Intervista a Federico Giusti, sindacalista di base
di La Redazione di InTheNet
Federico Giusti collabora con il nostro Settimanale online e si batte da anni per i diritti dei lavoratori come delegato sindacale della CUB, ma anche per la pace con il Comitato No Camp Darby. Viste le ultime notizie che ci arrivano proprio dalla base militare situata tra Pisa e Livorno, abbiamo chiesto a lui di raccontarci cosa sta accadendo nel silenzio/assenso dei gruppi pacifisti o – verrebbe da ironizzare – nel disinteresse di Greta Thunberg (troppo impegnata a opporsi ai cittadini georgiani per aver votato democraticamente).
La Base di Camp Darby (1) non doveva essere ridimensionata (2)?
Federico Giusti: «In realtà una trentina d’anni fa il Pentagono aveva chiesto di trasformare la Base militare di Camp Darby in una struttura logistica ancora più importante di quanto non fosse già negli anni 80. Dopodiché, qualche anno fa si presentò un progetto molto ampio che prevedeva la riapertura di una stazione, ossia quella di Tombolo, che era semi-abbandonata da decenni, e l’ampliamento del fosso dei Navicelli (3)».
Parliamo dell’antico canale dei Navicelli – inaugurato nel 1575 e che collegava Pisa con il porto di Livorno?
Federico Giusti: «Esattamente. Il canale si collega direttamente al mare e però, per svolgere la funzione di trasporto d’armi, aveva bisogno di molti lavori di rifacimento, aumentandone la profondità e cercando di renderlo più sicuro per un passaggio continuo di chiatte. Abbiamo scoperto – nel corso di sedute consiliari – che questi lavori sono stati commissionati da un’agenzia legata al Governo degli Stati Uniti alla Navicelli S.p.A., società a proprietà interamente comunale, affinché esegua le opere di ampliamento di cui parlavo e di adeguamento alle nuove esigenze. E, nel contempo, sono stati fatti dei lavori infrastrutturali per la Stazione di Tombolo (4). Di conseguenza, immaginiamo che la richiesta dei militari sia di avere a disposizione una rete di trasporto della logistica militare dalla base di Camp Darby sia a livello ferroviario sia, tramite il canale, via mare. Per sintetizzare potremmo affermare che il Governo statunitense non ha trovato, negli Enti locali, delle forze politiche che abbiano avversato questo disegno bensì delle istituzioni che si sono messe totalmente a sua disposizione per la realizzazione di strutture che, oggi, sono ormai in fase di completamento. Del resto, dal 2018 a ora, ho visto i movimenti pacifisti muoversi, magari, contro l’abbattimento di centinaia di alberi della macchia mediterranea, ma non mi risulta che nel momento in cui si combatte una militarizzazione futura, ossia la costruzione della Base del Tuscania (5), se debba tacere su quanto sta accadendo a Camp Darby. Anche perché Pisa è già un hub militare importante, pensato subito dopo il sollevamento dei movimenti di Vicenza (6). E infatti abbiamo un aeroporto militare, accanto a quello civile e, anzi, quest’ultimo non può svilupparsi – ammesso sia lecita la crescita di un aeroporto con tutte le conseguenze che ha a livello ambientale – perché la sua esistenza è in subordine alle esigenze della struttura militare. Abbiamo inoltre la caserma della Folgore (7). E ricordiamo che una parte della Base di Camp Darby, che doveva essere restituita al Comune, anche grazie a una richiesta dell’istituzione di riconversione a uso civile, e che al contrario è stata utilizzata per ospitare gli incursori (8). Per non parlare del ruolo dell’Università Sant’Anna (9) e dello studio e utilizzo delle tecnologie duali (10)».
Chi pagherà le spese per tali ampliamenti e potenziamenti infrastrutturali?
