La manovra di Bilancio taglia risorse e, quindi, servizi
di Federico Giusti (CUB Pisa)
La manovra di Bilancio avrà ripercussioni negative sulla tenuta degli Enti locali e presto faremo i conti con processi di esternalizzazione perché, in assenza di risorse economiche, non resterà che appaltare alcuni servizi fino a oggi a gestione diretta.
In prospettiva potremo imbatterci in cessioni di ramo d’azienda che obbligheranno il personale pubblico a transitare in global e aziende partecipate.
Diventa, ad esempio, obbligatorio – ne parla anche l’Anci in un suo documento di critica alla Manovra – l’accantonamento della parte corrente spendibile l’anno successivo in conto capitale o attraverso operazioni di abbattimento del debito e dei disavanzi; stiamo parlando di milioni di euro con una logica per altro vecchia, quella di rinviare all’anno successivo la capacità di spesa e di investimenti.
Vengono poi tagliate le risorse per gli investimenti legati ad alcune opere o alla rigenerazione urbana salvando gli Enti locali dall’obbligo di assegnare ai Comuni più piccoli risorse pari al 70% di un fondo di loro spettanza.
Le Regioni non saranno tenute a raggiungere il 33% per la copertura dei posti negli asili nido – stiamo riferendoci soprattutto alle aree meridionali nelle quali i nidi sono poco presenti e quasi interamente gestiti da terzi. Ebbene, gli obiettivi del Pnrr e della Ue, ma anche della Finanziaria 2022, sono stati dimenticati portando la copertura dei posti al 15%. Detto in altri termini, se prima su 100 bambini sotto i 3 anni si doveva garantire al 33% degli stessi un posto nei nidi, da domani questa opportunità sarà offerta solo al 15% con la forte penalizzazione delle aree meridionali e dell’occupazione femminile che, nelle stesse, è lontana anni luce dalle medie nazionali ed europee.
Le norme in materia di bilancio saranno ancora più stringenti di quelle sancite dal pareggio di Bilancio. Non a caso, si lesineranno fondi perfino sull’affidamento dei minori. Abbiamo già visto il parziale disimpegno degli Enti locali nell’assistenza degli alunni con disabilità, oggi i Comuni possono contribuire in base alle loro effettive disponibilità che sappiamo essere, negli Enti piccoli, sempre più ridotte. E dove vengono promessi fondi statali di perequazione delle risorse destinate agli Enti locali, non è dato sapere se saranno sufficienti o con quali criteri saranno ripartiti – vista anche la ristrettezza dei fondi a disposizione.
In materia di personale, di turn over (alcuni comparti della Pubblica Amministrazione hanno visto ridotti gli organici di migliaia di unità), si prevede un autentico ritorno al passato. Infatti si introduce il turn over al 75% per le assunzioni a tempo indeterminato nell’anno 2025 in tutti i Comuni e le Città Metropolitane con più di 20 dipendenti di ruolo in servizio.
In breve, tagli orizzontali e senza costrutto dettati solo dal contenimento della spesa quando molti obiettivi del Pnrr sono ancora da raggiungere con la loro relativa rendicontazione.
Con quale coraggio si potrà parlare di una Manovra di Bilancio virtuosa e rispondente ai reali bisogni delle comunità locali se perfino i fondi destinati alla lotta al dissesto idrogeologico (dopo e nonostante quanto avvenuto in Emilia Romagna) saranno oggetto di tagli?
venerdì, 15 novembre 2024
In copertina: Foto di Tumisu da Pixabay