Briefing del Tenente Generale Igor Kirillov
di La Redazione di InTheNet (traduzione di Simona Maria Frigerio)
Riportiamo ampi stralci delle dichiarazioni, fornite alla stampa il 7 ottobre scorso, dal Capo delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica delle Forze armate russe. Per l’articolo completo rimandiamo, come sempre, all’originale (1).
Finora più volte il Ministero della Difesa russo ha denunciato le violazioni alla Convenzione sulle Armi Chimiche da parte dell’Ucraina. “Durante l’Operazione militare speciale, sono stati registrati oltre 400 casi di uso – da parte ucraina – di agenti chimici antisommossa (il cloroacetofenone o gas CN) e di altri agenti, quali cloropicrina, 3-chinoclidinile benzilato (BZ), acido prussico e cloroformio. Tali episodi si sono verificati vicino a Donetsk, Bogdanovka, Gorlovka, Kremennaja, Artëmovsk, e in direzione di Krasny Liman e Boguslav. Le attività operative hanno identificato depositi di sostanze tossiche e munizioni chimiche improvvisate. A giugno 2024, un laboratorio chimico per la produzione di sostanze tossiche” varie “incluse quelle con acido prussico di base, è stato scoperto nei pressi di Avdeevka (nella Repubblica Popolare di Donetsk)”.
Perché è importante per l’Europa venirne a conoscenza? Non solamente in quanto violazione di trattati internazionali ma perché stiamo parlando di territori che resteranno inquinati a lungo e che, un domani, potrebbero fornire direttamente prodotti agricoli, foraggi per il bestiame o ospitare sorgenti e corsi d’acqua per l’irrigazione dei campi (o a uso umano).
Il Generale Kirillov prosegue affermando che le “unità delle Forze Armate Ucraine (AFU) usano composti tossici non solo nel corso delle ostilità. Ma anche per attacchi terroristici. Esistono casi documentati [si rimanda all’articolo originale per Ia documentazione a comprova, n.d.t.] sull’uso di agenti chimici non consueti (quali i composti al tallio) per approntare sabotaggi ai danni di un certo numero di leader russi”.
Più oltre, tra gli esempi citati, va notato quello dell’11 agosto di quest’anno, quando “bombe a grappolo (2) da 155 mm, DM-105, sono state utilizzate da bande armate ucraine a Sudzha – nella regione russa di Kursk – dove hanno causato oltre 20 vittime. Le analisi su campioni consegnati a un laboratorio del Centro Scientifico N 27 del Ministero della Difesa russo, accreditato dall’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPCW), ha mostrato che i danni alle persone coinvolte sono stati causati dall’inalazione di grandi quantità di cloro nebulizzato e asfissianti tossici. Essendo il mix di cloruro metallico solo un mezzo per camuffare” l’utilizzo di tale agente. Inoltre, lo stesso cloruro metallico, secondo studi statunitensi del laboratorio di Fort Detrick, durante la combustione, produrrebbe effetti irritanti severi (come riporta sempre Kirillov).
Ovviamente è a livello internazionale che il silenzio si fa più assordante (per i russi, per le popolazioni del Donbass ma anche per noi europei – costretti a cambiare vetture e caldaie e addirittura patire il freddo per il ‘bene dell’ambiente’ – che scopriamo, sempre più palesemente, come l’interesse per l’ecosistema e il cambiamento climatico si azzerino di fronte alle ragioni della guerra: regime change in Russia e spoliazione delle risorse naturali del Paese a nostro vantaggio.
Kirillov informa la stampa anche rispetto a quali aziende importano le sostanze chimiche. “Solo a luglio 2024, la Reagen Company, ha importato oltre 160 tonnellate di trietanolammina [spesso abbreviata in TEOA, n.d.t.]. Allo stesso tempo, non esiste alcun documento ufficiale ad attestarlo” e, non a caso, “questa informazione manca dalle dichiarazioni annuali ucraine all’OPCW”.
Ovviamente anche la legislazioni ucraina è stata semplificata in questi ultimi due anni (come ricorda il Tenente Generale russo) per facilitare le “procedure al fine di ottenere i permessi per lavorare con il cloro” e altresì “rimuovere i controlli statali”. Ma perché questo elemento sarebbe così importante? Perché è usato “nei processi di sintesi chimica, e la sua circolazione incontrollata” può – secondo Kirillov – “permettere a Kyiv di usarlo per scopi illeciti”.
A proposito ricordiamo che è da mesi che il Ministero della Difesa russo avverte che gli ucraini potrebbero preparare “provocazioni per accusare la Federazione Russa di uso di sostanze tossiche durante l’operazione militare speciale. Le prove” saranno – da quanto dichiarato – sottoposte “all’OPCW”.