Federico Giusti: «Abbiamo chiesto spiegazioni dettagliate e la relativa documentazione alle istituzioni che – premetto – non c’è mai stata fornita. Così come nei giorni scorsi il Consigliere Auletta (11), durante una seduta consigliare, chiedeva di sapere di un eventuale passaggio di armi ma gli è stato risposto con il Codice penale alla mano (12). In pratica, chiunque venga a conoscenza o diffonda notizie sul trasporto di armi sul nostro territorio, attenta alla sicurezza nazionale. Al contrario, noi siamo un movimento contro la guerra che dimostra – con grande preoccupazione – come qualunque tipo di richiesta di spiegazioni e di trasparenza da parte delle istituzioni, verso la cittadinanza, si scontri con l’ineluttabilità della segretezza. Ora, negli anni passati, ci era stato detto che tali opere avrebbero dovuto essere a carico del Governo statunitense ma a noi piacerebbe sapere se tutte le iniziative intraprese dagli enti locali e pubblici, come ad esempio la questione della riapertura della Stazione di Tombolo, sono state rendicontate e rimborsate. Una risposta ci pare doverosa, a meno che la trasparenza dei dati economici non sia in qualche modo ‘oggetto’ di segretezza».
Ma l’Italia non è costituzionalmente contraria alla guerra, e non esistono leggi internazionali che vieterebbero ai Paesi di vendere armi agli Stati in conflitto?
Federico Giusti: «La Costituzione, per usare una frase di Mao Zedong, è ‘una tigre di carta’ (13). Nel senso che l’Articolo 11, ossia quello dell’Italia che ripudia la guerra, non le ha impedito di partecipare alle missioni in Kosovo, in Somalia, in Afghanistan e via dicendo. Esistono dei principi guida della Carta costituzionale che, però, sono stati bellamente bypassati in virtù di accordi comunitari e internazionali, verso i quali quelli che si sono presentati alle elezioni come ‘sovranisti’ sono stati – paradossalmente – più acquiescenti perfino dei precedenti Governi di centro-sinistra o di quelli della Democrazia Cristiana. Non basta inserire il ripudio della guerra in Costituzione quando poi esistono mille opportunità per aggirare questo principio guida e, in realtà, schierarsi concretamente a favore della stessa. Ci sembra, al contrario, di avere letto in diversi articoli che, primo, si continuano a inviare armi e, secondo, che c’è la volontà da parte del Governo Meloni di rivedere le leggi che, in qualche modo, sono considerate un limite per le industrie produttrici alla vendita di armi perfino ove sono violati i diritti umani».
Se sarà approvato il DdL 1660 sarà possibile fermare i carichi di armi e munizioni verso scenari di guerra?
Federico Giusti: «Il DdL 1660 potrebbe essere definito una sorta di repressione preventiva (14). E andrà a colpire sia i movimenti contro la guerra sia quelli che si battono contro le devastazioni ambientali o per il diritto a una casa e al lavoro. Introduce un certo numero di reati e, in particolare, reati pensati contro le agibilità sociali e i movimenti di opposizione: dai facchini o da chi si occupa di logistica – che sono già stati oggetto di feroci repressioni (15) – ai lavoratori che, di fronte alla chiusura di un’azienda o alla delocalizzazione o, semplicemente, per chiedere adeguamenti salariali, decideranno di organizzare dei blocchi. A quel punto scatterà un’incredibile repressione che non permetterà l’insorgere di movimenti conflittuali».
