particelle cationiche può creare ‘problemi’. Ossia, si possono “formare aggregazioni / agglomerazioni / flocculazioni e si perde l’omogeneità della sospensione colloidale” (della quale abbiamo scritto più sopra).
Infine, se tale composizione è somministrata per via parenterale/intramuscolare (vi ricordate l’iniezione che vi hanno fatto nel muscolo deltoide?) sempre BioNTech avvertiva, nel medesimo brevetto, che: “L’uso del tampone pH, spesso necessario per le applicazioni farmaceutiche, e la presenza di composti ionici, sono fattori che possono portare all’aggregazione delle nanoparticelle lipidiche e sono dunque da ritenersi inadatti per applicazioni parenterali”.
Le conclusioni del brevetto del 2019 erano, quindi, che formulazioni farmaceutiche per la somministrazione di RNA per l’immunoterapia: “1) non dovrebbero contenere nella propria formulazione un tampone ionico come il PBS al fine di prevenire fenomeni di aggregazione; 2) non dovrebbero contenere componenti ionici (come il cloruro di sodio – che sarà usato nel vaccino a mRNA, n.d.g.) al fine di prevenire fenomeni di aggregazione; 3) non dovrebbero essere iniettate per via parenterale a causa della loro instabilità quando vengono a trovarsi (dopo inoculazione) nelle condizioni fisiologiche del distretto extracellulare”. Ricordatevi tutte queste indicazioni frutto di una ricerca che si è ritenuto tanto importante da brevettarla.
Dal 2019 al 2020 passa… un secolo!
Se il Brevetto della BioNTech del 2019, come abbiamo visto (6), conteneva indicazioni e raccomandazioni molto rigorose e specifiche (evitare gli elettroliti, evitare di introdurre composti ionici ed elettrolitici in un vaccino a base di RNA e nanomateriali lipidici, eccetera); dall’altra parte, è il dottor dottor Segalla a denunciare che esiste una autorizzazione EMA del dicembre 2020 che permette l’uso di elettroliti. Non solo, nel brevetto del 2019 si asserisce che quel tipo di composizione non è adatto all’inoculazione intramuscolare; al contrario, solo un anno dopo, va bene anche questo tipo di inoculazione.
Ma tra i principali effetti avversi di tali scelte, vi è “la formazione di aggregazioni nell’organismo ospite” e Segalla cita come possibili reazioni, quelle allergiche, i disordini cardiocircolatori, le miocarditi e pericarditi, i fenomeni trombotici, l’ictus ischemico, le parestesie repentine, le metastasi, le patologie autoimmuni, le reazioni cutanee, le alterazioni del ciclo mestruale, l’attivazione dell’herpes zoster, le malattie neurodegenerative, neurologiche ed epatiche, le malattie oculari o tiroidee, i decessi improvvisi; e si chiede: “perché una formulazione instabile viene posta in commercio e somministrata a miliardi di individui in tutto il mondo?”
Ma qui fermiamoci un momento perché c’è un altro problema. Ossia che gli elettroliti utilizzati nel brevetto Comirnaty, denominati Alc 0315 e Alc 0159 non erano mai stati registrati in farmacopea e, anzi, aggiungiamo che il Parlamento Europeo rilevava il 22 dicembre 2021 che gli stessi, secondo il produttore di tali nanoparticelle, ossia Echelon, “sono solo ‘per scopo di ricerca e non per uso umano’” (7).
Qui facciamo un inciso rivolgendoci a un clinico, ossia all’esperienza del dottor Gentilini, per comprendere meglio, a livello medico, quali sono i dubbi che suscita l’uso di nanoparticelle. Le nanoparticelle non hanno tale nome a caso… superano qualsiasi membrana cellulare ed ecco perché, se è facile capire che una loro aggregazione possa causare parestesie repentine, ictus o effetti trombotici, va anche aggiunto che in se stesse possono essere tossiche, come specificato anche in un progetto della Commissione Europea: “Le NP hanno dimensioni dell’ordine delle molecole. Tali dimensioni sono all’origine, contemporaneamente, sia delle loro proprietà uniche e straordinarie sia della loro capacità di invadere le cellule” (8). Invadere le cellule, avete letto bene. E proprio alcune nanoparticelle, gli “esosomi ed esomeri sono” oggi considerati i “corrieri del cancro” (9) e, quindi, occorre stare molto attenti quando si ‘gioca col fuoco’ o a ‘essere dio’…
Torniamo al video del dottor Segalla
Cosa hanno proposto, nel 2020, Pfizer/BioNTech per risolvere il problema di mantenere la soluzione colloidale stabile (evitando le succitate aggregazioni?). Ovviamente i famigerati -72°C (pensate all’Africa o ad altri Paesi in cui garantire una costante la refrigerazione non è facile e si usa ancora il ghiaccio per mantenere semplicemente fresco un pezzo di carne o pesce…). Solo così si sarebbe potuto, secondo i produttori, trasportare e conservare una soluzione che altrimenti avrebbe prodotto i succitati effetti avversi.