Va però aggiunto che lo stesso Kirillov afferma che, secondo il Segretariato Tecnico dell’OPCW: “gli ucraini mancherebbero dei mezzi tecnici e le delle capacità per selezionare le sostanze che soddisfano i requisiti dell’OPCW. A sostegno del regime di Kyiv, due gruppi di oltre 40 funzionari ucraini dei servizi segreti sono stati, però, addestrati nel prelievo di campioni per la documentazione dell’uso di sostanze tossiche, nel giugno del 2024, presso il Centro di Tecnologia Chimica dell’Aia”. Inoltre, sempre secondo Kirillov, “a luglio e a settembre 2024, è stato segnalato che il Segretariato Tecnico ha consegnato all’Ucraina due lotti di strumenti di controllo per le analisi. Un totale di 13 FirstDefender (3) e 70 dispositivi LCD 3.3 (4), i quali corrispondono agli standard dell’Organizzazione per la rilevazione delle tracce [o prove, n.d.t.]”.
Sempre Kirillov informa che l’Ucraina e “il Segretariato Tecnico dell’OPCW” avrebbero concluso un accordo “che assicura privilegi e immunità rispetto alle visite” (ovviamente a fini di controllo) dell’Organizzazione a Kyiv.
Ricordiamo che non vi sono rappresentanti russi nel “Consiglio Esecutivo dell’OPCW” e Kirillov denuncia l’intento ucraino di far rimuovere i rappresentanti della Federazione Russa dal Segretariato Tecnico. Il che, a rigor di logica, avrebbe senso solo se si bandissero anche tutti i rappresentanti ucraini… Kirillov fa anche notare l’eccessiva fornitura di equipaggiamento di protezione individuale “per un Paese che non possiede armi chimiche”. I numeri parlano da sé: l’Unione Europea nel 2024 dovrebbe fornire “kit per la difesa e maschere anti-gas – 283.000 pezzi di ciascuno; guanti protettivi e pacchetti anti-agenti chimici – 500.000 pezzi di ciascuno”. Nel computo delle richieste anche 150.000 set di antidoti e “20.000 test per il rilevamento rapido di agenti chimici a fini bellici”. Ma già nel 2023, i Paesi della Nato avrebbero fornito all’Ucraina “equipaggiamento per la protezione individuale (oltre 55.000 set), antidoti per organofosforici (600.000 ampolle), così come 750.000 fiale di reagenti disintossicanti” per vari gas e derivati.
Nel contempo, Kirillov sottolinea come l’affermazione da parte ucraina che ogni misura è presa per fronteggiare la minaccia della Federazione Russa sarebbe infondata in quanto il suo Paese “ha distrutto tutte le proprie armi chimiche a settembre 2017, e ciò in anticipo rispetto a quanto programmato. La distruzione è avvenuta sotto il controllo dell’OPCW e di ispettori provenienti dai Paesi occidentali, in particolare dagli Stati Uniti. Il Direttore Generale dell’OPCW ha ufficialmente confermato la completa eliminazione delle armi chimiche”. Ma ormai siamo abituati a leggere di come l’‘autolesionismo’ russo li porti a bombardare se stessi all’interno della Centrale nucleare di Zaporizhzhia… A meno di non dubitare di un altro organo ufficiale come l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, che non riesce mai a identificare chi possa lanciare missili su tale centrale con il rischio di un incidente nucleare di dimensioni devastanti per l’intera Europa.
Chiudiamo con l’affermazione di Nicole Shampaine, Ambasciatrice statunitense all’OPCW, che avrebbe – secondo Kirillov – confermato il coinvolgimento di Washington nelle provocazioni incombenti: “A luglio 2024 la stessa ha apertamente dichiarato: ‘…gli Stati Uniti si uniranno a molti altri Paesi nell’assicurare che tale argomento sia in cima all’ordine del giorno dell’OPCW in maniera tale da ritenere la Russia responsabile per le proprie azioni’. E noi comprendiamo in quale direzione si terranno i lavori dell’OPCW in conseguenza a tale dichiarazione”.
Il timore è che le eventuali indagini dell’Organizzazione seguiranno un copione ben noto, già utilizzato con la Siria, “privando la Russia del diritto di voto, così come della possibilità di essere eletta e mantenere posizioni negli organi esecutivi”.
La considerazione che non può esimersi dal fare la nostra Redazione è che, come ormai sostengono molti Paesi che stanno lottando per il multilateralismo (soprattutto in Africa, Asia e America Latina), le organizzazioni sovranazionali – sia di azione sia di controllo – devono essere sottratte al monopolio egemonico dell’Occidente per tornare ad avere credibilità e servire interessi sovranazionali non unilateriali
(1) Briefing by Lieutenant General Igor Kirillov, the Chief of the Nuclear, Chemical, and Biological Protection Troops of the Russian Armed Forces: https://eng.mil.ru/en/news_page/country/more.htm?id=12531998@egNews
(2) Ricordiamo che le bombe a grappolo sarebbero bandite da una Convenzione Onu: https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/Convenzione-sulle-munizioni-a-grappolo-cluster-munitions/168
(3) Sistema Raman utilizzato dagli operatori di primo intervento, sicurezza nazionale, militari, forze dell’ordine ed esperti di chimica forense
(4) Dispositivo di allarme in caso di minacce di gas rilevate a livelli pari o inferiori a quelli pericolosi per la vita e la salute (IDLH), che determina l’agente o il tipo, la classe, la concentrazione e il dosaggio di esposizione chimica
venerdì, 25 ottobre 2024
In copertina: Foto di Thorsten Töller da Pixabay