(1) Base militare dell’Esercito Italiano, dove sono stanziate e operano unità militari statunitensi, situata presso la Tenuta di Tombolo nel Comune di Pisa
(2) Si veda l’articolo del 9 gennaio 2015, intitolato Camp Darby chiude per metà: tagli del Pentagono per la base toscana: https://unacittaincomune.it/camp-darby-chiude-per-meta-tagli-del-pentagono-per-la-base-toscana/
(3) Si veda l’articolo: https://www.iltirreno.it/livorno/cronaca/2015/01/08/news/il-pentagono-ha-deciso-chiudera-mezzo-camp-darby-1.10630295, in cui Paolo Tognocchi, consigliere regionale del Pd, esprimeva preoccupazione perché i tagli a Camp Darby, nel 2015, avrebbero causato un esubero di una quarantina di lavoratori italiani e, nell’articolo, si faceva già notare, come in uno ‘spot’ a favore dell’ampliamento della Base che: “La vicinanza di un canale navigabile (il Canale dei Navicelli), della ferrovia (entrambi si estendono fin dentro la base) e dell’autostrada, permettono un facile e veloce collegamento sia con il porto di Livorno che con l’aeroporto militare di Pisa agevolando lo spostamento di mezzi, attrezzature e uomini”
(4) Ne scrivono anche i colleghi di Pisa Today, a seguito della denuncia pubblica del gruppo consiliare Una città in Comune-Rifondazione Comunista: https://www.pisatoday.it/cronaca/potenziamento-camp-darby-linea-ferroviaria-campagna-no-guerra.html
(5) Per approfondire: https://www.inthenet.eu/2023/09/29/la-militarizzazione-della-toscana-continua/
(6) Per chi voglia conoscere meglio il Movimento No Dal Molin: https://www.inthenet.eu/2021/02/05/cosa-rimane-del-movimento-no-dal-molin/
(7) Tristemente nota ai più per l’uccisione del parà Emanuele Scieri. Per la sentenza contro due sue commilitoni si è dovuto attendere 24 anni: https://www.agi.it/cronaca/news/2023-07-13/pisa-caso-scieri-condannati-pisa-due-ex-caporali-22225969/
(8) Il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti Col Moschin
(9) Vedasi Marina Militare e Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna Pisa insieme per la cultura della difesa: https://www.marina.difesa.it/media-cultura/Notiziario-online/Pagine/20230310_marina_militare_e_scuola_universitaria_superiore_sant_anna_pisa_insieme_per_la_cultura_della_difesa.aspx
(10) Per chi voglia approfondire: https://www.treccani.it/enciclopedia/le-tecnologie-duali-applicazioni-civili-e-militari_(XXI-Secolo)/
(11) Francesco Auletta, consigliere comunale a Pisa per Una città in Comune-Rifondazione Comunista
(12) Le Norme relative al segreto militare vietano la divulgazione delle notizie relative a: 1. Ordinamento e dislocazione delle forze armate, sia in pace sia in guerra; 2. Efficienza ed impiego delle forze armate; 3. Preparazione delle forze armate; 4. Metodi ed impianti di comunicazione per le forze armate; 5. Mezzi ed organizzazione dei trasporti; 6. Dotazioni, scorte e commesse di materiale delle forze armate; 7. Fortificazioni, basi ed impianti delle forze armate; 8. Stabilimenti civili di produzione bellica ed impianti civili per produzione di energia; 9. Mobilitazione militare e civile; 10. Pubblicazioni, documenti, atti d’ufficio; 11. Pensiero ed attività del governo. Si veda: https://canestrinilex.com/risorse/fotografare-caserme-e-reato
(13) Mao Zedong definiva le bombe atomiche ‘tigri di carta’, in quanto erano utili alle nazioni borghesi per ricattare quelle considerate nemiche, per spaventarle, ma di scarso valore sul campo di battaglia
(14) Per approfondire gli articoli del DdL 1660: https://www.inthenet.eu/2024/08/02/dopo-le-disinformazioni-si-bandiscono-le-manifestazioni/
(15) Solo a titolo esemplificativo, vi ricordiamo questa battaglia dei portuali genovesi contro le ‘sorelle della morte’: https://lavialibera.it/it-schede-657-portuali_genovesi_contro_navi_armi
venerdì, 15 novembre 2024
In copertina: Vista dalla SP22 della recinzione della Base militare. Gladstone-d, opera propria. CC BY-SA 3.0