Dopodiché, la procedura per trasformare il preparato colloidale stabilizzato a -72°C in una soluzione iniettabile era abbastanza complessa da lasciare ampi margini all’’empirismo’. La soluzione colloidale andava “portata a temperatura ambiente (fino a 25°C)”; la procedura di diluizione doveva essere completata entro 2 ore, aggiungendo però una soluzione di cloruro di sodio (un altro elettrolita, sic!). Quindi, occorreva capovolgere delicatamente per (esattamente) 10 volte la soluzione, senza agitarla. E non andava iniettata “in presenza di particelle” – avete letto bene: sfido qualsiasi persona a vedere a occhio nudo delle particelle che è, vocabolario alla mano, un costituente microscopico della materia!
Come fa notare il dottor Segalla vi era altresì un problema di temperature. Da -72°C a +37°C (ossia la temperatura media del corpo umano). Quindi, com’era possibile evitare che alcune soluzioni destabilizzate (dal riscaldamento e dall’azione di agenti chimici, come gli elettroliti) non causassero quelle “aggregazioni nell’organismo ospite” tanto pericolose?
Il primo Comirnaty approvato dall’EMA ma ready to use è del 18 ottobre 2021 e sarà disponibile solo all’inizio del 2022. “Nella nuova formulazione (documento EMA del 14 ottobre 2021) scompaiono gli elettroliti”. Scelta necessaria per migliorarne la stabilità, dato che il vaccino precedente, già inoculato a centinaia di milioni di persone (il PBS sucrose), non era sufficientemente stabile. Al contrario, il Tris/Sucrose (approvato il 14 ottobre 2021, come già scritto) non richiedeva nemmeno più tutta quella procedura lunga, complessa e altamente empirica, del primo ‘vaccino’ per essere inoculato.
Ma qui scopriamo un’ultima chicca che ci fa letteralmente sobbalzare dalla sedia: la formulazione instabile resta in commercio sempre con Autorizzazione subordinata a condizioni. Comirnaty PBS/Sucrose, come afferma il dottor Segalla, sebbene fosse “instabile, inefficace, insicuro. Ovvero un medicinale imperfetto” continuava a essere inoculato alternativamente (a seconda delle scorte, potremmo supporre) al nuovo prodotto ready to use.
La chiusa del video dovrebbe essere riportata direttamente ai responsabili della Commissione d’Inchiesta: “L’Articolo 443 del Codice Penale Italiano, aggiornato il 29/04/2022, prevede che: Chiunque detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con multa non inferiore a 103 Euro”. E inoltre, un vaccino come un farmaco si definisce “imperfetto quando manchi o sia diminuita la sua efficacia terapeutica (sia scaduto o vi sia un errore nella produzione) o sia privo di componenti necessari o contenga principi attivi non correttamente dosati”.
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Inciso personale: quando fui sottoposta alla prima inoculazione, a fine agosto del 2021, ricordo che in Ospedale ci saranno stati almeno +40°C. Si soffocava – letteralmente. Non rammento che qualcuno abbia osservato se vi fossero ‘particelle’ sospese nella boccetta, che era maneggiata con grande indifferenza (altro che attenzione a non agitarla!). Ricordo solo che gli effetti avversi a livello cardiaco, dopo la prima e ancor peggio dopo la seconda inoculazione (nonostante avessi avvertito la dottoressa vaccinatrice degli effetti già riscontrati), mi hanno consegnata, infine, direttamente al Pronto Soccorso e da lì a un lungo calvario del quale lo Stato non si è fatto minimamente carico.
Ma torneremo sull’argomento nei prossimi Numeri.
(1) Le dichiarazioni di chi partecipò alla sfilata di furgoni dell’esercito: https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/668523/bare-bergamo-luogotenente-carabinieri-ogni-camion-portava-stuprata-costituzione-ho-rifiutato-medaglia-stato.html
e
https://www.ilgiornaleditalia.it/video/cronaca/669883/bare-bergamo-ex-maresciallo-carabinieri-marco-billeci-camion-militari-solo-1-2-casse-video.html
(2) Il documento dell’OMS in inglese del 13 maggio 2020: https://unsdg.un.org/sites/default/files/2020-05/UN-Policy-Brief-COVID-19-and-mental-health.pdf
(3) L’articolo con il documento originale allegato: https://www.inthenet.eu/2024/12/20/gli-us-pubblicano-520-pagine-critiche-rispetto-alla-gestione-della-pandemia/
(4) Le spiegazioni del dottor Segalla: https://vimeo.com/797934237
(5)
(6) Il brevetto: https://patents.google.com/patent/US10485884B2/en
(7) Domanda presentata ufficialmente al Parlamento Europeo: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/P-9-2021-005690_EN.html
(8) Per approfondire: https://cordis.europa.eu/article/id/164486-interaction-of-nanoparticles-with-cell-membrane/it
(9) Per approfondire: https://www.wired.it/scienza/medicina/2018/02/22/tumori-esomeri-nanoparticelle
venerdì, 27 dicembre 2024
In copertina: Le spike del virus ma anche del ‘vaccino’ contro la Covid-19, foto di Gerd Altmann da Pixabay